Il Castello dei misteri è a Sannicandro di Bari: tra Longobardi, Saraceni, Bizantini, Normanni, Templari spunta anche un fantasma

 

Giovanni Bosi, Sannicandro di Bari / Puglia

Longobardi, Saraceni, Bizantini, Normanni, Templari… Qui sono arrivati davvero tutti. E giocoforza questo territorio è diventato lo specchio di culture diverse, meravigliose sovrapposizioni architettoniche, storie e tradizioni diverse, persino miti. Non sfugge a tutto questo il Castello di Sannicandro di Bari, annoverato tra i più belli della Puglia. Un maniero magico e ancora tutto da decifrare, dove qualcuno giura persino di aver visto aggirarsi un fantasma. Nelle migliori delle tradizioni.


 

(TurismoItaliaNews) Quando arrivi a Sannicandro di Bari, nelle Murge pugliesi, l’attesa e la curiosità sono tutte per l’antico castello che domina come un baricentro imponente il cuore del borgo. Eppure tutta la cittadina merita di essere conosciuta ed apprezzata, soprattutto attraverso la sua gente e i suoi personaggi, perché soltanto così puoi apprezzare l’essenza e la vera natura di un luogo. Un luogo peraltro di grande storia e tradizione, dove persino l’origine è per certi versi ancora un mistero, almeno in termini di provenienza visto che da queste parti non è radicata una devozione per il santo Nicandro, ma piuttosto – verosimilmente – soltanto il nome del santo guerriero portato dai Normanni. Misteri, dunque. E sì perché l’altro grande mistero ruota intorno ai tanti significati del castello costruito a più riprese, dove tutti hanno voluto mettere del loro. “Appare come punto nodale fra il reale e un’antichità ad altissimo livello sapienziale, funzionale alla trasmissione delle conoscenze e al conseguimento di un particolare stadio di spiritualità e di civiltà”. Parole del professor Nicola Racanelli, che ha dedicato la propria vita alla conoscenza delle storie del borgo, in particolare a quella intrigante del castello.

Il professor Nicola Racanelli nel castello di Sannicandro di Bari

Il Castello dei misteri è a Sannicandro di Bari: tra Longobardi, Saraceni, Bizantini, Normanni, Templari spunta anche un fantasma

Il Castello dei misteri è a Sannicandro di Bari: tra Longobardi, Saraceni, Bizantini, Normanni, Templari spunta anche un fantasma

A 14 chilometri dal capoluogo pugliese, Sannicandro è circondata da campi coltivati con frutti mediterranei, dolcissimi fichi e mandorleti. E ciò che però rende famosa la sua terra, è l’oliva dolce a cui ogni anno si dedica una popolare sagra. Il possente castello di origine normanna, padroneggia l’area del paese che risale al Medioevo. Isolato da una strada e da una grande piazza che corrono sulla superficie dell’antico fossato ormai colmato, il maniero era dotato un tempo di otto torri di fortificazione. oggi ne restano sei, e come esempio dell’architettura nomanno-sveva, due magnifici portali che conservano rispettivamente i fori attraverso i quali passavano le catene del ponte levatoio e lo stemma dei principi Grimaldi.

Incontro Nicola Racanelli davanti al portone della grande struttura di pietra e visitarlo insieme a lui è il vero valore aggiunto. Anche perché il Professore, come lo chiamano in paese, ha dedicato un libro intero a questa costruzione, “I Princìpi”. “Quando ho scritto il libro sull’epoca normanna del castello di Sannicandro di Bari non avrei mai immaginato che questo universo di uomini, ideali, culture e religioni in pieno periodo medievale, potesse ancora interessarmi a conclusione della stesura e della pubblicazione dell’opera – ci racconta – in seguito mi sono reso conto che alcune verità sulle nostre origini e sulla nostra identità divulgate nel testo erano ancora tutte da dimostrare e raccontare. Il saperne di più ha costituito il pensiero costante dell’ulteriore ricerca e via via che nuove tessere si incasellavano nel grande mosaico dello sconosciuto e primordiale passato, tanto più cresceva la mole di materiale che quotidianamente mi era possibile raccogliere attraverso la letteratura e le fonti pubblicate e inedite. così ho deciso di dare alla stampa un nuovo testo: una sorta di seconda puntata per tutti coloro che hanno avuto la compiacenza e la curiosità di sfogliare ‘Sannicandro di Bari nel mondo normanno’”.

Il Castello dei misteri è a Sannicandro di Bari: tra Longobardi, Saraceni, Bizantini, Normanni, Templari spunta anche un fantasma

Il Castello dei misteri è a Sannicandro di Bari: tra Longobardi, Saraceni, Bizantini, Normanni, Templari spunta anche un fantasma

Qui la pietra parla e racconta, basta saper avere gli occhi giusti per guardare quello che tramanda: simboli, incisioni, archi, finestre, portali, orientamento. Tutto ha un senso, nulla è casuale, tutto inviava segnali e ammonimenti a chi un tempo vi entrava, amico o nemico, fedele o infedele. E lo stesso accade per il visitatore di oggi, invitato a comprendere persino dei messaggi esoterici contenuti qua e là.

“Nel XII secolo il pensiero che attingeva a fonti non cristiane, era particolarmente compromettente per i costruttori di cattedrali e castelli, ed era ugualmente chiaro che questi maestri, in sintonia con i loro committenti, avevano accesso al pensiero ermetico e neoplatonico molto prima del Rinascimento, come suggerito dal complesso di affreschi all’interno della cripta della cattedrale di Anagni – spiega Nicola Racanelli – in quest’ottica il castello di Sannicandro di Bari appare come punto nodale fra il reale e un’antichità ad altissimo livello sapienziale, tutto ancora da indagare e interpretare con profonda umiltà e con animo puro, come recita il testo epigrafico della Madonna di Torre e quello sopravvissuto all’ingresso della ‘domus’ templare di Bitetto, non trascritto su alcuna pergamena né tramandato dalla memoria orale, che può trovare piena luce attraverso l’indagine profonda della struttura castellare, funzionale alla trasmissione delle conoscenze e al conseguimento di un particolare stadio di spiritualità e di civiltà”.

Il Castello dei misteri è a Sannicandro di Bari: tra Longobardi, Saraceni, Bizantini, Normanni, Templari spunta anche un fantasma

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Il professor Racanelli è un fiume in piena quando parla del “suo” castello. Ma come dargli torto? Al di là dei messaggi che invia l’armonioso insieme di pietre squadrate, la fortezza è davvero bella. Prima è bene ammirarlo a 360 gradi compiendo un giro completo tutt’intorno, con prospettive e scorci che cambiano ad ogni passo. E poi, dal di dentro, tra cortili, scale e scalinate, archi, torri e segrete, cercando di cogliere le diverse fasi costruttive che lo hanno portato ad avere in tanti secoli l’immagine e la consistenza di oggi. Dove peraltro – qualcuno lo giura perché lo ha visto – c’è anche un misterioso cavaliere fantasma che si aggira per le stanze…

“Il simbolismo è cruciale nell’antico centro urbano sannicandrese, che in cerchi concentrici meticolosamente studiati, si irradia intorno al maniero dove, nel mezzo della cortina esposa ad ovest, insiste dal tempo dei Normanni la cosiddetta Torre astronomica – mi spiega ancora Nicola Racanelli -per raggiungerla si deve quasi seguire forzatamente il percorso abituale dei cavalieri di stanza nel Castello, i quali, smontate le cavalcature, lasciavano ai sottoposti il compito di accompagnare per le briglie i destrieri nelle scuderie immediatamente alla destra del portale di settentrione, per inoltrarsi lungo un percorso iniziatico singolare attraverso i prospetti dei due armoniosi aArchivolti d’ingresso: il primo a nord, già superato lungo il ponte levatoio, e il secondo di origine normanna ad est, appositamente rifatto nel periodo svevo per ulteriormente caricarlo di valenze ancestrali”.

Il Castello dei misteri è a Sannicandro di Bari: tra Longobardi, Saraceni, Bizantini, Normanni, Templari spunta anche un fantasma

Il Castello dei misteri è a Sannicandro di Bari: tra Longobardi, Saraceni, Bizantini, Normanni, Templari spunta anche un fantasma

Il Castello dei misteri è a Sannicandro di Bari: tra Longobardi, Saraceni, Bizantini, Normanni, Templari spunta anche un fantasma

Secondo il Professore, le due torri laterali poste a guardia e difesa, ricordano le due colonne di Joakin e di Bohaz all’ingresso del Tempio di Salomone, che avevano la funzione di canalizzare le energie del cielo e della Terra in un contesto in cui la materia umana poteva essere trasformata. Ma nel girarsi indietro a guardare si resta delusi dalla povertà e dallo squallore di entrambi i retrospetti. La spiegazione architettonica è di facile interpretazione: chi si affaccia nella dimensione iniziatica si apre ad una spiritualità luminosa per superare la porta di comunicazione tra il mondo terreno e il cielo, abbandonando dietro di sé una profanità disadorna”.
Superati i due portali si giunge all’interno della corte e si è accolti dalla Scala del Paradiso, che conduceva ai luoghi sacri, evidentemente segnati dalla croce monolitica rivolta a levante, verso il Sole che nasce, incastonata ad ante in alto sull’unica monofora dell’intera facciata, esattamente a ridosso e a guardia del ballatoio di accesso allo scalone.

C’è davvero tanto da guardare e da intepretare all’interno del Castello, altrettanto suggestivo al pari di quanto mostra visto dall’esterno. E di notte, la sua possente mole sembra incutere un senso di protezione al paese disposto intorno. E cioè il borgo originario risalente all’ottavo secolo, che arricchisce il contesto con chiese antiche come quella dello Spirito Santo e quella del Crocifisso. Lungo le vie, sorprendono i particolari in stile liberty che arricchiscono alcuni palazzi nobiliari. In definitiva, Sannicandro di Bari è quello che può definirsi un borgo decisamente da scoprire. E da gustare, perché anche a tavola c’è molto da apprezzare…

Sannicandro di Bari

Il libro del professor Nicola Racanelli sul castello di Sannicandro di Bari

Chi è Nicola Racanelli. E’ nato e vive a Sannicandro di Bari, ama definirsi studioso dei fatti locali con l’umile pretesa di voler essere un raccontatore di storia. Ha già pubblicato: “La notte di San Guglielmo” del 1993 per il Comitato Feste Patronali di Sannicandro di Bari; “La Quarantana” del 1996 per il Comune di Sannicandro di Bari; “Castelli e Fortificazioni” del 1999 per la Regione Puglia; “Sannicandro di Bari nel mondo normanno” del 2004 per la Pro Loco di Sannicandro di Bari; la “Madonna di Torre” del 2008 per il Comune di Sannicandro di Bari; “I Prìncipi” per la Pro Loco di Sannicandro di Bari.

 

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Giovanni Bosi, giornalista, ha effettuato reportages da numerosi Paesi del mondo. Da Libia e Siria, a Cina e India, dai diversi Paesi del Sud America agli Stati Uniti, fino alle diverse nazioni europee e all’Africa nelle sue mille sfaccettature. Ama particolarmente il tema dell’archeologia e dei beni culturali. Dai suoi articoli emerge una lettura appassionata dei luoghi che visita, di cui racconta le esperienze lì vissute. Come testimone che non si limita a guardare e riferire: i moti del cuore sono sempre in prima linea. E’ autore di libri e pubblicazioni.
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