Parla Kim Rossi Stuart: «Ora cerco Dio. Sono andato a Medjugorje, il cristianesimo mi aiuta a vivere»

di Enrico Caiano

L’attore e regista che divenne famoso (anche) per Fantaghir di nuovo dietro alla macchina da presa per un western anomalo: Brado, il titolo del film, mi descrive bene. A 14 anni non c’era niente nel frigo di casa, me ne sono andato per provare con la recitazione. Fino a 27 ho vissuto bloccato dall’angoscia

Brado
il titolo del suo ultimo film, il terzo da regista (e protagonista). Ma brado una parola che pu definire bene anche lui, Kim Rossi Stuart, 53 anni alla fine di ottobre, uno dei pochi bellissimi indiscutibili del cinema italiano. Ma anche, dopo il film Senza pelle di Alessandro D’Alatri che nel 1994 lo lanci nel cinema adulto traghettandolo l dai fan adolescenti per la favola televisiva Fantaghir, uomo e attore introverso, tormentato, pi affezionato alla solitudine e alla tenerezza dei rapporti tra pochi che ai bagni di folla ormai diventati, con un supplemento di straniamento, bagni di selfie. Mi definisce? Non so dire in che misura – si interroga – ma certo un po’ s… Riflettevo proprio in questi giorni su quanto spesso gli esseri umani abbiano bisogno di sentirsi parte di un gruppo, di una fazione. Ecco, io invece sono allergico proprio all’idea di una fazione. S, in questo senso forse sono un po’ brado.

NON SONO NOBILE, IL COGNOME STUART LO INVENT MIO NONNO PER “AIUTARE” PAP, ANCHE LUI ATTORE. IL NOME UN OMAGGIO A KIPLING

Brado e aristocratico con quel cognome da casa reale scozzese, da erede di Maria Stuarda, accoppiata al pi banale e popolare dei cognomi: Rossi. Si fa una risatina e ferma subito la ricostruzione: Quel cognome se l’ inventato mio nonno. Per mio padre che faceva l’attore. E che si sarebbe chiamato Giacomo Rossi, chiaro che biognava intervenire per toglierlo dall’anonimato. Certo l’abbinamento tra Rossi e Stuart creato a tavolino ha del geniale: Premesso che la contemplazione di s stessi come diceva Steiner andrebbe evitata, anche no insomma.. Per la domanda un po’ la capisco e un po’ ci sta. Si lega a questo aspetto che mi porto dietro sin da ragazzino, con questo corpo un po’ diverso da quello classico nel nostro contesto romano, con quel di pi di principesco. Poi per alla fine ho sempre amato, apprezzato la strada.

SONO ANDATO A MEDJUGORJE AFFASCINATO DAL CRISTIANESIMO, LA BIBBIA PIENA DI SAPIENZA UMANA E VICINA ALLA PSICANALISI

E Kim invece? Oggi rischia di richiamare Kim Kardashian, tutto il contrario di quello che lei: un’astuta modella imprenditrice di s stessa, personaggio tv e influencer sui social...
Guardi che l’ho sentito il nome, non creda… Un’ attrice anche lei, no? Vabb, ma giusto quello so.

Ma chi l’ha scelto Kim? Sua madre, la modella tedesco-olandese Klara Mller?

Ma no, quella fu un’idea di mio padre. Stuart era un gioco del nonno ma mio padre era di madre realmente scozzese e anche un pochino olandese, con in pi un tocco di sangue indonesiano. La poesia preferita di mio padre era proprio quella famosissima di Kipling, Se ( Lettera al figlio ). Kim era il protagonista di un altrettanto famoso romanzo di Kipling, uno dei primi libri che ho letto da piccolo ma di cui non mi ricordo granch, giusto che era ambientato in India.

CREDO CHE AL DI L DEL GRADO DI FEDE CHE UNO PU AVERE SULLE QUESTIONI PI TRASCENDENTALI, PI MISTERIOSE, NEL CRISTIANESIMO CI SONO LE ISTRUZIONI PER L’UOMO PI SAGGE IN CUI MI SIA MAI IMBATTUTO. ISTRUZIONI PER VIVERE

Beh, Kim era un ragazzino che fa amicizia con un anziano monaco buddista tibetano ed pronto a seguirlo nel suo cammino spirituale. Suo padre forse aveva colto qualcosa di lei dandole quel nome appena nato…

Proprio non me lo ricordavo.

Eppure dopo che qualche giorno fa stato fotografato in preghiera a Medjugorje difficile non pensare alle potenzialit spirituali di chiamarsi Kim. Come mai questo pellegrinaggio?

Arriva dopo che ho scritto un racconto ambientato a Medjugorje nel mio primo libro uscito tre anni fa con la nave di Teseo, Le guarigioni. E anche in Brado c’ una battuta su Medjugorje.

Dunque possiamo dire che sta cominciando un percorso spirituale?

Sono nato in un contesto davvero agli antipodi del cristianesimo. Fino all’eccesso. Un contesto ostile e critico verso la Chiesa, ai limiti dell’anticlericalismo.

E poi? Che successo?

successo che ho incontrato delle persone, anche interne al mondo cattolico, che mi hanno davvero sorpreso e mi hanno fatto molto riflettere sui miei pregiudizi nei confronti di quell’universo.

Pentito. Ma anche convertito?

Sto studiando, approfondendo, cercando di comprendere il cristianesimo e i suoi temi. Credo che al di l del grado di fede che uno pu avere sulle questioni pi trascendentali, pi misteriose, nel cristianesimo ci sono le istruzioni per l’uomo pi sagge in cui mi sia mai imbattuto. Istruzioni per vivere, per stare in questo mondo.

Non poco, direi.

Penso che ci sia tanto di buono, tanto tanto di buono nel cristianesimo e per questo indago.

NON SI PU NON NOTARE CHE NELLE SCRITTURE CI SONO MOLTE COSE DAVVERO PROFONDE E INTERCONNESSE CON LA PSICANALISI… CERTO, IMMAGINO CHE ANCHE ALTRE RELIGIONI ABBIANO LO STESSO POTENZIALE, CON LE DEBITE DIFFERENZE

Ma cosa la attrae di pi: l’aspetto spirituale o quello sociale di rispetto e aiuto agli altri?

Quest’ultimo aspetto non pu certo essere sottovalutato. Ma quel che mi affascina molto l’aspetto teologico, cio i significati che sono dietro alla Bibbia ai suoi vari passi. C’ una sapienza che proprio non potevo immaginare. Ero abituato a trovarmi quasi sempre davanti al bigottismo e ai suoi aspetti deteriori, veramente deteriori. Invece ho scoperto che ci sono testi assolutamente non bigotti e persone che sono in grado di spiegarti la Bibbia in un altro modo, un modo davvero costruttivo e affascinante, pieno di sapienza umana.

Cerca l’umanit nella spiritualit?

Credo che uno possa immaginarsi un Dio che sta sulla nuvoletta o sotto la forma che gli pare, ma nonostante questo non possa non notare che nelle Scritture ci sono molte cose davvero profonde e interconnesse con la psicanalisi, ad esempio. Questa mi pare una cosa molto bella. Certo, immagino che anche altre religioni abbiano lo stesso potenziale, con le debite differenze. Non ho la cultura per dirlo. Ma vivendo a Roma la cosa pi facile quella di approfondire il cristianesimo, anelando a qualcosa di spirituale.

In passato si era gi avvicinato ad altre forme di spiritualit?

Il buddismo negli Anni 90: mi capitato di assistere a qualche riunione erano molto di moda, non so oggi, ma allora s. Sono stato in un Ashram (monastero; ndr) induista e ho trovato tante cose interessanti anche l, tante cose belle.

Ora per c’ Medjugorje nella sua testa.

Come ho detto uno dei racconti del mio libro ambientato a Medjugorje quindi non escludo prima o poi di fare un film basato su queste cose che sto studiando e scoprendo. Vado a Medjugorje per questo.

CON BRADO L’IDEA ERA DI GIOCARE CON IL WESTERN: UN FILM TRA IL WESTERN E L’IMPRESA SPORTIVA

Prima c’
Brado , il film che vedremo nella sale dal 20 ottobre. Possiamo definirlo un western?

Eh s, l’idea era un po’ quella, cio di giocare un po’ con il western, stando in un un genere che non il western in realt. Di quello abbiamo delle suggestioni ma il film del genere impresa sportiva. Se dovessi definirlo in due parole direi che un film di genere dove un padre e un figlio devono ritrovarsi per compiere una impresa sportiva. Poi spero, almeno cos come era nelle nostre intenzioni, che si intrecci ad altre tematiche pi o meno profonde.

Non un film sportivo alla americana, insomma…

No di certo, ha una sottotraccia che trova nell’Edipo forse e anche in alcuni aspetti pi legati a temi biblici che nel percorso mio e dei cosceneggiatori sono stati forse la guida pi importante.

Il suo cinema vuole esplorare e riaggiornare il cinema di genere?

Ho iniziato a fare l’attore e quindi a interessarmi di cinema praticamente da bambino, in et puberale e adolescenziale. Una delle cose che pi mi avevano affascinato fu leggere che Stanley Kubrick aveva toccato tutti i generi. Non so quanto in preda a un delirio di onnipotenza, di megalomania o…, lascio agli altri la definizione, per questa cosa mi affascina, in qualche misura mi ha influenzato. E quindi sia nel libro che ho scritto, composto da 5 racconti tutti di genere completamente diversi, sia in questo percorso di regia voglio agire alla Kubrick. Il primo film, Anche libero va bene, era un racconto di formazione, sull’adolescenza; il secondo era un film sulla mente, decisamente psicologico, anzi psicanalitico; quest’ultimo, come dicevamo prima, un film tra il western e l’impresa sportiva.

Come nel suo primo film anche qui ha scovato un attor giovane davvero convincente, Saul Nanni. Le piace il ruolo di talent scout?

In effetti in questi primi miei tre film c’ sempre una scoperta, un attore bambino nel primo, un attore giovane qui e anche in Tommaso la ragazza fu frutto di una ricerca particolare. S, forse ho lo spirito del talent scout.

CON MIO FIGLIO ETTORE, 11 ANNI, HO FATTO UN VIAGGIO SENZA PROGRAMMARE. VOGLIO RENDERLO LIBERO DAL GIUDIZIO DEGLI ALTRI

Sicuramente nel suo spirito si agitano tante angosce vissute nell’adolescenza e nella giovinezza nel rapporto con i suoi genitori: sono tutti film di rapporto tra genitori e figli, padre soprattutto. Con una madre straniera e spesso assente. Come la sua? Com’era il rapporto con i suoi genitori?

Le confesso che ho qualche resistenza a parlare delle mie cose pi intime. In parte per riconosco che vero: i miei film da regista sono intimisti e personali, non posso negarlo. Per a torto o a ragione, penso sinceramente che siano film con una componente simbolica molto pi forte di quella che appare. Mi piacque molto quando Gianni Amelio mi disse una volta a proposito del mio secondo film: siamo abbastanza amici, e mi fece – e qui ne imita il vocione – “Guarda caro Kim, questo un film che non ha capito nemmeno chi lo ha molto apprezzato”.

Divertente. E
Brado
? Direi che si capisce proprio alla luce del probabile rapporto difficile con i suoi genitori

Vabbene, dopo la lunga premessa ora le rispondo: c’ molto del mio rapporto con mio padre cos come si trova molto di una ambientazione che ho vissuto in prima persona, quella tra i cavalli, nei maneggi. Ai miei 10 anni mio padre si trasfer in un maneggio e ha vissuto di quello per molto tempo.

Poi a 14 lei se ne and di casa

Per andare a Roma a studiare teatro. Eravamo senza una lira. Aprivo il frigo ed era vuoto, qualcosa mi dovevo inventare. Ho cominciato a lavorare subito. Prima sono stato un po’ ospite su qualche divano di amico e poi ho cominciato ad affittare un appartamento, avevo 16 anni. Al Pigneto, quando il Pigneto era pi vicino a Pasolini che non a un posto di moda come oggi.

Si pu dire che il 1993 stato l’anno della svolta nella sua vita personale e artistica? Suo padre mancato e ha girato Senza pelle che l’ha lanciata con un personaggio problematico nel grande cinema italiano.

La perdita di un padre chiaro che un passaggio abbastanza forte da vivere. Avevo 23 anni. Ma diciamo che infanzia e adolescenza per me sono state un periodo incredibilmente faticoso. Fino ai 27 anni stato come avere un blocco dentro. Di angoscia.

Avrebbe mai detto allora che oggi sarebbe stato felicemente sposato di una collega (l’attrice Ilaria Spada, ndr) e padre di tre figli?

Mai. Ancora sono stupefatto: tre figli! Sia io sia mia moglie eravamo convinti prima di conoscerci che non avremmo mai avuto figli. Poi il primo e poi ‘sta doppietta recente… s, sorprende anche noi. E quando banalmente chi non ha figli si sente dire che sono veramente il turning point, la meta che d tutta un’altra prospettiva alla vita, beh s insomma, adesso lo penso pienamente anche io e capisco ora chi me lo diceva allora: riposiziona proprio tutto essere genitori, una cosa bellissima. Dopo il primo ci siamo detti “perfetto, assetto a tre perfetto”. Poi a 4 abbiamo detto “per a 4 la cosa pi… stabile ancora”, adesso a 5, con la femmina dopo i due maschi… vabb l’abbondanza.

Il pi grande, Ettore, lo sta avvicinando al cinema?

A casa lo faccio, gli ho fatto vedere Ladri di biciclette. All’inizio un po’ costringendolo, poi poco dopo era assolutamente preso all’amo. Cos gli ho fatto vedere anche Il cielo sopra Berlino. Se l’ guardato se l’ guardato… perch a volte li sottovalutiamo ma sono vere spugne. Con Ettore siamo andati a Londra in macchina poco tempo fa.

Fantastico. E come andata?

Abbiamo preso la macchina e siamo partiti senza nessuna organizzazione: due paia di mutande e via. Ed stato bellissimo. Senza decidere dove dormire, come dormire, chi incontrare. Bellissimo. Mi ha riportato indietro con gli anni, a quel senso di contatto con il presente che diverso dalla vita di tutti i giorni come ora. Ho fatto il mio lavoro di padre cercando di assecondare i suoi desideri, i suoi piaceri ma anche facendo altro. E lui era tutto tutto attento e proteso ad ascoltare molto pi di quanto non faccia nel quotidiano. Ascolto non solo delle mie parole ma come postura, come attitudine.

Kim Rossi Stuart un padre che ha paura del mondo attorno a suo figlio? Come fa a tutelarlo?

Vorrei preservarlo dal bisogno di conferme, di riconoscimento da parte degli altri di cui malato questo mondo. Ecco, questo devastante. Purtroppo nella nostra natura quindi non penso che si possa recidere e buttare via. Ma non posso non chiedermi perch i dialoghi non vanno da nessuna parte. Le persone esistono per affermare la propria forza, la propria superiorit. una bestia terrificante che condiziona gli uomini secondo me, dal primo all’ultimo. E i signori che stanno determinando le sorti di questo pianeta sono i primi bambini incapaci di confrontarsi su questo tema. Vorrei preservare Ettore da questo bisogno di approvazione che ci devasta dalla mattina alla sera.
Spero di riuscirci. Almeno un po’.

23 settembre 2022 (modifica il 23 settembre 2022 | 08:16)

Parla Kim Rossi Stuart: «Ora cerco Dio. Sono andato a Medjugorje, il cristianesimo mi aiuta a vivere»