Cucinelli: ho avuto il privilegio di conoscere la povertà

Roma, 10 nov. (askanews) – “Ho avuto il privilegio di vivere la povertà. Sono cresciuto guardando il cielo e le stelle. Ora non abbiamo più tempo per quadrare il cielo, eppure ancora oggi quando siamo in difficoltà alziamo gli occhi al cielo e chiediamo aiuto al creato. Abbiamo bisogno di normalità e di ritornare in equilibrio con il creato. È facile comprendere ciò che è giusto e ciò che non è giusto. Dobbiamo ritornare equilibrio fra profitto e dono. Non dobbiamo voltare le spalle alla povertà. Mio nonno donava la prima balla di grano alla comunità come dono derivante dal profitto. Il nostro è il miglior stato sociale al mondo, dobbiamo trovare soluzioni di lavoro contemporanee”. Così Brunello Cucinelli, stilista e imprenditore tra i più quotati al mondo, ospite oggi di RTL 102.5 nel corso di Non Stop News.

Parlando dei giovani e del difficile momento che li vede protagonisti, “Noi genitori abbiamo fatto due grandi errori – ha detto -: il primo grande errore è che abbiamo trasmesso loro l’obbligo di aver paura. Ciò che dobbiamo fare è sostituite la paura con la speranza. Il secondo errore è che abbiamo imputato al lavoro le colpe di non aver studiato ed io penso che c’è un’intelligenza da studio e una dell’anima che dobbiamo trasmettere”. “Stiamo vivendo un momento speciale”, ha detto ancora Cucinelli, “nonostante il Covid, grazie al nostro stato sociale non abbiamo licenziato. Dobbiamo fare attenzione alle persone che lavorano, soprattutto agli operai. Se diamo loro un luogo di lavoro leggermente migliore, un salario un po’ più alto e iniziamo a trattarli come esseri umani pensanti abbiamo risolto un grande tema sociale”. “Possiamo tornare ad essere mediatori culturali dell’umanità. In Italia, grazie al nostro stato sociale, abbiamo curato la pandemia meglio degli altri. Ora tocca a noi toglierci questo mal dell’anima. Abbiamo bisogno di ritrovare equilibrio, gentilezza, garbo, educazione e stima. Perché la stima genera responsabilità e la responsabilità genera creatività. Stiamo vivendo un secolo d’oro e non dobbiamo avere timore”, ha aggiunto l’imprenditore.


Per fare fronte alle problematiche lavorative che caratterizzano il nostro sistema Cucinelli parte dalla famiglia: “Dobbiamo partire dalle nostre famiglie. Lo smart working l’abbiamo usato in un momento doloroso per l’umanità ma secondo me ha delle lacune: non c’è più distinzione fra lavoro privato e famiglia e non genera creatività collettiva. Dobbiamo lavorare poche ore concentratissimi e dedicare il resto della giornata a noi stessi e alle nostre famiglie. Abbiamo bisogno di dialogare di più con le nostre famiglie ritrovare un equilibrio con i grandi ideali: famiglia, politica e spiritualità.

Poi, prima di concludere la diretta, ha lanciato un grande messaggio di speranza ai lavoratori e ai giovani: “Ritrovate la gratitudine e la semplicità, abbiamo bisogno di umiltà e coraggio che sono indispensabili per generare creatività. Facciamo sì che sui posti di lavoro ci sia equilibrio per creare sostenibilità morale, culturale, economica e sociale”.

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