Essere Elliot Page

WHAT I’VE LEARNED

Elliot Page, attore e attivista, 35 anni, New York City

Che cosa ho imparato dalla transizione? Non rimarcherò mai abbastanza la gioia più grande, che è quella di vederti realmente te stesso. Lo so che appaio diverso agli occhi degli altri ma, per me, sto solo iniziando ad assomigliare a me stesso. È indescrivibile, perché la mia sensazione è: eccomi qui. E grazie a Dio. Sono qui. Quindi, la più grande gioia è semplicemente essere in grado di sentire di esserci, di essere presente. Di uscire con un gruppo di persone nuove ed essere in grado di interagire in un modo in cui non sento più quella costante sensazione di voler fuggire dal mio corpo, quella infinita sensazione di ansia e nervosismo e volerne uscire.

Quando dico che non avrei mai immaginato di sentirmi in quel modo, intendo con tutto me stesso.

Mio padre aveva un rustico sulla costa meridionale della Nuova Scozia senza acqua corrente o elettricità. Io ero fissato con le raganelle. Avrei potuto guardarle saltellare per ore, probabilmente per il fatto che erano così piccole. Mi sono accorto da adulto quanto sia rincuorante e cruciale per me sentirmi connesso con la natura. Ne ho bisogno. Quando sono in quegli spazi, tutto il mio corpo si rilassa. Il mio stress svanisce. Posso stare tranquillo.

Ho passato molta della mia infanzia nei boschi.

Da bambino chiedevo sempre ai miei genitori di ascoltare la colonna sonora di The Bodyguard. La amavo. E Medusa, di Annie Lennox. Penso che avesse molto a che fare con la copertina del disco. Starei lì solo a fissare Annie Lennox. Mia madre amava soprattutto Cat Stevens e Sting. E i The Tragically Hip – sono fantastici. Mio padre era più per il jazz – Shirley Horn, Ruth Brown. Non credo di aver mai visto The Bodyguard. Dovrei guardarlo. Adesso mi sento in imbarazzo.

Ho frequentato una scuola diversa ogni anno durante le superiori, così non ho mai avuto davvero un singolo insegnante che fosse un mentore. Quando ho lasciato Halifax per andare a Toronto, all’ultimo anno delle superiori, pensavo che il bullismo sarebbe diminuito, riguardo a quello per cui chiaramente le persone mi stavano bullizzando. E non era affatto così. Il bullismo ti mette in una posizione in cui, dopo, devi disimparare così tanto. Se vieni preso in giro e deriso e insultato ogni giorno, non c’è modo di evitare che tutto ciò ti entri dentro – soprattutto quando provi già tanta vergogna. Non hanno nemmeno bisogno di aprire le loro bocche che già tu la stai provando.

Quei ragazzi hanno lasciato in eredità un intero sacco di merda in cui ho dovuto scavare e disimparare. Sono sicuro che potrei rievocare uno di quei momenti e non uno di loro lo ricorderebbe, perché per loro non significava nulla. Mi piacerebbe pensare che ora se ne pentono.

T-shirt, CELINE BY HEDI SLIMANE; anello, STERLING ASSAULT.

Foto di Ruven Afanador: Moda di Bill Mullen

Ho sempre voluto che mia madre mi accompagnasse alle recite scolastiche, persino se non sapevo di che cosa si trattasse. C’era come una forte spinta, una necessità di essere in posti come quelli.

Leggo così raramente romanzi, ma ho appena letto – non proprio ora, ma qualche libro fa – Real Life di Brandon Taylor. È fantastico. È proprio uno scrittore fenomenale, semplicemente ti stende. L’ho davvero, davvero amato. Ed è abbastanza raro. Leggevo più romanzi quando ero più giovane, alle superiori. Non sono andato al college, o all’università, quindi sono risoluto e rigoroso nel leggere molto. Saggistica, soprattutto.

Con il mio migliore amico d’infanzia siamo ancora molto, molto vicini. Si chiama Mark, e quello che ho imparato da lui – e quel che è così sbalorditivo in lui – sono la sua forza e sensibilità. Non aver paura di condividere le proprie emozioni, il proprio dolore, non rinunciare a quello che sei. Mark ha fatto la quarantena ed è venuto a Toronto per prendersi cura di me dopo l’intervento al torace, e abbiamo registrato un EP sul suo quattro piste durante la mia convalescenza. Questo facevamo, scrivere queste piccole canzoni. Quel sound racconta semplicemente di noi che ci divertiamo. Non c’è niente che sia migliore del creare cose con gli amici. Le iniziali di Mark sono tatuate sotto la mia clavicola destra.

Ero un giocatore di calcio piuttosto forte da bambino. Amavo la disciplina. Amavo imparare il lavoro di squadra. Amavo persino gli elementi più spirituali del calcio, che cosa significa trovare e creare spazio vuoto. Da bambino, è stato complicato per via del mio genere. Ricordo gli anni in cui i generi erano separati. Ero sconvolto, così smodatamente affranto. Piangevo con mia madre, «Per favore, un altro anno, un anno ancora!». Quando giocavo con i ragazzi – calcio, touch football, nel retro, durante la ricreazione e il pranzo – mi divertivo. Mi lasciarono giocare un altro anno, poi dovetti andare nella squadra femminile. Io sembravo uno di quei ragazzi con cui avevo giocato in precedenza. Sarei stato sul campo pronto per calciare il pallone e un arbitro avrebbe detto «Non penso che i ragazzi siano autorizzati a giocare in questa squadra». Ho giocato a calcio ancora per anni, ma tanto di quell’amore che avevo provato non c’era più.

Cos’altro ho appena letto di così buono… oh, Somebody’s Daughter, di Ashley C. Ford. Fantastico.

La reazione alla mia transizione?Non mi aspettavo che fosse così grande. In termini della qualità effettiva della risposta, è stato quello che mi aspettavo: l’amore e il sostegno di molte persone e l’odio, la crudeltà e il vetriolo di tanti altri. Mi sono dichiarato gay nel 2014, ed è diverso. La transfobia è così, così estrema. L’odio e la crudeltà sono tanto più incessanti.

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Camicia e pantaloni, GIORGIO ARMANI; stud set, LINDSAY & CO, disponibile presso Bergdorf Goodman, NYC.

Foto di Ruven Afanador. Moda di Bill Mullen.

Quando la gente dice «Oh, adesso vorrà recitare personaggi maschi cisgender» la mia sensazione è che sottintendano che sarebbe una conquista per me. Versus: sono trans, sono queer, e voglio interpretare quei ruoli. Quando mi chiedono «Sei preoccupato di essere incasellato in uno stereotipo?», direste a J-Law o a Rooney Mara o a qualcun’altra, se sono preoccupate di essere vittime di typecasting come donne etero cisgender? Allo stesso tempo, naturalmente voglio uno spazio in cui le persone trans sono scelte in un casting come personaggi cisgender. Naturalmente.

«Sei troppo sensibile». Scusate? Con quello che le persone trans devono affrontare ogni giorno? Scusate? Questo tipo davvero grosso, a meno di un braccio di distanza, mi stava urlando «Sei frocio! Non guardarmi! Finocchio, finocchio!». Non potevo nemmeno andarmene e basta, tipo non ti sto guardando. È stata l’unica volta in cui ho lasciato l’hotel per l’intera giornata. Stavo solo cercando di attraversare la strada e non potevo perché era il Sunset Boulevard e c’era traffico, così nella mia testa avevo deciso – visto che era così alto – che non potevo fare nulla fisicamente. Se avessi detto qualcosa, avrebbe potuto reagire. Se facevo dietrofront, avrei potuto innescare qualcos’altro. Così ho pensato, dovrò scommettere sul restare dritto in piedi, immobile e con lo sguardo fisso davanti a me.

E poi, alla fine, dopo aver urlato di nuovo «Frocio! Frocio! Frocio!», ha iniziato ad allontanarsi e io ho iniziato ad attraversare la strada. E poi lui ha iniziato a gridare dietro di me «Ti ucciderò, fottuto frocio! Ti ucciderò, fottuto frocio! Ti prenderò a pugni, gay!». Così mi sono messo a correre – ero da solo – e mi sono precipitato in un minimarket, e mentre stavo aprendo la porta il tizio ha gridato «Ecco perché mi serve una pistola».

Sì, non credo che le persone capiscano davvero.

Perché la sensibilità è usata come un’arma? Penso davvero che per gli uomini cisgender si tratti di un qualcosa che è legato ai vincoli, alla repressione e alla rimozione che derivano dalle aspettative relative al tuo genere. Quando ho fatto coming out ho postato un selfie con una nota di ringraziamento, solo per dimostrare quanto significhino tutto l’amore e il supporto. E ho visto questo commento – dovrei davvero non guardarli, i commenti, ma questo ragazzo diceva, «Oh, sì, come se un ragazzo potesse davvero mai scrivere qualcosa di tanto sensibile». Mi sento male per quel ragazzo. Mi dispiace che sia stato cresciuto in una società che identifica la mascolinità con l’assenza di emozioni. Questo è davvero un modo di vivere di merda, perché tutto questo poi verrà fuori in un’altra direzione, e ancora in altre.

Non mi sono mai allenato così tanto in vita mia Allenarsi è sempre stata una tale sfida da affrontare, perché non mi sentivo bene. Camminavo e facevo escursioni, e questo era tutto. L’esperienza di essere nel mio corpo adesso è così diversa. Sono assolutamente preso. La sensazione è quella di essere realmente coinvolto, presente, di mettere il mio corpo alla prova e diventare più forte e prendere peso. È elettrizzante. Mi sento come un bambino quando lo faccio.

Ho uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette… nove. Nove tatuaggi. Sono perlopiù riferimenti a persone nella mia vita. Uno è uno dei soprannomi del mio migliore amico. Uno è uno dei secondi nomi del mio migliore amico. Ho una piccola tazza di caffè, che condivido con un caro amico. Ho iniziali di amici, in genere risalgono a periodi della mia vita in cui non sapevo se sarei giocoforza sopravvissuto senza alcune persone.

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Camicia, pantaloni e cravatta, tutto GUCCI; anello “due dita”, STERLING ASSAULT; anello, THE GREAT FROG; anfibi vintage, disponibili presso Stock Vintage, NYC; calze, FALKE.

Foto di Ruven Afanador. Moda di Bill Mullen.

SPIKE. Spike Jonze.

WIIG.

EP PHONE HOME è solo una cosa dolce.

La parola TURTLES è più che altro un tatuaggio fortuito. Amo le tartarughe.

Il primo tatuaggio che mi sia mai fatto è stato per Catherine Keener. È il soprannome che le ho dato, C KEENS. È sul braccio, appena sotto la mia spalla destra. Conosco Keener da quando avevo diciannove anni – è la mia più vecchia amica a L. A., nel vero senso della parola. Keener mi ha insegnato a non fare stronzate, a tenere i piedi per terra, a vivere la mia verità, e a prendermi cura del mio cuore.

Quando Juno era all’apice della sua popolarità, durante il periodo degli award, ero un gay non dichiarato, vestito con i tacchi e con tutto il resto – non stavo bene, e non sapevo con chi parlarne. Ma potevo farlo con Keener. Vivevo in un hotel da solo, e lei venne e mi portò via. Ho vissuto con lei. Per il mio ventunesimo compleanno, mi organizzò un party a sorpresa. Io non conoscevo davvero nessuno, così tutti indossarono targhette con i nomi. Anche io ne indossai una. Nessuno mi conosceva, e portarono questi piccoli regali divertenti. È stato davvero dolce. Ci sono persone che ho incontrato quella sera che sono tatuate sul mio corpo.

E poi anche un libro di memorieche ho appena finito che è assolutamente una delle cose migliori che abbia mai letto si intitola Punch Me Up to the Gods, di Brian Broome. Strepitoso. Stupefacente. Mozzafiato.

Come fanno i soldi a cambiare una persona? È una bella questione. Sto ancora cercando di capire come funzioni perché a volte mi sconvolge.

Ci sono molti tipi differenti sia di sesso sia di amore. E questo può confondere – ecco perché può essere tanto doloroso. Amare è esplorare questa eventualità: sarò in grado di amare qualcuno che non è perfetto, e gli altri saranno in grado di amare qualcuno che non è perfetto? Quella persona non-perfetta che sono io. E se amore e bellezza esistono in quel contesto, è molto diverso dal fare sesso e ignorare tutto il resto, e non essere sinceri e onesti, ed essere spaventati dal condividere il tuo vero io. Non penso che diversamente potrebbe essere considerato amore – o vero amore, se esiste davvero.

Il sesso può anche vivere a sé, essere libero, divertente, terapeutico, curioso, bollente, un’attività euforica senza coinvolgimento. Quello che sto cercando di dire è che il sesso è una figata.

Euforia: estate, fuori fa caldo, e io con solo una T-shirt bianca che mi sta bene addosso, cammino lungo la strada, spalle in fuori, godendomi il sole e la giornata. In passato, sarebbe stata una passeggiata molto diversa. E invece, hai idee che sbocciano nella tua mente, e non costanti sentimenti di vergogna e odio per te stesso.

Uno dei miei libri preferiti in assoluto è Nella casa dei tuoi sogni, di Carmen Maria Machado.

Amo essere il papà di un cane. Ne ho bisogno nella mia vita. Non so nemmeno da dove cominciare riguardo a Mo: sono così fissato con lui. Il mio cuore si spezza al pensiero della mortalità ogni volta che penso a lui.

Tutto quello che è stato detto su di noi è la stessa merda che è stata detta a proposito delle persone LGB: pedofili, malati mentali, dovrebbero essere ammessi negli spogliatoi? È la stessa cosa. La stessa. Ma i politici dicono Oh, merda! Sta funzionando! Ed è questo a essere spaventoso.

Io pensavo che fosse impossibile riuscire a sentirmi come mi sento adesso. Il grado di creatività che è venuto fuori – è proprio un’impennata di creatività. Mark e io abbiamo fatto quelle canzoni; ho appena completato la prima bozza di un libro; ho scritto una sceneggiatura con la mia amica B, Beatrice Brown, che ha fatto molti dei miei tatuaggi.

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Canotta, POLO RALPH LAUREN; jeans, RALPH LAUREN PURPLE LABEL; anello, THE GREAT FROG.

Foto di Ruven Afanador. Moda di Bill Mullen.

Mi alzo alle sei. Bevo un caffè e di solito cerco di scrivere per due ore. Devo solo entrare in un portale. Mi siedo, e sto elaborando, e sto raccontando una storia – in contrapposizione a quando difficilmente mi permetterei di esserne consapevole. Poi porto il mio cane a fare una bella passeggiata e dopo cerco di scrivere per un altro paio d’ore. Nel pomeriggio, mi sento strano. Perché stai scrivendo di cose intense – non solo piene di sentimenti e di traumi e difficoltà ma è anche la prima volta che ti siedi così a lungo con tutto ciò. Con le cose che sono successe. È un’esperienza interessante, il fatto che scrivere certe cose possa innescare una risposta fisiologica. Il corpo è così affascinante.

Mi è sempre piaciuto immaginare come stessero andando le vite degli esseri umani. Starei lì solo a guardare le persone. Come si fa a farlo?

Probabilmente la cosa che preferisco cucinare è un grande mix di verdure arrosto di tutti i tipi. Finocchio, broccoli, cavolfiore. Ummm. Patate dolci giapponesi. Adoro. E poi amo il riso integrale. E poi posso fare un po’ di tofu in padella, o al vapore o lesso. Conosci la kombu? Un’alga? La bolli e poi – questo è divertente – mescoli tutto con un po’ di tahini o qualcosa del genere, e poi l’avvolgi nel kombu. Ti dico che è buono. Poi, altre volte mangio come un teeenager. Tipo, cereali: perfetti. O la faccio semplice e preparo un burrito surgelato.

Adoro fare The Umbrella Academy. Ho imparato quanto sia speciale interpretare un personaggio così a lungo, evolvere con una famiglia di personaggi. Tutti noi ne abbiamo passate tante. Gli anni sono passati, e siamo cambiati e cresciuti ognuno a modo suo. Amo osservare la crescita accadere insieme allo show, le nostre personalità si intrecciano e ognuno di noi ha i suoi momenti. Sto solo imparando ad amare l’intero viaggio che rappresenta tutto ciò.

L’attivismo per me è naturale e organico. Mi sento peggio quando non sono coinvolto attivamente. E non credo che nasca dal sentire un qualche tipo di pressione od obbligo. Spero che la spinta provenga da un luogo di intrinseca empatia. Mi piace pensare di essere una persona empatica.

Ma poi, a un certo livello, sì, l’attivismo è qualcosa che devo fare. Penso che tutti dobbiamo utilizzare i nostri privilegi, a modo nostro. Tutti ne abbiamo, in modi diversi, sai?

Non riesco a individuare un giorno “peggiore”. Ma quando Juno stava esplodendo… questo suona strano alle persone e colgo il fatto che non capiscano. Oh, vaffanculo, sei famoso, hai soldi e devi indossare un vestito, buuuuu. Non capisco quella reazione. Ma questo è mescolato con: vorrei che la gente capisse che quella merda mi ha quasi ucciso.

Ho dovuto affrontare tante conversazioni nei panni dell’avvocato del diavolo con persone che mi dicevano «Beh, non sono trans e potrei indossare una gonna!» E questo è forte. Bene. Grande. Quindi sì, nella prima metà dei miei vent’anni, non sapevo come dire alle persone quanto stessi male. Mi rimprovererei per questo. Stavo vivendo la vita e i miei sogni si stavano avverando, stava succedendo davvero. Eppure, per esempio, quando stavo girando Inception, potevo non uscire praticamente mai dall’hotel in cui stavo.

Ho lottato con il cibo. Con un’intensa depressione, con l’ansia, con gravi attacchi di panico. Non poteva funzionare. C’erano giorni in cui avrei avuto solo una riunione, uscivo di casa e dovevo tornare indietro. Non ero in grado di leggere un copione, non ci riuscivo. Leggere è una delle cose che preferisco, ma non riuscivo a farlo, non riuscivo a finire un paragrafo.

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T-shirt e pantaloni, CELINE BY HEDI SLIMANE; anello, STERLING ASSAULT.

Foto di Ruven Afanador. Moda di Bill Mullen.

Non riuscivo a immaginarmi come una donna che invecchia. Ovviamente. Mi chiedevo, qual è il mio futuro?Non c’è un futuro. Ecco come mi sentivo. Direi testualmente: non sono mai stata una ragazza. Non sarò mai una donna.

Posso capire il problema del suicidio tra le persone trans? Sì, posso capirlo profondamente. E non solo nell’atto molto cosciente e diretto di metterlo in pratica, ma anche in certi momenti in cui perdevo molto peso o quando stavo avendo attacchi di panico così gravi ed ero collassato più volte, tutte queste cose possono, e statisticamente avviene, uccidere. E questo è una manifestazione del trauma e del disagio che è un immenso problema fra le persone transgender.

Ci sono stati momenti in cui non volevo essere qui, ma quella era l’unica sensazione che avevo. Non avevo la forza di agire, l’unica cosa che facevo era abusare del mio corpo, chiaramente. Guardavo fuori dalla finestra del mio appartamento e pensavo, sta andando tutto per il verso giusto, in modo incredibile, e questo è come mi sento? E ho ventidue anni? Era così: non sapevo se ce l’avrei fatta.

Penso alle volte in cui le persone mi dicevano: «No, devi indossare un vestito» in momenti molto, molto, molto cruciali. Ricordo la prima di Juno al Toronto International Film Festival. In precedenza, quando avevo fatto la premiere per Hard Candy, o quando ero andato al Sundance per presentare un film, non avevo dovuto familiarizzare con il concetto di stylist. Sono cresciuto lavorando in Canada! Lì è diverso. Mi vestivo come volevo vestirmi, in modo non molto diverso da come mi vesto ora. E mi ricordo che andavo a scegliere cosa volevo indossare, e lì capivo il grado di aspettativa di quando devi apparire elegante. Così ho detto che volevo indossare un completo e quelli di Fox Searchlight mi hanno detto: «No, devi indossare un vestito». E mi hanno portato di corsa in uno di quelli negozi alla moda in Bloor Street (una zona molto elegante di Toronto) . Mi hanno fatto indossare un vestito e… quello era. E poi tutta la presentazione stampa per Juno, tutti i servizi fotografici… Michael Cera indossava pantaloni casual e sneakers. Riguardo le foto e mi chiedo…?

È facile per le persone alzare gli occhi al cielo, ma sai una cosa? No. Quello era un periodo davvero estremamente, estremamente incasinato. Non dovrei trattarlo focalizzandomi solo su questa cosa che è accaduta, questa cosa è in qualche modo normale. È come: no. Indipendentemente dal fatto che io sia trans! Ho avuto persone che si sono scusate: «Scusa, non lo sapevo, non lo sapevo in quel momento». Non importa! Non importa se sono trans o cisgender. Molte donne cisgender si vestono come me. Questo non ha fottutamente niente a che fare con questo.

È davvero divertente, dall’annuncio del libro ho ricevuto tre scuse, che sono venute fuori in modi e tempi sospetto. Tempismo interessante.

Le persone, in particolare le ragazze adolescenti, hanno davvero apprezzato quel personaggio, Juno. Per l’abbigliamento, ero stata io a portare il produttore nei negozi di vestiti di seconda mano di Vancouver. Lo stile – o quel che era, forse inesistente. Era una novità per un film che ha raggiunto tale audience, con una protagonista come Juno. Si collegava alla mia queerness e alla mia transessualità. E poi hai quel film, hai il successo che ha avuto e l’enorme profitto, tra il film e la colonna sonora, e poi fottutamente lo schiacci. Lo schiacci via. Quindi, stai beneficiando molto di questo personaggio connesso con le persone, e fai questo. È disgustoso.

Vorrei poter tornare indietro e viverlo ora. Come me stesso.

Perché le persone lo rendono più difficile? Mi spezza davvero il cuore. Mi spezza davvero il cuore. Questo è letteralmente tutto ciò che stiamo cercando di comunicare. Questo è ciò che è così strano per me. Quando la gente dice, cancella questo. Cancella quello. No, poi loro si sparano altri quattro comedy special. Ma le persone che vengono cancellate sono le persone trans che soffrono, o si suicidano, o sono uccise.

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Giacca e pantaloni, SAINT LAURENT BY ANTHONY VACCARELLO; T-shirt, Stylist’s Own; anello “due dita”, STERLING ASSAULT; anello, THE GREAT FROG; anfibi vintage, disponibili presso Stock Vintage, NYC; calze, FALKE.

Foto di Ruven Afanador. Moda di Bill Mullen.

Trovo spesso che siano i media a farlo. La gente può riuscire effettivamente a comunicare in un modo non aggressivo, ma poi all’improvviso si crea questa tensione, e poi improvvisamente questa persona la raddoppia! E, tipo: no. È una conversazione, che, per inciso, è quello che stai dicendo di aver chiesto.

Le battute hanno un impatto che fa male alle persone. Capisco che la gente potrebbe pensare che non è così. Capisco che non hanno intenzione di ferirti. Ma non è uno scherzo. Non è uno scherzo. Voi credete a quello che state dicendo. Voi ci credete. Non è uno scherzo. Ci credono. Chiaramente non è uno scherzo. E tutto ciò che stiamo dicendo è: Potete per favore ascoltare e capire il male che fanno? Questo è tutto ciò che stiamo cercando di dire. Questo è letteralmente tutto ciò che stiamo cercando di dire. E poi veniamo inondati di odio per averlo detto. Ma, mi dispiace: siete voi quelli che non vogliono parlarne. Siete voi quelli così sensibili, quelli che non riesce a gestire le persone che dicono, Ehi, puoi non farlo?.

Amo l’hockey. Non ho davvero una squadra del cuore, mi piace semplicemente guardarlo. Quando vivevo a Los Angeles, andavo vedere i Kings e tifavo per loro. Ma se avessero giocato contro il Toronto, avrei fatto il tifo per entrambi. Ieri sera ero in uno sports bar a guardare i playoff dell’Nba, la partita era Memphis contro Minnesota. Non sono un tipo da tifo sfegatato per una squadra. È strano? Continuo a dirmi che dovrei diventarlo. Ogni anno mi dico: questo è l’anno in cui mi scelgo una squadra e tifo solo per quella. E non lo faccio mai.

Potrei ancora pattinare. Sono passati secoli, ma lo potrei fare. Probabilmente sono salito sui pattini a tre anni. Su uno stagno. Ci andavo quando gelava.

La squadra di mia madre è il Liverpool, conosce tutti i giocatori, l’allenatore, le storie, tutto. In cima alla lista dei suoi desideri c’era andare a vedere una partita del Liverpool. Stavo facendo la campagna stampa per la prima stagione di The Umbrella Academy a Londra. C’era una partita del Liverpool. Ho contattato la squadra e ha detto che volevo portare mia madre a vedere una partita. Sono stati incredibilmente accoglienti e gentili. Ho portato mia madre e l’ho sorpresa. Guardarla durante quella partita è stato veramente uno dei momenti più speciali della mia vita. All’inizio, quando tutti cantavano, lei ondeggiava e cantava. Ho il video! Quando la partita è finita l’hanno invitata a vedere il campo e i sedili dove siedono i giocatori. Ha avuto modo di incontrare l’allenatore. Vedere mia madre felice mi rende così felice.

Forse hai letto il libro di Alexander Chee How to Write an Autobiographical Novel? Ohhhhhh. È così bello.

Mia madre è nata negli anni Cinquanta. Era la figlia di un ministro. Hai presente? Lei sicuramente non voleva che fossi queer. È stata una grossa sfida, per anni. Fino ai miei vent’anni. Ma la amo così tanto e capisco perfettamente, e perdono. Ho una madre che mi ama e non tutti ce l’hanno.

Perdono? Dipende dalla situazione. Ci sono un paio di persone che non perdon0. Non capisco questa cosa per cui si debba sempre perdonare. Non auguro loro del male, ma non dovrei sentirmi obbligato o forzato a perdonarli. Forse, a un certo punto, ma ci sono un paio di persone che proprio non posso perdonare, e non mi sento in colpa per questo. E ci sono altre persone che invece assolutamente sì. Ovviamente.

Conosci il libro Split Tooth, di Tanya Tagaq? È uno delle migliori cose che abbia mai letto. Incredibile. Incredibile. Incredibile. Incredibile. Le ultime due pagine sono interamente dedicate a questo bel pezzo sul concetto: non voglio perdonare. Ma perdono me stesso. Lo prendo ogni tanto in mano, solo per rileggere quelle parole.

Bambini? No. Mi sento come se dovessi ancora prendermi tanto cura di me stesso. Sono fissato con il mio cane. Lui è il mio bambino. Mi va bene così. Voglio dire, se incontrassi qualcuno che ha avuto un figlio, non sono completamente chiuso all’idea che forse, quando sarò più vecchio, potrei adottare un bambino più grande, sai. Ma no.

Per me, l’euforia è semplicemente l’idea di svegliarmi, preparare il caffè e sedermi con un libro ed essere in grado di leggerlo. So che può suonare strano, ma non posso sottolineare abbastanza il grado di disagio e di difficoltà che ho sperimentato e che ha intralciato tutto. Come poteva non farlo?

C’è un’universalità in questo. Tutti abbiamo sperimentato versioni diverse del disagio. Sarebbe così bello se ci rendessimo conto sempre più di quanto tutto questo coinvolga tutti. Le persone cisgender non sperimentano quello che mi viene gettato addosso, non sono confinate negli spazi che ci si aspetta da loro. Questo ci riguarda tutti.

La cena di stasera? Bella domanda. Ho verdure e altre cose. Finocchio, broccoli…

«Euforia: estate, fuori fa caldo, e io con solo una T-shirt bianca che mi sta bene addosso, cammino lungo la strada, spalle in fuori, godendomi il sole e la giornata»

(RE)immaginando Viktor

Testo di Thomas Page McBee

Nel bel mezzo della crescente violenza legislativa, retorica e fisica contro le persone trans da parte di coloro che ritengono che stiamo distruggendo il tessuto stesso della civiltà, Elliot Page ha rivelato di essere transgender e, da un giorno all’altro, è diventato il volto dei transmasculine di tutto il mondo. Ha anche confermato che avrebbe mantenuto il suo ruolo nella popolarissima serie di supereroi di Netflix The Umbrella Academy.

È stato un sollievo per molti fan, che avevano sollevato una domanda importante: avrebbe recitato come cisgender o il suo personaggio avrebbe effettuato la transizione insieme a lui? In quanto uomo trans la cui transizione era stata ritardata da un racconto errato, assente e dannoso, speravo in quest’ultima soluzione. Secondo Glaad (organizzazione no profit di attivismo Lgbt, ndr), uomini e ragazzi trans sono notevolmente sotto rappresentati in televisione: c’erano solo quattordici personaggi transmasculine nella stagione televisiva 2021-22 in tutti i network. Conosco Elliot dal 2018, quando ci siamo incontrati sul set di Tales of the City di Netflix, in cui lavoravo come sceneggiatore. Alcuni giorni dopo aver fatto il suo annuncio, Elliot mi aveva presentato Steve Blackman, il responsabile della serie The Umbrella Academy. Steve era entusiasta di inserire nella serie tv la transizione avvenuta nella vita reale di Elliot.

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Giacca e jeans, SAINT LAURENT BY ANTHONY VACCARELLO.

Foto di Ruven Afanador. Moda di Bill Mullen.

Era giusto sia per l’attore che per il personaggio perché approfondiva temi già esistenti, mi ha detto Steve. L’unico problema? Le sceneggiature erano chiuse. La terza stagione era stata completata e la produzione sarebbe dovuta entrare in azione in meno di due settimane. Il compito era quello di innestare una storia di transizione su una trama complessa, con tanti personaggi che agiscono in modo corale. Mal di testa a parte, il risultato è stato straordinario. Il personaggio di Elliot sarebbe diventato Viktor Hargreeves, rendendo quel personaggio l’uomo transgender di maggior profilo in tv.

Ad ogni modo, i vincoli temporali e narrativi hanno rappresentato un’opportunità unica. Poiché Elliot stava tornando sullo schermo in un ruolo stabilito e con un personaggio molto più approfondito, che si interfacciava con ogni aspetto della trama, la sua storia richiedeva che la sua transessualità esistesse all’interno del racconto, non solo come un tratto caratteristico del personaggio. Gli ostacoli creativi non erano finiti qui. Gli eventi della terza stagione riprendono immediatamente dalla fine della seconda, quindi Viktor non avrebbe potuto evolversi fra una stagione e l’altra. Il suo cambiamento doveva manifestarsi nei primi episodi della terza serie, senza la “presa per mano” di solito usata per il pubblico cisgender. Era, come tutte le persone trans, sempre se stesso, che i suoi fratelli e sorelle nello show, o gli spettatori che lo guardavano, lo sapessero o meno. Come nella vita, intendo.

Le persone trans spesso sanno che siamo trans molto prima rispetto a quando sveliamo questa informazione agli altri. Abbiamo obiettivi che non ruotano attorno all’essere trans. Abbiamo drammi familiari estranei alle nostre identità di genere, punti di forza e difetti che abbracciano l’interezza delle nostre vite. Per necessità, questa è stata un’opportunità per mostrare una transizione così organica, fondamentale per il personaggio, che poteva funzionare solo se fosse stata perfettamente inserita nella trama, con il personaggio che evolveva insieme agli altri, senza oscurarli. Elliot ed io abbiamo avuto una lunga conversazione su quando e come Viktor avesse potuto scoprire la sua identità di genere e in che modo poteva incarnare quell’identità nella terza stagione.

Steve e io abbiamo usato le intuizioni di Elliot come punto di partenza per formare una nuova narrativa, da inserire su quella esistente, una che arrivasse dove Elliot si trovava nel suo processo di transizione all’inizio delle riprese. Poiché Steve aveva una conoscenza enciclopedica dei personaggi cisgender nello show, ci ha aiutato a capire come la famiglia avrebbe potuto reagire alla notizia relativa al loro fratello. Il risultato del nostro lavoro è più vero del vero in molti punti chiave. In questa storia, essere trans è un contesto, un mettersi a fuoco, un affinamento della prospettiva che non farà che approfondire la connessione che milioni di spettatori hanno già con Viktor e la sua famiglia. E per questo, traspare la verità più vera: in The Umbrella Academy, Elliot Page interpreta un uomo transgender che, come la maggior parte delle persone trans che conosco, non sta lavorando per distruggere il mondo, ma per salvarlo.

Production by ROGER INNISS @BOOM PRODUCTIONS INC. Set Design by CHARLOTTE MALMLÖF. Hair by THOM PRIANO. Grooming by FRANKIE BOYD FOR TOM FORD. Tailoring by JOSEPH TING.

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