10 mostre da non perdere questo autunno 2022 in giro per il mondo

L’autunno è arrivato ma gli orizzonti dell’arte guardano oltre, con la programmazione di musei, gallerie e spazi della cultura, capace di toccare il mondo intero con la rappresentazione della realtà e le sue trasfigurazioni più intense, illuminanti, emozionanti. Questa selezione di mostre da non perdere nell’autunno 2022, fanno il giro del globo e anche qualche viaggio nel tempo, con la Hollywood inquadrata dai fotografi di Magnum Photos, giunta al 75° anniversario insieme al 60° dalla scomparsa di Marilyn Monroe, le sfumature della Black Power di Gordon Parks, l’arte della cura tessuta da Louise Bourgeois, le audaci affermazioni testuali di Barbara Kruger, o le intuizioni di Peter Hujar presentate da Elton John. In buona compagnia della spiritualità dissacrante di David LaChapelle e l’avanguardia di Cézanne, le ispirazioni di Gustav Klimt, 150 anni di Piet Mondrian e le interazioni di Marina Abramović.

Eve Arnold, Marilyn Monroe going over her lines for a difficult scene, The Misfits, USA, 1960

© Eve Arnold / Magnum Photos for The Misfits, Helmut Newton Foundation, Berlin (2 sep – 20 nov 2022)

Marilyn, Hollywood, Magnum a Berlino

Il viaggio in luci e ombre hollywoodiane della Fondazione Helmut Newton, continua con la famigerata e travagliata produzione cinematografica di Misfits (1960). Gli spostati diretti da John Huston e sceneggiati da Arthur Miller, per quella che si è rivelata l’ultima interpretazione di Clark Gable, morto poco dopo la conclusione del film, ma anche di Marilyn Monroe, scomparsa nell’agosto 1962, dopo la fine del suo matrimonio con Miller e lasciando incompleto il film Something’s Got to Give. Una produzione resa celebre anche dalla documentazione di set e dietro le quinte, affidata a diversi fotografi Magnum e l’atmosfera amichevole instaurata da questi con la troupe. La mostra della Fondazione Helmut Newton celebra il 75° anniversario di Magnum Photos, approfittando degli scatti spontanei, messi in scena e rubati a momenti privati, dalle fotografe Eve Arnold e Inge Morath, insieme a Henri Cartier-Bresson, Bruce Davidson, Cornell Capa, Elliott Erwitt, Ernst Haas, Dennis Stock ed Erich Hartmann. Solo uno dei numerosi eventi che la BERLIN PHOTO WEEK (2-9 settembre 2022) dedica all’anniversario della celebre dell’agenzia fotografica che ha cambiato sorti e dinamiche del fotogiornalismo.

How to: Magnum Photos. The Misfits., Project Room, Helmut Newton Foundation / Museum of Photography, Berlino (2 settembre – 20 novembre 2022) – helmut-newton-foundation.org – BERLIN PHOTO WEEK (2-9 settembre 2022) – berlinphotoweek.com

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Il tessuto dell’arte di Louise Bourgeois a Berlino

The Woven Child offre la prima grande indagine sul tessuto delle opere di Louise Bourgeois. Opere intime, su cui la grande tessitrice di forme d’arte per guarire dai traumi profondi dell’umanità, ha iniziato a lavorare solo a ottant’anni, usando abiti, lenzuola e frammenti di arazzi, spesso provenienti dalla sua stessa storia personale, come mezzo per trasfigurare il passato. Tagliare, strappare, rammendare, riparare, soprattutto i traumi, psicologicamente, socialmente e materialmente. Attraverso il corpo diversificato di sculture, installazioni, disegni, collage, libri e stampe, il percorso espositivo della grande retrospettiva al Gropius Bau e la più grande di Berlino, con molti lavori mai esposti prima in Germania, getta una nuova luce sulle opere in tessuto della Bourgeois. 89 opere che spaziano tra l’imponenteSpider (1997) e Cellula, Lady in Waiting (2003), incorporando frammenti di arazzi antichi e della sua storia di famiglia, approfondiscono quello che lei stessa ha definito «il magico potere dell’ago, la sua capacità di riparare un danno». Condensano in modo avvincente il legame con i processi materiali della Bourgeois, gli elementi più biografici e le tematiche che caratterizzano la sua ricerca artistica, legata alla memoria, al corpo, alla femminilità, alla sessualità, al trauma e alla cura.

How to: Louise Bourgeois: The Woven Child, Gropius-Bau Kreuzberg Berlino (22 luglio – 23 ottobre 2022) – www.berlinerfestspiele.de/de/berliner-festspiele/programm/bfs-gesamtprogramm/programmdetail_396630.html

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Realizzo fotografie semplici e dirette di soggetti complicati e difficili. Fotografo coloro che si spingono a qualsiasi estremo e le persone che si aggrappano alla libertà di essere se stessi” – Peter Hujar

L’intuizione di Peter Hujar & Elton John a San Francisco

La famosa ballerina e drammaturga Sheryl Sutton, protagonista dell’influente Einstein on the Beach (1976) di Robert Wilson orchestrata da Philip Glass, è ritratta da Peter Hujar, come il pensatore scolpito da Rodin, con il mento sul pugno, mentre guarda le strade di New York fuori dalla finestra, insieme alla profonda intuizione della sua energia mentale. “Il modo in cui riusciva a frenare un movimento, a esitare e poi ad accelerare di nuovo ricordava il modo in cui la mente può rimuginare su un problema e poi correre in cerca di nuove idee. Faceva sì che passi apparentemente decisi si riducessero quasi impercettibilmente a cedimenti, per poi riprendersi. E questo calo e rinnovamento dell’energia fisica corrispondeva al calo e al rinnovamento dell’energia mentale di Miss Sutton”. In modo analogo, il fotografo, ha colto l’audace energia e vulnerabilità della fiorente cultura di sperimentazione artistica e liberazione sessuale della comunità l’East Village di New York degli anni ’70 e ’80 stroncata dall’epidemia di AIDS. Fotografie di amici e colleghi artisti, paesaggi suggestivi e nudi emblematici, protagoniste della rassegna alla Fraenkel Gallery di San Francisco e del catalogo che la accompagna, curati da Elton John insieme all’intuizione che ha già arricchito la preziosa collezione privata del musicista, mentre parte dei proventi della mostra saranno devoluti alla Elton John AIDS Foundation.

How to: Peter Hujar curated by Elton John, Fraenkel Gallery, San Francisco (8 settembre – 22 ottobre 2022) – fraenkelgallery.com/exhibitions/peter-hujar-curated-by-elton-john

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(MAKE) BELIEVE David LaChapelle a New York

Il bisogno di credere di David LaChapelle in autunno riempie in via eccezionale tutti e sei i piani dell’architettura neogotica del Photografiska New York, con la meditazione che innesca su desiderio e fama, fede, vulnerabilità e redenzione. Più di 150 opere celebri e inedite, realizzate dal 1984 alle recenti tribolazioni, tra fotografie, cover di album e video. Tutta l’estetica iperrealistica e dissacrante che ha inquadrato gli eccessi dello star system, messo in scena le ossessioni del contemporaneo e ironizzato sulle contraddizioni del postmoderno. La mostra più completa finora realizzata dall’enfant terrible della fotografia venerato dal mondo dell’arte, torna a contemplare l’ultimo scatto di Andy Warhol (che lo ha scoperto allo Studio 54) all’ombra delle bibbie del padre della Pop Art, insieme alle diverse incarnazioni di Gesù (da Kurt Cobain a Kanye West), tra angeli e demoni, il latte versato da Naomi Campbell e quello che scorre dai condotti lacrimali artificiali della Maria Maddalena della Kardashian. Docce celebri, come quella del controverso rapper Tupac Shakur (a casa di Pamela Anderson a quanto pare) e quanto resta dei Diluvi Universali e dell’arte rinascimentale di Michelangelo, guardano oltre i grattacieli della grande mela, mentre David Bowie opera, l’anima da regina di Alexander McQueen si lascia inseguire e Angelina Jolie resta in estasi.

How to: David LaChapelle: make BELIEVE, Fotografiska New York (9 settembre – 1 dicembre 2022) – www.fotografiska.com/nyc/david-lachapelle-coming-soon

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A-Z Mondrian 150

Sono tre dei musei più famosi del mondo a festeggiare i primi 150 anni di Piet Mondrian, con le armonie di linee, colori, spazi e ossessioni che hanno contributo allo sviluppo dell’arte astratta, dell’architettura, del design e della moda del XX secolo. I disegni di Saul Steinberg, le versioni del Mondrian dress di Yves Saint Laurent, o la Red and Blue chair di Thomas Gerrit Rietveld prodotta da Cassina, solo per citare alcuni dei casi più celebri. Non solo linee nere orizzontali e verticali, schemi di colori primari, proporzioni geometriche degli spazi. Il percorso espositivo che tocca il Kunstmuseum un Den Haag dell’Aia (che custodisce la collezione di opere di Mondrian più vasta al mondo) la Fondazione Beyeler di Riehen e il K20 di Düsseldorf, copre l’evoluzione di uno degli artisti più versatili del modernismo. Cinque decenni di opere, influenze e ricerca di conoscenza spirituale (ispirata alla dottrina di Helena Petrovna Blavatsky), dai primi dipinti paesaggistici di respiro Impressionista della scuola olandese dell’Aia, alla pura astrazione, dalle influenze cubiste e la fondazione della rivista De Stijl al “Neoplasticismo” come processo di avvicinamento alla verità assoluta, all’universale e alla bellezza. “Mondrian A-Z” condensato anche nelle pagine del catalogo che accompagna la mostra.

How to: Mondrian & De Stijl, Kunstmuseum den Haag, L’Aia (2 aprile – 25 settembre 2022) – www.kunstmuseum.nl/en/exhibitions/mondrian-de-stijl; Mondrian evolution, Beyeler Foundation Museum, Riehen (5 giugno – 9 ottobre 2022) – www.fondationbeyeler.ch/en/exhibitions/mondrian; K20, Kunstsammlung Nordrhein-Westfalen, Düsseldorf (29 ottobre 2022 – 10 febbraio 2023) – www.kunstsammlung.de/de/exhibitions/mondrian-evolution

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Thinking of You. I Mean Me. I Mean You a New York

Tu. Tu sei qui, che guardi attraverso lo specchio, al buio. Vedete il non visto, l’invisibile, l’appena presente. Tu. Chiunque tu sia. Ovunque tu sia. Inciso nella memoria. Finché tu, che guardi, non sei più. Non visto. Non più. Anche tu“. Le audaci affermazioni testuali di Barbara Kruger sulla verità, le convinzioni e le dinamiche di potere alla base dell’identità, del desiderio e del consumismo, trasfigurano gli spazi del The Donald and Catherine Marron Family Atrium del MoMA di New York con Thinking of You. I Mean Me. I Mean You. Il messaggio dell’artista americana e di una delle principali rappresentanti dei diritti delle donne nel mondo dell’arte, scuote l’osservatore, instillando dubbi su immagini e forme, usate da media e pubblicità per suscitare convinzione e consenso. L’approccio diretto e provocatorio, con il quale da oltre quattro decenni l’artista americana esplora le relazioni sociali, critica i meccanismi che regolano i mass media, il mercato dell’arte e la cultura popolare, a partire da quella americana. Barbara Kruger continua a riflettere sui modi in cui si costruiscono le identità, si formano gli stereotipi, mentre le narrazioni diventano storie d’inclusione ed esclusione, oppressione, violenza, intolleranza.

How to: Barbara Kruger. Thinking of You. I Mean Me. I Mean You, Floor 2, MoMA – The Museum of Modern Art, New York (fino al 2 gennaio 2023) – www.moma.org/calendar/exhibitions/5394

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Marina & you a Oxford

Diversi individui provvisti di camici e cuffie, occupano il centro di strutture rettangolari in rame, poste in fila all’interno di una galleria d’arte. La nuova personale site-specific di Marina Abramović non è per testimoni silenziosi. È pronta a esplorare gli stati di transizione dell’essere, con ogni visitatore/performer di Gates and Portals al Modern Art Oxford. Varchi e spazi invitano il pubblico a contemplare la consapevolezza del proprio corpo, della mente che lo eleva e dello spazio che esplora, mentre la messa in scena di nuove opere so avventura n egli stati transitori dell’essere, riprendendo la precedente mostra di Abramović alla galleria nel 1995. L’installazione di un film e nuovi disegni, realizzati dall’artista durante la residenza di ricerca al Pitt Rivers Museum di Oxford nell’estate del 2021, dialogano con gli oggetti associati a spiritualità, rituale e magia del museo. Le sue collezioni archeologiche e antropologiche che riflettono la diversità e la ricchezza delle culture di tutto il mondo. In questo modo la pionieristica performance artist continua a testare i limiti del corpo, le potenzialità della mente e delle interazioni dell’arte.

How to: Marina Abramović: Gates and Portals, Modern Art Oxford (24 settembre 2022 – 5 marzo 2023) – www.modernartoxford.org.uk/whats-on/marina-abramovic

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L’avanguardia di Cézanne a Chicago

Sono due dei maggiori musei del mondo, l’Art Institute of Chicago e la Tate Modern di Londra, a dedicare la più grande mostra degli ultimi tre decenni a Paul Cézanne e le ragioni che rendono ancora così vitale l’opera rivoluzionaria di questo “padre dell’arte moderna”, non solo per artisti del XIX e XIX secolo, come Claude Monet e Camille Pissarro, Henri Matisse e Pablo Picasso. Il percorso espositivo si avventura nelle numerose tensioni e contraddizioni del suo approccio complesso e singolare alle sensazioni e la verità personale dell’artista controcorrente, con 90 dipinti a olio, 40 opere su carta (acquerelli e disegni) e due taccuini di schizzi. Un viaggio dai primi dipinti allegorici poco conosciuti, ai noti paesaggi impressionisti, tra i dipinti della Montagna Sainte Victoire, le scene di bagnanti e i ritratti, accompagnato da un’analisi tecnica all’avanguardia della tavolozza, della costruzione compositiva e del segno dell’artista, per far luce sul suo processo artistico deliberato e non lineare. Un percorso pionieristico tracciato da un gigante della storia dell’arte per le generazioni successive di artisti, approfondito dalle prospettive complementari di storici dell’arte, artisti praticanti e conservatori che arricchiscono questa mostra, unica nel suo genere.

How to: Cézanne, The Art Institute of Chicago (15 maggio – 5 settembre 2022) – www.artic.edu/exhibitions/9288/cezanne; The Eyal Ofer Galleries, Tate Modern Londra (5 ottobre 2022 – 12 marzo 2023) – www.tate.org.uk/whats-on/tate-modern/ey-exhibition-cezanne

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L’ispirazione di Gustav Klimt a Amsterdam

Emilie Flöge, protagonista di molte opere e influenze esercitate sulla vita pubblica e privata di Gustav Klimt, lo sarà anche del progetto espositivo che lascia dialogare l’opera del Golden Boy con quella degli artisti che lo hanno verosimilmente ispirato. L’ampio progetto di ricerca, oggetto della collaborazione tra il Belvedere di Vienna e il Van Gogh Museum di Amsterdam sin dal 2015, ne esporrà presto i frutti in entrambe le istituzioni museali, con le opere di artisti come Van Gogh, Rodin, Monet, Matisse, Toulouse-Lautrec, Macdonald Mackintoshin, Alma-Tadema, Toorop o Whistler, a confronto e dialogo con una selezione di opere del grande maestro del Modernismo viennese. Capolavori celebri, come Bisce d’acqua II, il ritratto di Emilie Flöge, o della biblica Giuditta, insieme a incompiuti come La sposa, nella collezione del Belvedere di Vienna, con la più grande al mondo di dipinti a olio di Gustav Klimt. Probabilmente lo sarà anche l’idea di libertà che Emilie Flöge ispira non solo alle vesti dell’opera di Klimt, come modella, amante, complice e rivoluzionaria designer viennese che progetta, realizza e vende, volumi morbidi per il corpo e lo spazio che conquista, in netto contrasto con l’abbigliamento opprimente dell’epoca.

How to: Golden Boy Gustav Klimt. Inspired by Van Gogh, Rodin, Matisse .., Van Gogh Museum, Amsterdam (7 ottobre 2022 – 8 gennaio 2023) – www.vangoghmuseum.nl/en/visit/whats-on/exhibitions/golden-boy-gustav-klimt – Belvedere Museum, Vienna (3 febbraio – 29 maggio 2023) – www.belvedere.at/en/klimt-inspired-van-gogh-rodin-matisse

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Black Power by Gordon Parks a Houston

Il ritratto del cuore nero d’America di Gordon Parks, continua a sventolare con l’altra faccia della bandiera a stelle e strisce. Alle spalle di Ella Watson e degli ‘strumenti’ di lavoro, duro e mal pagato, della sua pastorale americana. Nelle sfumature della Black Power che il fotografo afro-americano più celebre del XX secolo, inquadra per testate come Life Magazine. Lucidi ritratti della complessità umana, come quello scattato al controverso attivista trinidadiano-statunitense Stokely Carmichael, mentre il giovane presidente del Comitato di coordinamento non violento studentesco (Student Nonviolent Coordinating Committee -SNCC) e futuro primo ministro onorario del Black Panther Party, solleva l’attenzione nazionale con l’appello al potere nero lanciato in un discorso in Mississippi nel giugno 1966. Whip of Black Power, pubblicato su Life con testo e cinque immagini, delle oltre 700 scattate da Parks in viaggio con Carmichael e l’SNCC nell’autunno e nella primavera del 1967. A continuare il viaggio con quelle cinque immagini ormai celebri e molte più sfumature del leader carismatico e del suo movimento, sono le quasi 50 fotografie e provini di contatto mai pubblicati o esposti prima, in mostra allo Houston Museum of Fine Arts, insieme a filmati dei discorsi e delle interviste di Carmichael. Sono le altre prospettive del futuro Kwame Ture, mentre si rivolge ai manifestanti della guerra del Vietnam fuori dall’edificio delle Nazioni Unite a New York, con Martin Luther King, Jr., officia il matrimonio di sua sorella nel Bronx, o va porta a porta in Alabama, registrando i neri per votare e diffonde il messaggio di autodeterminazione del Black Power.

How to: Gordon Parks. Stokely Carmichael and Black Power, MFA The Museum of Fine Arts, Houston (16 ottobre 2022 – 16 gennaio 2023) – www.mfah.org/press/gordon-parks-stokely-carmichael-black-power

10 mostre da non perdere questo autunno 2022 in giro per il mondo