Domenica l’ordinazione di Ivan Maffeis nuovo arcivescovo di Perugia. “Arrivo da umile prete per essere figlio di questa Chiesa, prima che padre”

Saranno quattro i luoghi di incontro del nuovo arcivescovo di Perugia, Ivan Maffeis, con il gregge a lui affidato da Papa Francesco, e rappresentano altrettanti “segni” della vitalità civile e religiosa della comunità perugina, che l’arcivescovo eletto conoscerà nel giorno della sua ordinazione episcopale e del suo ingresso in diocesi domenica 11 settembre: parrocchia, giovani, carità, istituzioni.

Don Maffeis farà ingresso nel territorio diocesano alle ore 10, sostando, come è tradizione, nella prima parrocchia che incontra nel percorso verso la chiesa cattedrale, Monte Corona, nel comune di Umbertide. Visiterà e si raccoglierà in preghiera nell’abbazia-basilica minore di San Salvatore, antico insediamento benedettino risalente all’XI secolo. La visita è anche un rendere omaggio non solo alla comunità parrocchiale, ma al monachesimo benedettino e al vasto patrimonio storico-artistico e culturale che vanta l’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve, ad iniziare dall’abbazia di Monte Corona. Si tratta di uno dei complessi monumentali più significativi della Chiesa locale, dalle profonde radici storiche, simbolo della spiritualità monastica che ha caratterizzato per secoli la fede di questa terra.

Successivamente l’arcivescovo eletto raggiungerà, alle ore 11, il complesso interparrocchiale d’unità pastorale “San Giovanni Paolo II” di Prepo-Ponte della Pietra-San Faustino di Perugia, dove incontrerà una folta rappresentanza di studenti universitari e del mondo giovanile di parrocchie, oratori e associazioni e movimenti laicali. A Prepo si trova la chiesa più “giovane” dell’Arcidiocesi, consacrata quattro mesi fa, punto di riferimento anche sociale per un quartiere periferico in costante espansione, con non pochi problemi di integrazione, e dove sorgono diverse importanti realtà produttive che hanno vissuto momenti di crisi.

Terminato l’incontro con i giovani, don Maffeis arriverà, alle ore 12, al “Villaggio della Carità – Sorella Provvidenza”, sede anche della Caritas diocesana e di alcune opere-segno quali il Centro di ascolto diocesano, l’Emporio della Solidarietà “Tabgha”, il Consultorio medico e la Mensa “Don Gualtiero”. È il “cuore pulsante” della carità della Chiesa diocesana. Dopo l’incontro con i volontari e gli ospiti del Villaggio, famiglie in gravi difficoltà a seguito della perdita del lavoro e della casa e mamme con bambini in fuga dall’Ucraina, l’arcivescovo eletto pranzerà con loro alla Mensa “Don Gualtiero”.
L’esperienza del “Villaggio della Carità” accompagnerà don Maffeis verso l’abbraccio simbolico con i tanti fedeli che giungeranno anche dal Trentino, sua terra di origine, in attesa di incontrarlo, alle ore 15, in Piazza IV Novembre dove sarà salutato dai rappresentanti delle Istituzioni civili del capoluogo umbro sulla gradinata del palazzo comunale dei Priori. È la prima volta che un Pastore, nel giorno della presa di possesso dell’Arcidiocesi, viene accolto in quel luogo del massimo consesso civico cittadino (ai suoi predecessori gli sono stati rivolti gli indirizzi di saluto da parte delle autorità civili sulla gradinata della cattedrale). Anche questo è un segno che testimonia «quell’“armonia perugina tra la compagine ecclesiale e quella civica, e tra coloro che ne esercitano le responsabilità», evidenziata dal cardinale Gualtiero Bassetti in occasione del conferimento alla sua persona della cittadinanza onoraria da parte del Comune di Perugia. L’incontro-saluto con le Istituzioni civili suggella il legame tra la Perugia laica e quella religiosa, legame il cui simbolo visivo è nelle opere scultoree della splendida Fontana Maggiore che da quasi 750 anni fa da “ponte” tra la cattedrale di San Lorenzo e il palazzo comunale del Priori.

Terminato l’incontro con le autorità civili, l’arcivescovo eletto farà ingresso nella cattedrale di San Lorenzo dal portone di piazza IV Novembre. Dopo aver reso omaggio alla reliquia del Sant’Anello (esposta dal mattino alla venerazione dei fedeli) e all’effigie della Madonna delle Grazie, si raccoglierà in preghiera nella Cappella del Santissimo Sacramento. La celebrazione eucaristica, in programma alle ore 16, sarà preceduta dalla processione dei concelebranti insieme l’ordinando presule in piazza IV Novembre, snodandosi dal chiostro di San Lorenzo alla cattedrale facendo ingresso dal portone principale di piazza Danti. L’ordinazione episcopale e la contestuale presa di possesso avverranno durante la celebrazione con la presentazione e gli impegni dell’arcivescovo eletto che a seguire si distenderà a terra, davanti all’altare, al canto delle Litanie dei Santi, a cui seguirà l’imposizione sul suo capo delle mani dei consacranti e degli altri vescovi concelebranti e la recitata della preghiera di ordinazione. Seguiranno i “riti esplicativi” dell’unzione crismale, della consegna del libro dei Vangeli, dell’anello, della mitra e del pastorale, l’insediamento e l’abbraccio di pace.

Il rito sarà presieduto dal cardinale Gualtiero Bassetti, coconsacranti mons. Lauro Tisi, arcivescovo di Trento, e mons. Marco Salvi, vescovo ed amministratore diocesano, e concelebranti numerosi arcivescovi e vescovi, sacerdoti diocesani e religiosi e diaconi. Il servizio liturgico verrà svolto dai seminaristi. Saranno presenti i rappresentanti delle istituzioni civili umbre e trentine con i gonfaloni di diversi comuni. La celebrazione si concluderà con la recita della preghiera affidamento della comunità diocesana alla protezione della Madonna delle Grazie da parte del nuovo arcivescovo, scritta dal suo predecessore, il cardinale Gioacchino Pecci, poi asceso al Soglio pontificio con il nome di Leone XIII.

Parteciperà, per la particolare circostanza dell’ordinazione episcopale, una rappresentanza delle comunità claustrali dei monasteri delle Clarisse di Sant’Agnese e di Sant’Erminio di Perugia e di Santa Lucia di Città della Pieve, portando un saluto delle comunità oranti al loro nuovo Pastore.

L’arcivescovo di Trento mons. Lauro Tisi, al termine della celebrazione, donerà al confratello mons. Maffeis le reliquie del vescovo patrono di Trento, Vigilio, e dei santi martiri Sisinio, Martirio ed Alessandro: tre giovani cappadoci che sant’Ambrogio aveva inviato come collaboratori nell’evangelizzazione al vescovo Vigilio e che trovarono il martirio nel 397 in Trentino. Si tratta di un segno molto forte, sapendo quanto la Chiesa di Trento è legata alla memoria di questi santi e vuol essere anche un segno di gemellaggio tra la Chiesa di Trento e quella di Perugia-Città della Pieve, fondato sulla testimonianza della fede. E al momento dell’offertorio verranno portati in dono dalle cappellanie estere presenti nell’Archidiocesi (anglofona, francofona, romena, sud americana, ucraina…) dei prodotti tipici, segno di un legame fruttuoso con la comunità che accoglie tanti cittadini esteri provenienti da diversi Paesi del mondo.
Sono attesi numerosi fedeli anche dalla diocesi trentina, desiderosi di accompagnare il loro sacerdote «il don Ivan delle nostre valli». Inoltre ci sarà una nutrita rappresentanza di collaboratori laici della Cei di cui l’arcivescovo eletto è stato fino al 2020 sottosegretario. I fedeli che non riusciranno ad accedere in cattedrale potranno seguire la celebrazione in piazza IV Novembre, dove sarà allestito un maxischermo, e nella Sala dei Notari del Palazzo dei Priori, gentilmente concessa dal Comune. Complessivamente saranno allestiti più di mille posti a sedere nel rispetto delle vigenti norme anti-Covid.

“Ho sentito questa nomina come un cambio di vita – ha detto don Ivan intervistato da La Voce, giornale cattolico di Perugia – cioè un passaggio radicale. Da una parte ero qui a Rovereto da due anni, quindi portato a conoscere il territorio, a cercare di dare un nome alle famiglie, ai ragazzi, alle persone. La nomina è stata una sorpresa che mi ha fatto capire di essere arrivato in fretta al termine di un mandato per assumere una responsabilità enorme rispetto alla precedente. ‘Mi sento davvero piccolo!’, questo è stato il primo pensiero. In seguito ho poi sentito meglio la gratitudine per la fiducia del Papa, la fiducia della Chiesa”.

Don Ivan Maffeis, nello zainetto del prete di montagna, cosa ha messo?

“Parto con l’amore della mia gente. Anche queste settimane di saluto, di congedo, ti fanno toccare con mano la ricchezza della nostra comunità. Quella comunità di cui a volte come preti magari ci lamentiamo pure, in cui magari cogliamo più gli aspetti di fatica che di grazia.
La scelta che ho fatto con l’Arcivescovo di Trento, di essere ordinato a Perugia, vuole essere una scelta di campo, quella di dire: arrivo da umile prete, arrivo per essere figlio di questa Chiesa, ancor prima che padre.

D’altra parte le radici trentine, la famiglia, la Chiesa di lì spero possano diventare non tanto una nostalgia ma una possibilità in più. Vista dal Trentino, l’Umbria è una terra meravigliosa, una terra di santi, di bellezze artistiche e naturali incredibili. Per altro verso il Trentino ha da offrire accoglienza, ha da offrire turismo, ha da offrire una storia significativa. Credo che se le nostre due Chiese troveranno un po’ alla volta la possibilità di una collaborazione e di uno scambio, potrebbe andare a beneficio di tutti”.

Lei ha perso un fratello, Marco, in età ancora piuttosto giovanile per un incidente sul lavoro. Un tema molto caldo nel nostro Paese, basti pensare ai dati Inail sulle morti bianche nella sola Umbria…
“Questo non solo fa pensare, ma per molti versi è motivo davvero di scandalo, specialmente quando la morte è frutto di responsabilità, di una sopravvalutazione magari di un risparmio. Non possiamo rassegnarci a contare i morti, chi semplicemente svolge il proprio lavoro e con questo si trova esposto a un pericolo di vita. Nel caso di Marco è stata una morte drammatica, una morte improvvisa, ma credo che ognuno di noi abbia nel cuore, nella memoria persone care che ha amato e dal quale è stato amato, e che ha visto a un certo punto partire.

Quello che con la mia famiglia insieme abbiamo cercato di vivere è, da una parte, custodire la memoria degli affetti, non semplicemente per nostalgia ma per salvare ciò che può aiutarci ad andare avanti, non dimenticare, non lasciare che il tempo cancelli volti e storie condivise. Accanto alla memoria la riconoscenza per queste persone: un fratello, un papà, una mamma, un figlio ci hanno donato molto, e questo aiuta anche a portare il dolore per la loro mancanza. Se posso aggiungere un pensiero che mi è molto caro, sono convinto che i nostri defunti siano i primi santi di casa nostra”.

Come pensa di trascorrere i primi “cento giorni” a Perugia?
“Anzitutto cercherò di portare davanti alla Madonna delle Grazie le attese delle nostre comunità, delle nostre famiglie. Di affidare a lei anche il mio servizio, chiedendo che sia lei ad aiutarmi a essere un Pastore buono, un Pastore che sappia davvero avvertire quello di cui le persone hanno bisogno, e cercare di ‘esserci fino in fondo’.

Nei giorni che seguiranno cercherò di conoscere i primi collaboratori, di mettermi in ascolto di quanto vorranno condividere, di cercare di imparare un po’ la lingua umbra, senza presunzione e con la necessaria umiltà; e nel contempo di essere aiutato anche a compiere le prime scelte. La mia agenda è bianca, è vuota, e sono contento: è la prima volta che mi si presenta un tempo davanti così sgombro.
Ecco, più che riempirla di appuntamenti, vorrei riempirla di volti, di persone, anche di problemi, cercando insieme – se non di superarli – almeno di affrontarli, con quella speranza che nasce dall’esperienza evangelica e dal sentire che non c’è ‘un uomo solo al comando’, ma siamo all’interno di un’esperienza di fraternità dove ciascuno, con la responsabilità che gli è stata affidata, cerca di educarsi e di educare, di guidare e anche di essere guidato”.

Don Maffeis, i vescovi dell’Umbria riprendono l’attività della loro Conferenza episcopale il giorno 19 ad Assisi. Ci sarà anhce lei. E sarà presente anche il card. Bassetti, con il quale lei ha collaborato per dieci anni, da quando era vice presidente della Cei e poi presidente.
“Al Cardinale mi lega una storia anche di lavoro, che ci ha portato a una conoscenza reciproca.
Nei suoi confronti sento una profonda gratitudine e un affetto, per la sua bontà, per il modo con cui ha supportato anche in momenti di tensione o difficili. Abbiamo lavorato bene insieme, e gli sono grato di tanta fiducia che mi ha dato. Quindi sono contento che rimanga in diocesi, credo che resterà davvero un riferimento. Nel mio piccolo, cercherò di inserirmi nel solco di chi mi ha preceduto, aiutato anche dagli altri collaboratori.

Quanto agli altri Vescovi umbri, qualcuno l’avevo conosciuto anche prima, e sono contento di collaborare adesso con tutti loro. Sono persone, da quello che ho potuto sperimentare, animate dalla passione pastorale, dall’amore alla Chiesa; sono testimoni di fede. Quindi la loro presenza per me è anche una garanzia; significa sentire che, anche da questo punto di vista, cammino con confratelli che, anche semplicemente dai messaggi che mi son giunti, mi accolgono con generosità e spirito di fraternità. Credo che questo sia il massimo che si possa chiedere”.

Don Maffeis, arrivando nella sua nuova diocesi, attraverserà vari luoghi-simbolo. Come li vivrà?
“L’amore alla gente passa attraverso la conoscenza del territorio, attraverso un lasciarsi plasmare dalla ricchezza di tradizioni, spiritualità, fede, cultura. Passa attraverso quella conoscenza delle persone che ci fa comunità, che ci fa Chiesa. Dai giovani penso che abbiamo tante cose da imparare, anche come Chiesa, cercando nel contempo di far sì che la Parola del Vangelo possa correre anche oggi tra di loro.
Il Papa poi non si stanca di richiamarci quanto i poveri abbiano da insegnarci. Non si tratta certo di edulcorare la povertà, che rimane tante volte un’umiliazione, una forma di degrado, quanto piuttosto di camminare con questi fratelli e condividere ciò che siamo, ciò che abbiamo, e di lasciarci aiutare da loro ad andare sempre più all’essenziale.
Cercherò di essere Pastore, sì, ma ricordando che il Pastore è uno e uno solo, e rimane il Signore Gesù. Nella misura in cui saprò e sapremo camminare con Lui, diventerà una bella partita. Diventerà una vita buona secondo il Vangelo”.

Domenica l’ordinazione di Ivan Maffeis nuovo arcivescovo di Perugia. “Arrivo da umile prete per essere figlio di questa Chiesa, prima che padre” – FarodiRoma