Da Ratzinger a Miss Italia: intervista as Antonio Giulio Grande, lo stilista col senso del sacro

a cura di Liliane Tami

Vestire il sacro e il regale: Anton Giulio Grande è uno degli stilisti più appezzati a livello
mondiale. Le sue creazioni sartoriali sono apprezzate non solo dalle supermodelle più
celebri, ma anche dalle famiglie regali di tutto il mondo e dal pontefice Bendetto XVI. In
questa interessantissima intervista andremo ad indagare il nesso tra vestito ed anima, tra
forma e sostanza, e capiremo perché l’abito… fa il monaco.
Johann Wolfgang Goethe, grande poeta tedesco, sosteneva che l’architettura fosse musica
congelata. In modo analogo si potrebbe affermare che gli abiti siano l’incarnazione
dell’animo di chi li sceglie e indossa. Si, perché vestirsi è un voto, ossia una scelta: il
guardaroba, che si costruisce con costanza nell’arco dei decenni, è una propria
autobiografia scritta con tessuti, forme e colori. I vestiti di una persona sono, come la sua
libreria, la descrizione di ciò che ha vissuto, che ama e che vuole dimostrare. Gli abiti fanno
il monaco: indagando all’interno dell’armadio di un individuo se ne può evincere l’amore
per la cultura, lo stile di vita, l’orientamento politico e persino la spiritualità. Un
guardaroba ricercato, in cui vi sono cappotti in lana cotta e camicie bianche a nido d’ape,
giacche da caccia e cravatte in seta pregiata, freschi tailleur in lino per l’estate e lunghi abiti
in pizzo impreziositi da ricami floreali è indubbiamente ben diverso da un armadio che
contiene solo t-shirt scolorite o vestiti comprati all’outlet che ostentano marchi e scritte
alla moda.

Gentile Giulio Grande, cominciamo subito l’intervista…contestualizzandola: chi
sono le dive della televisione, attualmente, che indossano le sue preziose opere d’arte?

Occupandomi principalmente di alta moda creo delle collezioni cosiddette ‘non con
scadenze ‘ e non programmate. Creo abiti quando ho ispirazione e idee in merito , cercando
da sempre di mantenere uno stile che sappia coniugare coerenza, rispetto per il mio
background creativo e soprattutto unicità e qualità . Pertanto non c’è sempre una
continuità nel vestire le celebrity: devono piacermi i contesti e le testimonials in modo tale
da poter esserci di aiuto vicendevolmente. Sia io che le testimonials dobbiamo avere un
ritorno di immagine. L’ultima in ordine di apparizione è stata la bellissima Elisabetta
Gregoraci durante il red carpet della festa del cinema di Roma in un tourbillon di frange e
ricami.

Lei è un affermato stilista di fama internazionale. Dalle sue interviste apparse
sulle testate più prestigiose si evince che possiede una cultura molto vasta e
che supera i confini della moda. Ci parli dei suoi maestri. Come mai in alcune
interviste ha citato Franco zeffirelli e Umberto Eco? Che impronta le hanno
lasciato?

Viviamo in un momento paradossale: per alcuni versi è competitivo, veloce e immediato
per altri invece è approssimativo e superficiale e spesso si dà poca importanza alla cultura
in genere e allo studio della conoscenza del passato. La moda è, da sempre – attraverso le
proposte abbigliative- un mezzo di comunicazione, tramite cui si devono o si possono
comunicare concetti e idee attinte da studi e reminiscenze provenienti dal mondo dell’arte ,
della letteratura e della storia in modo da poterli farli conoscere tramite la divulgazione del
‘ prodotto ‘ moda .
Ho avuto il grande privilegio di avere tanti mentori prestigiosi: in primis Franco Zeffirelli
poi Umberto Eco, Micol Fontana e Rita Levi Montalcini. Ognuno di loro mi ha trasmesso il
vero senso della grandezza attraverso grandissime lezioni culturali al contempo unite a
quella semplicità e umiltà che solo nei grandi si riconosce. Sono state delle lezioni non solo
prettamente culturali, ma che anche spirituali: hanno suscitato nel mio intimo questo
desiderio di compiere un percorso attraverso tutto lo scibile umano .

Quale è il suo filosofo/scrittore preferito?

Fin da ragazzo sono stato appassionato di letteratura, decidendo infatti di scegliere il
liceo classicoer approfondire questo tipo di studi . Gli scrittori, letterati e i poeti che
incontrano le mie preferenze sono moltissimi ma uno tra i tanti è sicuramente Oscar
Wilde, che rappresenta la summa della letteratura in quanto : poeta , scrittore, giornalista,
saggista, drammaturgo, critico letterario e soprattutto aforista. Wilde fu un antesignano di
uno stile assolutamente innovativo e moderno che non solo riguardo ‘ la letteratura ma
proprio un ‘life style ‘ che nasce con lui, e insieme a lui le terminologie quali ‘ dandismo’ , ‘
estetismo’ , ‘ maledettismo’ …tutti sottoinsiemi del Decadentismo.
Fu una personalità che inventò uno stile letterario e anche un faro per la moda per i salotti
sia inglesi che francesi , un’icona di eleganza in cui lo stile letterario era coerente col suo
modo di  vivere, basato su un concetto esasperato dell’estetismo, dall’ abbigliamento
stravagante (per quei tempi) col rifiuto del conformismo nell’attuazione del diverso . La
sua coerenza , il suo estremismo divenne per  sempre e per le generazioni susseguenti
simbolo e manifesto di libertà nei confronti dell’omosessualità. Si innamora del giovane
Alfred Douglas tanto da finire in prigione con l’accusa di sodomia e in quel drammatico
frangente scrive uno dei suoi capolavori della letteratura moderna: ‘ De Profundis’ che non
è altro che una delle più belle lettere d’amore della letteratura, dove si evince che,
 nonostante  la prigionia a causa di un sentimento al tempo illegittimo , il suo amore era
senza rancore nè pentimento ed era purissimo.

I suoi abiti trasformano le donne in bellissime regine. Essendo lei nato a
Lamezia Terme, cosa ne pensa del Regno delle due Sicilie? Quali sono secondo
lei i pregi delle monarchie e delle antiche famiglie nobiliari?

Essendo figlio sia della Magna Grecia che del Regno delle due Sicilie, orgogliosamente
raccolgo la prestigiosa eredita artistico/ culturale delle mie origini , limitandomi ad
apprezzare storia e cultura di un passato ricco di fasto, anche variegato, causato delle varie
invasioni subite . Sul Regno delle due Sicilie ci sono testimonianze abbastanza differenti e
contraddittorie, chi parla di decadenza e arretratezza, chi invece di condizioni ideali e
molto migliori rispetto al Regno d’ Italia. Penso che la tradizione secolare del patrimonio culturale napoletano non si debba mettere in discussione, soprattutto se pensiamo alla
vivacità delle attività teatrali, in primis del Teatro San Carlo, il più ricco d’Europa dove
vanta esibizione di Doninzetti, Verdi , Bellini , Rossini ecc.
Il Golfo partenopeo ha ispirato grandi artisti e infatti nacque l’accademia delle belle arti e il
museo archeologico di Napoli battezzato Real Museo Borbonico.
A proposito delle monarchie: penso che ogni epoca sia figlia del suo tempo e in tale tempo 
debba essere giudicata , apprezzata e valutata e che i paragoni tra  epoche diverse spesso
siano poco attuabili perché, come la stessa moda ci insegna, tutto è passeggero e i
cambiamenti sono repentini .

Cosa ne pensa dei costumi storici, come i bellissimi abiti nel film il
Gattopardo [tratto dal libro di Giuseppe Tomasi di Lampedusa]? Quale è
stato, secondo lei, il periodo storico che ha generato i vestiti più belli?

Il film ‘ Il Gattopardo’ è un capolavoro, reso magico dalle location , dagli attori
straordinari, dal periodo storico rappresentato e dai costumi creati in modo certosino dal
grande talento di Piero Tosi, soprattutto per aver reso celebre , attraverso l’abito della
protagonista Angelica interpretata dalla bellissima Claudia Cardinale , la scena del valzer 
con Burt Lancaster .
Ogni periodo storico ha secondo me rappresentato un’epoca ,e con essa uno stile
indimenticabile, difficile sceglierne uno. Ma un periodo rappresentato forse da un’icona di
bellezza ammirata per il suo stile e che dettò legge in fatto di moda -ma non solo nel senso
stretto degli abiti, ma delle acconciature e degli accessori – fu senza dubbio la regina Maria
Antonietta , che ebbe fin dall’inizio del suo regno con se una vera e propria stilista di alta
moda: Rose Bertin, definita da tutti Ministro della moda .
Lo stile di quell‘epoca fu il più opulente tanto da diventare in Europa un vero e proprio
centro della nascita e della diffusione della moda , tanto che si parlava di ‘ vestirsi alla
francese’ . Nessun’altra regina ha ispirato una vera rivoluzione di stile come lei , che
attirava ammirazione ma anche disprezzo del popolo. Le sue tendenze sono state emulate
da tutti gli stilisti , vittime di una forte fascinazione per gli abiti della corte di Versailles ..
da Vivienne Westwood a John Galliano che dedico ‘ la sua collezione per il sessantesimo 
anniversario di Dior , Chanel e moltissimi altri. Maria Antonietta fu una vera e propria
antesignana delle influencer : personaggio controverso , tra le più venerate, odiate dalla
storia , martire e vittima della storia e anche della moda. Fu trovato addirittura un diario di
72 pagine contenenti campioni di tessuti con accostate descrizioni dell’utilizzo dello stesso
… Maria Antonietta continua a vivere un’estetica moderna destinata all’eternita’Come diceva Hegel, l’arte incarna lo spirito del tempo.

Cosa ne pensa delmondo fashion per le masse contemporaneo?

Hegel è stato il più grande interprete ed esponente della corrente filosofica detta ‘
Idealismo’ , pertanto secondo lui tutto è Spirito, tutto è determinato nello Spirito e dallo
Spirito ,  questo concetto vale anche  per l’arte. L’artista infatti è interprete sensibile della
società entro cui opera , reagendo positivamente o negativamente agli stimoli che gli
provengono dall’esterno, esprimendo impressioni e forme artistiche  svincolate dalla
razionalità ,per entrare in comunicazione con la società che vive . Pertanto ogni opera
d’arte è espressione della società che l’ha prodotta e per capirla bisogna studiare il periodostorico in cui ha operato e vissuto l’artista . Ogni periodo storico ha una sua concezione
artistica e per capire l’opera d’arte è necessario inserirla nel contesto storico in cui è nata .
La moda , come l’arte, è stata sempre influenzata da fattori politici , sociali , letterari ,
filosofici , religiosi , economici e bellici e da sempre influenza le masse contemporanee ed
figlia del suo tempo . Il periodo che stiamo vivendo, storicamente difficilissimo, è lo
specchio delle tendenze nell’ambito della moda , approssimative e forse prive  di 
originalità , eleganza e creatività , di dipendenza spesso pericolosa dai social  , attraverso
l’emulazione di modelli che non sempre possono essere definiti tali.

Sempre più giovani si presentano a scuola…mal vestiti. In Canton Ticino – in
Svizzera- addirittura alcuni anni fa si era pensato di reintrodurre le divise
scolastiche. Lei cosa ne pensa?

‘ In media stat virtus’ recitava una popolare locuzione latina, ossia la ricerca dell’equilibrio
tra due estremi , lontana da ogni esagerazione …. le famose ‘ vie di mezzo ‘ care anche al
Buddhismo. Se da un lato adottare l’utilizzo di ‘ divise’ creerebbe una omologazione tra i
ragazzi e quindi eviterebbe anche magari il disagio di chi non può sfoggiare look diversi e
alla moda quotidianamente , al tempo stesso però toglierebbe la libertà ai giovani di potersi
esprimere con libertà. Penso che la scuola sia una palestra di fondamentale importanza per
la formazione (non solo culturale) dei ragazzi e che bisognerebbe  comunque mantenere e
rispettare un rigore civico, che dovrebbero poi attuare nella loro vita professionale e
personale e i look non dovrebbero passare in second’ordine , dando priorità ad altro. Fuori
da contesti scolastici vi è libertà d’espressione, ma andrebbe coltivata con educazione per
celebrare la bellezza e il buon gusto sempre.

Insegnare storia del costume nei programmi scolastici potrebbe essere un
modo per arginare l’ignoranza estetica delle nuove generazioni?
 La storia della moda e del costume sono discipline affascinanti e dalle mille sfaccettature,
che corredate allo studio della psicologia dell’abbigliamento, oltre ad avere un potere
d’insegnamento verso la storia e la cultura. Queste materie potrebbero avere importanti
imput nelle nuove generazioni per far capire quanto nella storia hanno avuto importanza
look e costumi e quanto hanno segnato epoche ed eventi, destinati a diventare ver e propri
cult .
Nelle scuole ci sono discipline obbligatorie e spesso alcune vengono sottovalutate.
Purtroppo anche alla storia dell’arte spesso si da poco spazio. A parer mio invece
potrebbero essere significative e propedeutiche per un’educazione sicuramente migliore e
una tensione incisiva  verso l’eleganza e alla non sottovalutazione di determinate
circostanze, che hanno reso indispensabile la moda. Ora più che mai , visto lo stato di
decadenza e ignoranza che le nuove generazioni stanno vivendo a causa di modelli
approssimativi , potrebbe essere un metodo per tornare ad acquisire quel livello estetico
quasi e irrimediabilmente dimenticato .

In un’intervista lei si definisce cattolico. Ha mai pensato di realizzare abiti per
il Papa o paramenti liturgici importanti in seta ed altri materiali preziosi
?

Ho molto rispetto per le religioni in generale, qualunque esse siano, purché non diventino
estremiste e propense al fanatismo. Sono mondi misteriosi che andrebbero vissuti con
coerenza e intimità . Sono nato in una famiglia cattolica, credente e praticante, dove ho
ricevuto insegnamenti ricchi di ideali e punti di riferimento molto forti e ben radicati .
Qualche anno ho realizzato due tovaglie per due altari diversi per Sante Messe celebrative
del Papa Ratzinger Benedetto XVI .
La prima è stata adoperata quando celebrò in euro visione la Santa Messa in occasione
della sua visita in Calabria. Era in puro lino bianco con intarsi, tramezzi e bordi realizzati
con la tecnica del chiacchierino, interamente creati a  mano da esperte e sapienti mani di
artigiane calabresi  e un’altra destinata al Vaticano in pizzo rebrode’ francese .
Certo, mi piacerebbe realizzare parametri sacri preziosi, abiti per cardinali dalle tonalità
appunto purpuree, mordorè e cardinalizie. Per il Papa penserei a ricami in oro
preziosissimi. Importerei tutto il mio stile e background dell’alta moda , tra tessuti pregiati
e ricami importanti, nell’ abbigliamento sacro .

Recentemente il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, l’ha
nominata commissario straordinario della Fondazione Calabria Film
Commission. Di cosa si occupa esattamente? Perché è importante il mondo
cinematografico per la sua terra?
La Film Commission è una struttura operativa che si occupa di sostenere l’audiovisivo in
Calabria per le fiction , per i cinema ecc…uno strumento di promozione del territorio nella
sua natura di possibile location per il cinema, anche attraverso il sostegno a festival e
rassegne culturali che diventino opportunità di lavoro per i  professionisti  del settore . Per
questo ultimo aspetto è disponibile sul nostro portale una banca dati sulle professioni
presenti , una location guide puntuale sui luoghi e gli scenari . La mission è  importante e
nelle mie intenzioni vorrei proporre una narrazione della Calabria innovativa , moderna
ma soprattutto consapevole delle sue radici classiche , colte e raffinate .

Per concludere parliamo del suo prezioso contributo nel salvare gli antichi
mestieri d’arte ormai in via d’estinzione. A chi si rivolge per fare realizzare i
pizzi e le parti più ricercate dei suoi abiti? Teme che in futuro gli artigiani
capaci di usare il tombolo o realizzare ricami a mano possano scomparire?

 Fin dai primi anni in cui ho dato vita alla mia attività, mi sono sempre circondato e sono andato sempre alla ricerca meticolosa e ossessiva quasi, del personale che potesse affiancarmi, da istruire secondo le mie metodologie lavorative, per realizzar e abiti e ricamiche trasudassero di poesia e tanto delicatissimo lavoro di mani sapienti, in modo tale da realizzare piccoli capolavori sartoriali , belli fuori e dentro, con minuziose rifiniture tutte fatte a mano … le macchine da cucire erano e sono quasi bandite in sartoria. Negli ultimi anni questo lavoro è sempre più in estinzione e poco , se non per nulla amato , dalle nuove generazioni…. un vero peccato perché l’Italia ha tradizioni antichissime e storiche di questo tipo di mestiere che spesso supera lo stesso per addentrarsi proprio nell’arte . Speriamoche , se da un lato esiste una vera e propria crisi del lavoro , ci si possa riappropriare del recupero di antichi mestieri attraverso l’orgoglio e il rispetto che dobbiamo nei confronti del Made in Italy osannato da sempre nel mondo .

Quanto tempo dura la realizzazione di un vestito, dalla prima bozza alla passerella?

Dipende molto dalla tipologia dell’abito e dalla lavorazione. Solitamente un abito di alta
moda viene prima progettato attraverso un mood, una ricerca estetica , un’ispirazione…
passando da più mani. Si inizia con un bozzetto e appunti annessi , scelta del o dei tessuti
più adatti , la prova in tela o un cartamodello, quindi la prototipia , taglio dei vari pezzi che
lo compongono , l’assemblamento, esecuzione , rifiniture , eventuali ricami.. processi
lunghi e pazienti … poesia , nient’ altro che poesia nel vederlo anche per una sola  manciata
di minuti sulla modella in passere.

Cosa si potrebbe fare per mantenere viva la bellissima tradizione sartoriale italiana, apprezzata in tutto il mondo?

Innanzitutto questi antiche tradizioni bisogna amarle e forse ancor di più bisognerebbe
saper trasmettere amore verso questo tipo di mestiere alle nuove generazioni, perché senza
amore , pazienza e passione questi mestieri non si possono nè insegnare , nè imparare.
Bisogna essere colti e studiare il passato e magari lo Stato, attraverso leggi e proposte,
incentivare a mantenere viva una tradizione che ci ha reso nobili ed eccellenti nel mondo e
al tempo stesso creare indotti, fatturati, posti di lavoro, anziché arricchire paesi esteri .

Che consigli darebbe ai giovani stilisti di oggi che vogliono avere successo nel
campo della moda? Secondo lei a causa dei social vi è il rischio che le buone
capacità di marketing di uno stilista vengano scambiate col suo valore in
qualità di artista?

I consigli classici, quelli veri ed efficaci da sempre , che ci hanno insegnato i latini da
Cicerone a Seneca, Lucrezio, Marco Aurelio … ci esortano a studiare il passato perché senza
la conoscenza del passato non può esserci futuro . Come sosteneva Seneca : ‘ la vita è divisa
in tre momenti : passato, presente e futuro. Di questi , il momento che stiamo vivendo è
breve, quello che dobbiamo vivere non è sicuro , quello che abbiamo vissuto è certo.
Attualmente , purtroppo la tendenza è basata sul successo facile, con poco studio né
gavetta, supportato dai social e da internet dove tutto apparentemente ‘ appare’ facile e
immediato , attraverso ,spesso , esempi del tutto discutibili . Bisognerebbe attuare la
locuzione latina , sempre attuale ‘ in media stat virtus”.

E per concludere…in una donna, oltre all’abito, con cosa seduce?

Sono molteplici e svariate le qualità e le caratteristiche peculiari dello scibile umano
femminile che mi attraggono . In primis la personalità , forte , decisa e audace ….
ovviamente corredata da intelligenza, fascino e modi comportamentali da rendere unica la
persona . Un abito bello e di qualità fine a se stesso può attrarre nell’immediatezza, ma se
una donna non è elegante di suo e nei modi , passa subito l’effetto abbagliante. Anche la
bellezza fine a se stessa rischia di diventare noiosa se non e’ affiancata da un’intelligenza
ironia e autoironia .
Un abito viene valorizzato non solo  attraverso il fisico, ma soprattutto grazie la
personalità, un modo unico che caratterizza la donna attraverso un modo di accavallare le
gambe , di camminare, di toccarsi i capelli….e di parlare. Con i dialoghi si incanta , si
seduce e si fa dimenticare tutto il resto intorno . La donna può tutto questo …

Da Ratzinger a Miss Italia: intervista as Antonio Giulio Grande, lo stilista col senso del sacro