Un anno senza don Pino









L’applauso scrosciante che aveva accolto l’annuncio della sua nomina a Vescovo di Ragusa, in una cattedrale di Caltanissetta gremita per la festa di S. Michele, l’8 maggio dello scorso anno, aveva espresso la gioia sincera di tutto il popolo di Dio che si riconosceva autenticamente nella decisione di Papa Francesco, come se avesse scelto uno di noi, il migliore di tutti, il più meritevole, finalmente chiamato ad una responsabilità adeguata alla sua preparazione, alla sua forza morale, alla sua qualità pastorale. Per dodici anni Vicario generale, Don Pino per tutti, è stato il punto di riferimento e l’interlocutore privilegiato per tutto il clero e i laici, le associazioni, gli uffici diocesani, il mondo dell’informazione. Giornalista autentico, comunicatore innovativo e promotore dell’informazione diocesana inaugurando nuovi percorsi di presenza, online, social, in video, coinvolgendo intellettuali da tutta Italia per la rivista diocesana, L’Aurora, con uno sguardo aperto e profondo sulla società a cui si rivolgeva con la voce e la proposta della Chiesa locale.

Capace di conciliare sempre con equilibrio sostanziale le esigenze ecclesiali e quelle della società, riconosciuto e stimato indiscutibilmente ad intra e ad extra, capace di ascoltare come pochi, acutamente intelligente nel cogliere i nodi fondamentali delle questioni e nell’individuare le soluzioni possibili ed il metodo giusto per realizzarle, sa stemperare le tensioni con un sorriso e disinnescarle con ironia affettuosa, restituendo ai problemi la giusta dimensione e non trascurando mai di valorizzare ogni possibile positività che nelle persone e nelle situazioni si può sempre trovare.

La sua cordialità non è mai stata il galateo formale, a volte un po’ ipocrita, dell’ecclesialese, ma trasparenza della gioia della fede che ha segnato e orientato la sua vita sostanzialmente, e che ne guida l’azione pastorale con passione credente, mai esibita, con una spiritualità profondamente vissuta, lontanissima da ogni retorica, ma rocciosa e infaticabile soprattutto nelle situazioni di difficoltà, sempre autorevole, mai autoritario.

È sempre una gratificazione della mente oltre che dell’anima scoprire la profondità della sua cultura, capace di spaziare dalla teologia alla letteratura, dalla filosofia alla sociologia, negli interventi culturali o nelle omelie che lo hanno visto protagonista fascinoso, sommerso dai complimenti di chi lo ascoltava ed ogni volta sinceramente umile e sorpreso, quasi incredulo, di fronte a queste attestazioni. Una modestia autentica la sua, non un minimalismo affettato, ma il senso rigoroso del limite, mai calcolato per opportunità, ma dimensione razionale attenta alle domande, alle obiezioni possibili, testimone di dialogo, erede della migliore tradizione della Chiesa nissena post-conciliare.

Don Pino ci manca tantissimo, non possiamo nasconderlo, per il suo stile pastorale e la sua originalità culturale innovativa, aperta, accogliente del pensiero altrui, capace di comprenderlo e di fare crescere, sempre, anche recuperando i nostri errori, all’interno dei quali è capace di trovare sempre una luce da fare emergere, una strada nuova da provare a percorrere. Con l’entusiasmo di una speranza irriducibile, perché fondata sull’Eterno.

Fiorella Falci



Tags: ricordo, Caltanissetta, un anno con il vescovo Giuseppe, don Pino






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Redazione “Insieme” esce col n° 0 l’8 dicembre del 1984. Da allora la redazione è stata la “casa di formazione” per tanti giovani che hanno collaborato con passione ed impegno.














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