L’agenda delle mostre all’aperto da vedere in tutta Italia prima di fare rientro in città

Non siamo ancora al colpo di coda dell’estate; per cui, prima del fatidico rientro in città e di ritrovarsi incastrati nella consueta routine di lavoro, vale la pena di approfittare del mese di agosto, che volge al termine, per seguire le passioni e gli interessi culturali in location tutte rivolte all’esterno. Così, l’argomento della settimana è l’agenda delle mostre ‘a cielo aperto’ da vedere in tutta Italia. La lista degli appuntamenti en plein air include un progetto di arte diffusa che coinvolge 20 artisti, emergenti e più affermati, differenti per età, culture e provenienze geografiche, invitati a esporre i propri lavori in 20 borghi italiani, dando vita a dialoghi inediti tra territorio, opere d’arte, abitanti e visitatori, in un racconto di partecipazione collettiva alla bellezza e alla cultura. Poi, ci sono installazioni site specific che si inseriscono nel contesto paesaggistico unico delle Dolomiti o delle montagne trentine, ma anche del Parco Naturale d’Abruzzo, magari interrogandosi sulle questioni più urgenti del nostro Tempo, oppure, sulla percezione del rapporto tra uomo e natura, o ancora incontrando la tecnologia. E poi, tra le proposte di fine agosto spiccano le opere di land art nello scenario della Maremma o l’installazione ‘rurale’ nel paesaggio della campagna calabrese, scegliendo temi come la memoria o il bene primario dell’acqua. Interventi multimediali, ad opera di un importante compositore e artista visivo, invadono le mura e gli spazi esterni di due castelli, mentre i lavori di due scultori contemporanei abitano il giardino ‘surreale’ del Sacro Bosco, inventato nel Rinascimento. Gli appuntamenti open air di questo mese non dimenticano la fotografia contemporanea, oggetto di un festival diffuso che conquista le strade e le piazze di un borgo calabrese, affacciato sulla costa tirrenica, per esprimere nuove visioni tra passato e futuro, tradizione e innovazione, dimensione globale e locale.

1) Una Boccata d’Arte, tutta Italia

Prosegue per tutta l’estate, fino al 18 settembre, “Una Boccata d’Arte”. Con l’obiettivo di dare valore all’incontro tra arte e patrimonio storico, artistico e paesaggistico, la manifestazione alla sua terza edizione propone mostre, installazioni e performance di 20 artisti in 20 borghi italiani, uno per ogni regione, dando vita a dialoghi inediti tra territorio, opere d’arte, abitanti e visitatori. Il progetto di arte diffusa a cielo aperto di Fondazione Elpis, realizzato in collaborazione con Galleria Continua e con la partecipazione di Threes Productions, racconta una storia di partecipazione collettiva alla bellezza e alla cultura. Non solo: ‘mette in scena’ le relazioni speciali tra borgo e artista frutto di un’attenta osservazione della storia e del paesaggio dei luoghi e delle peculiarità della ricerca degli artisti invitati, scelti tra nomi emergenti e più affermati, differenti per età, culture e provenienze geografiche, con un ampio coinvolgimento di autori stranieri. Nati dopo un periodo di residenza nei luoghi scelti per questa edizione e dallo scambio con la comunità e gli artigiani locali, gli interventi site specific di “Una boccata d’arte” interessano vari linguaggi espressivi, dalla pittura alla scultura, dalla fotografia al video e al suono, fino alla performance. L’invito è di prendere parte a un viaggio che percorre tutta l’Italia, dalla Valle d’Aosta alla Sardegna, per conoscere le 20 combinazioni artista-borgo del 2022: Antonio Della Guardia a Morgex (AO) in Valle d’Aosta; Natália Trejbalová a Neive (CN) in Piemonte; Alice Ronchi a Montemarcello (SP) in Liguria; Alina Kleytman a Cigognola (PV) in Lombardia; Giulia Mangoni a San Lorenzo Dorsino (TN) in Trentino-Alto Adige; Lucia Cantò a Malamocco (VE) in Veneto; Riccardo Benassi a Pesariis (UD) in Friuli-Venezia Giulia; Diana Policarpo a Montegridolfo (RN) in Emilia-Romagna; Serhiy Horobets a Sorano (GR) in Toscana; Luis López-Chávez a Panicale (PG) in Umbria; Eva Marisaldi a San Costanzo (PU) nelle Marche; Dessislava Madanska a Fumone (FR) nel Lazio; Victor Fotso Nyie a Rocca San Giovanni (CH) in Abruzzo; Tommaso Spazzini Villa a Castropignano (CB) in Molise; Fabrizio Bellomo ad Albori (SA) in Campania; Simone Bacco a Spinazzola (BT) in Puglia; Hanne Lippard a Grottole (MT) in Basilicata; Anna Zvyagintseva a San Donato di Ninea (CS) in Calabria; Isaac Chong Wai a Castiglione di Sicilia (CT) in Sicilia; Ludovica Carbotta ad Aggius (SS) in Sardegna.

www.unaboccatadarte.it

Una Boccata d’Arte – Hanne Lippard, Grottole

Michele Battilomo

2) Biennale Gherdëina. Persones Persons, Ortisei (Bolzano)

Un invito ancora aperto, quello della Biennale Gherdëina, che fino al 25 settembre anima Ortisei e la circostante Gherdëina/Val Gardena, presentando installazioni, sculture, brani sonori, performance, opere tessili e progetti partecipativi nel contesto paesaggistico unico delle Dolomiti. Al centro dell’indagine, svolta da alcuni degli artisti più interessanti del panorama contemporaneo, ci sono le questioni più attuali del nostro Tempo. In particolare, nel tema ‘Persones Persons’, questa ottava edizione, con la curatela di Lucia Pietroiusti e Filipa Ramos, sceglie due linee di sviluppo per le nuove opere d’arte, commissionate ed esposte accanto ai lavori precedenti e storici. “La prima prende in considerazione le forme di personalità, giuridiche e non, della natura e del paesaggio, chiedendosi in che modo le espressioni artistiche possano contribuire al riconoscimento dei diritti della Terra e alla riduzione delle barriere. L’altra linea si occupa delle memorie antiche e future dei percorsi delle persone, degli animali, delle piante e dei materiali attraverso sistemi di migrazione, spostamento stagionale e transumanza nella regione e nei suoi paesaggi. A come si formano e si costituiscono reciprocamente in un processo continuo di influenza e sintonia”, spiegano le curatrici. Gli artisti selezionati sono: Etel Adnan, Chiara Camoni, Alex Cecchetti, Gabriele Chaile, Revital Cohen e Tuur van Balen, Jimmie Durham, Simone Fattal, Barbara Gamper, Kyriaki Goni, Ignota Books, Karrabing Film Collective, Britta Marakatt-Labba, Lina Lapelytė, Eduardo Navarro, Angelo Plessas, Tabita Rezaire, Sergio Rojas, Giles Round, Thaddäus Salcher, Martina Steckholzer, Himali Singh Soin e David Soin Tappeser, Ana Vaz e Nuno da Luz, Bruno Walpoth, Zadie Xa e Benito Mayor Vallejo.

www.biennalegherdeina.it

mostre 2022

Biennale Gherdëina – Eduardo Navarro, Spathiphyllum Auris, 2022

Tiberio Sorvillo

3) Sentieri d’arte. I Giardini di Artemide, Cortina d’Ampezzo (Belluno)

L’arte contemporanea conquista anche le Dolomiti Ampezzane grazie a “Sentieri d’arte”. La rassegna, a cura di Fulvio Chimento e Carlotta Minarelli, quest’anno presenta la mostra “I giardini di Artemide”, con gli interventi site specific di Margherita Morgantin e Italo Zuffi che si aggiungono a quello realizzato in primavera da T-yong Chung. Le nuove opere degli artisti sono collocate lungo il primo tratto del sentiero di Pian de ra Spines, nei pressi di Fiames, all’interno di boschi e marcato dal letto sinuoso del fiume Boite; mentre le opere permanenti, realizzate per la scorsa edizione da Benni Bosetto, Cuoghi Corsello, Dado e Maurizio Mercuri, occupano la seconda porzione del percorso. Il titolo del progetto espositivo, “I giardini di Artemide”, fa riferimento a una guida letteraria per escursionisti scritta da Giovanni Cenacchi, poeta e scalatore, che descrive proprio questo territorio in modo profondo e intenso, evocando la dea Artemide. Quindi, I Giardini di Artemide rimandano alla percezione del rapporto tra uomo e natura, ispirata al sentire del mondo greco, consacrando proprio ad Artemide una porzione del territorio dolomitico e definendo questa presenza attraverso gli interventi degli artisti coinvolti. Nell’interpretazione artistica, il sentiero di Pian de ra Spines si trasforma idealmente nel Regno di Artemide, la cui presenza è rintracciabile secondo la visione classica ovunque siano presenti sulla terra “ombrose montagne, deserte o ammantate di boschi, dove scorrono freschi ruscelli e stagnano limpidi laghetti” (da Treccani). Le opere di Morgantin, Zuffi e Chung, allestite lungo il sentiero, producono una lieve modificazione all’interno dell’ambiente naturale, così che una parte del sentiero diventa un ‘giardino’ ideale. I lavori degli artisti possono essere letti nella propria valenza estetica e funzionale, oppure acquisire valore di ‘offerte’ disinteressate alla natura, ma anche manifestarsi come effettive presenze del passaggio di Artemide. La dea attrae il visitatore nel proprio ‘giardino dolomitico’, fino a spingerlo a perdersi e a inebriarsi del paesaggio in modo che possa percepire quella forza vitale, eterna, che i Greci proiettavano nell’ambiente, per loro realmente popolato da entità spirituali. Fino al 3 novembre. Questa terza edizione di “Sentieri d’arte” si estende anche alla Lombardia, coinvolgendo con il progetto espositivo “Polline” la Valle Intelvi sulle Prealpi lombarde. Quello scenario, da settembre a novembre, accoglierà gli interventi site-specific di Simone Berti, Caretto/Spagna, Jonathan Vivacqua. Entrambe le mostre, sebbene relative ad ambiti geografici, storici e naturalistici diversi, condividono l’obiettivo di realizzare percorsi artistici organici integrati al paesaggio e in dialogo con le sollecitazioni culturali del territorio.

www.associazione-controcorrente-arte.it

mostre 2022

Sentieri d’arte. I Giardini di Artemide – Margherita Morgantin, Arawa Aramis Anaramis Akawa, 2022

Matteo Schiavoni

4) Brian Eno x Trentino. Three installations for Buonconsiglio e 77 Million Paintings for Beseno, Trento

È un progetto destinato a suscitare emozioni quello realizzato da Brian Eno, compositore, artista visivo, produttore discografico, considerato tra i più importanti musicisti contemporanei, per gli spazi storici del Castello del Buonconsiglio e di Castel Beseno: due installazioni multimediali site specific che danno vita a fluidi paesaggi sonori di luci e suoni. Fino al 6 novembre, il castello, simbolo della città di Trento, è animato da “Three Installations for Buonconsiglio”, composta da una serie di opere concepite sulla base dei diversi spazi che le ospitano, i Giardini del Magno Palazzo, il Cortile dei Leoni e la Sala dei Vescovi. Installati in punti chiave della fortezza nei quali si integrano, i lavori di Eno e le sue musiche inedite, concepite per l’occasione, dialogano con gli ambienti circostanti e il percorso espositivo museale, per dare vita a un’esperienza d’ascolto sinestetica particolare. L’installazione audiovisiva “77 Million Paintings for Beseno” è un adattamento specifico dell’opera d’arte più popolare di Eno, 77 Million Paintings, proposta su larga scala. Sulle possenti mura est di Castel Beseno evolvono le infinite combinazioni, il paesaggio di suoni e immagini della ‘musica visiva’ di Eno, frutto della sua continua ricerca sulla luce come mezzo artistico e sulle possibilità estetiche offerte dal software generativo. “Una delle cose che mi attira fortemente dell’arte generativa è l’idea che si tratti di una cosa così grande, con così tante variazioni, che nemmeno l’artista può (pre)vedere tutte le possibilità”, commenta l’artista. In costante cambiamento, tra milioni di combinazioni di quadri e musiche, questa spettacolare installazione musicale e luminosa (una superficie di circa 1.500 m2) può essere identificata dal pubblico come una ‘pittura di luce’, un dipinto convenzionale dove, però, la stessa corrispondenza di immagini non potrà essere mai più vista. Fino al 10 settembre.

www.brianenoxtrentino.com

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5) Artesella: Physis di Arcangelo Sassolino, Borgo Valsugana (Trento)

Sono trascorsi 36 anni dalla fondazione di Arte Sella. In questo lungo periodo gli artisti invitati, oltre un centinaio, hanno interpretato l’anima del luogo, offrendo uno sguardo originale, sempre più interdisciplinare e aperto alle contaminazioni, e prospettive sempre diverse. Lo hanno fatto attraverso le loro opere di land art e gli interventi site specific, realizzati nei linguaggi espressivi più diversi, destinati comunque a subire la trasformazione del tempo. In quel percorso artistico, immerso nella natura della Val di Sella, si inserisce la nuova opera di Arcangelo Sassolino, Physis, collocata in un’area appartata con sfondo le montagne, che apre un nuovo capitolo per Arte Sella. È l’inizio di un’altra fase del progetto artistico, nel quale la natura e l’arte si incontrano attraverso il dialogo con la tecnologia, così determinante nella contemporaneità da essere considerata una sorta di nuovo elemento naturale, nel pensiero, nell’azione e anche nel paesaggio. Physis è composta da una parte elettronica e da un motore alimentato da un pannello solare, mentre una massa di granito, tagliata in due, è posta su un binario per compiere ogni giorno, attivato solo dall’energia solare, un lentissimo e inesorabile ciclo di apertura e chiusura. L’energia, variabile nella quantità catturata dai pannelli solari, determina il movimento mai uguale a se stesso. Attraverso la tecnologia, l’opera esprime il respiro della materia. Physis che, all’apertura dei due massi, rivela un paesaggio nascosto e una natura inaspettata, “è un lavoro sul peso del tempo, sulla lenta e inesorabile trasformazione della natura che non ha niente del cinismo isterico della nostra società. È un Sisifo orizzontale, la sua salita è il meteo”, spiega Arcangelo Sassolino. L’installazione sembra evidenziare la contrapposizione problematica tra natura e tecnica, che ha contraddistinto il pensiero occidentale fin dall’antichità. La precisione della meccanica, ovvero della capacità tecnica dell’essere umano, si incrocia con l’imprecisione e l’imprevedibilità della materia estratta e degli agenti atmosferici.

www.artesella.it

mostre all'aperto 2022

Arte Sella 2022 – Arcangelo Sassolino, Physis

Giacomo Bianchi

6) Paesaggi Contemporanei. Radicondoli per l’arte contemporanea, Radicondoli (Siena)

Prosegue per tutto il mese di agosto “Paesaggi Contemporanei”, il progetto di arte contemporanea e di valorizzazione del territorio che anima Radicondoli, affacciata sulle colline metallifere senesi. L’obiettivo della rassegna, alla sua seconda edizione, è di fare arte utilizzando il paesaggio e il contesto urbanistico come materia stessa dell’opera, di porre in primo piano la ricerca estetica e, in particolare, i segni dell’uomo, il suo passaggio e la sua memoria. Quest’anno le strade e le vie del paese accolgono mostre e nuove installazioni site specific di Franco Ionda, Giuseppina Giordano, Mirio Cosottini, Paolo Fabian. Le opere degli artisti, pensate per le caratteristiche ambientali e architettoniche di Radicondoli, suggeriscono un percorso emozionale. Franco Ionda presenta ‘Catturare il riflesso’, tre forme in fusione di alluminio inserite nel centro storico e all’ingresso del paese, che si dimostrano un invito ad alzare lo sguardo verso l’alto per non dimenticare che “adesso il cielo è in terra, si è rovesciato e le stelle si possono toccare”, ha spiegato l’artista. L’installazione ‘Abbraccio’ di Giuseppina Giordano, un progetto a cura di Culture attive, collocata vicino le mura, ridà nuova vita a un luogo marginale ed esprime l’esito di due anni di incontri e sogni con gli abitanti di Radicondoli e Belforte. Mirio Cosottini ha costruito una architettura sonora in un boschetto di lecci poco distante dal paese e presenta la sua mostra di disegni ‘Dettagli’, mentre Paolo Fabiani ha lasciato i segni della sua opera ‘Occitania’ in vari spazi della geografia urbana del luogo. Le tre opere di Ionda e l’installazione di Giordano si aggiungono alla collezione permanente di arte contemporanea di Radicondoli, iniziata l’anno scorso con i lavori di Antonello Ghezzi e Moussa Traore.

www.radicondoliarte.org

paesaggi contemporanei radicondoli per l'arte contemporanea paolo fabiani, porta olla  pittura sintetica e panchina

Paesaggi Contemporanei. Radicondoli per l’arte contemporanea: Paolo Fabiani, porta Olla – pittura sintetica e panchina

Courtesy Photo

7) HYPERMAREMMA, Gianni Politi. Le fatiche di A.C., Talamone (Grosseto)

Un campo di girasoli (coordinate: 42.56479002179014, 11.139276755651654) è la location speciale scelta per l’installazione di Gianni Politi, l’intervento site specific “Le fatiche di A.C.” che completa il programma dell’estate di Hypermaremma 2022. Nel progetto, l’artista pone in relazione la sua infanzia con il proprio percorso professionale, considerando che il territorio della Maremma e la costa dell’Argentario sono per lui luoghi ‘familiari’, che lo hanno visto crescere, fin da quando era bambino. Politi ha dipinto dieci vele da windsurf, collocandole in pieno campo come dei monoliti che si liberano alle correnti ventose della baia. Ma è solo l’inizio, che rimanda a un’azione performativa pensata dall’artista per rievocare un ricordo autobiografico dell’infanzia: il viaggio che compiva, con grande eccitazione e aspettativa, quando la madre lo accompagnava da casa alla suola di windsurf. A settembre, infatti, avrà luogo una regata di dieci windsurf, che da Porto Santo Stefano arriveranno fino a Talamone, dando vita a una coreografia, tra vento e colore, accompagnata dal pubblico da terra mentre percorre, all’unisono, la spiaggia della Giannella. “Le vele svettano sul mare verso il cielo dirigendosi figurativamente verso Talamone, un luogo che non appartiene all’infanzia dell’artista ma piuttosto al suo presente, in un metaforico viaggio verso il futuro”.

www.hypermaremma.com

hypermaremma, gianni politi le fatiche di ac

HYPERMAREMMA, Gianni Politi. Le fatiche di A.C.

Giorgio Benni

8) Capsula del tempo, Bomarzo (Viterbo)

Sculture open air nella dimensione mistica e onirica del Parco dei Mostri di Bomarzo. La mostra “Capsula del tempo”, a cura di Serena Achilli, colloca le creazioni di Tommaso Cascella e Sandro Scarmiglia nello scenario di uno dei luoghi più ‘misteriosi’ d’Italia, popolato di case storte e bocche fuori misura, metamorfosi di corpi e animali. Entrambi romani, i due artisti esprimono attraverso le loro opere lo stesso spaesamento che può provare chi visita il Sacro Bosco, superando un ponte temporale che si ricongiunge direttamente a questo luogo. Il progetto espositivo interpreta un nuovo mistero, fra arti plastiche in comunicazione tra loro lungo la linea del tempo, e con la dimensione creativa, a cui l’arte attinge da sempre, che si ricollega al messaggio cifrato lasciato dall’inventore di quel giardino surreale, attuando un cortocircuito temporale. Era il 1552 quando Vicino Orsini costruiva il suo Sacro Bosco, uno dei luoghi più enigmatici del Rinascimento, un sito labirintico e disorientante che affascinerà secoli dopo personaggi dell’arte e della cultura. Cascella e Scarmiglia impiegano nelle loro opere scultoree, dalle forme arcaiche, il ferro e il cemento, che data il nostro tempo tecnologico e precario; riprendono i temi del fantastico e dell’alchemico propri del Parco, per riunire tutto in un gioco di forma e luce fluido, in relazione e in armonia con lo spazio. Camminando nel giardino, il visitatore si ritrova immerso in questa arte misterica, per incontrare un universo parallelo e fantastico sospeso nello spazio e nel tempo. Fino al 23 ottobre.

capsula del tempo, bomarzo sandro scarmiglia

Capsula del Tempo, Bomarzo: SANDRO SCARMIGLIA

Alessandro Calderoni via HF4

9) Arteparco. Liberi tutti, Pescasseroli (Aquila)

Un nuovo intervento site specific arricchisce Arteparco, il progetto di arte contemporanea a cielo aperto nel parco Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. “Liberi tutti” è l’opera di Valerio Berruti (Alba, 1977) allestita all’interno delle foreste vetuste del Parco, Patrimonio Unesco dal 2017, a Pescasseroli. In un contesto paesaggistico caratterizzato da alberi secolari e foreste che sembrano parte di una natura incantata, Berruti inserisce la sua imponente scultura, poetica e fiabesca: un bambino gioca nella natura affacciandosi in modo curioso da una roccia per lasciarsi intravedere da chi è di passaggio in quel luogo. L’installazione, che si aggiunge alle opere di Marcantonio, Matteo Fato, Alessandro Pavone e Sissi, dà corpo a un un percorso espositivo variegato. È “un progetto che sposa pienamente la mia idea dell’arte, l’intenzione di creare opere immersive che dialoghino con l’ambiente e con lo spazio circostante cercando di esaltarlo al meglio”, ha spiegato Berruti. L’iniziativa di Arteparco è nata da un’idea di Paride Vitale.

www.parcoabruzzo.it

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ARTEPARCO: Liberi tutti – Valerio Berruti

Luca Parrisse

10) Fiumefreddo Photo Festival, Fiumefreddo Bruzio (Cosenza)

Fiocco azzurro per il festival diffuso di fotografia contemporanea. Fino al 10 settembre, Fiumefreddo Photo Festival propone nello scenario a cielo aperto del borgo calabrese le mostre di importanti interpreti della fotografia contemporanea italiana e internazionale, con uno sguardo, rivolto ad indagare l’immagine attraverso l’incontro e la ricerca, aperto sul mondo. Le strade caratteristiche del centro storico, lungo le quali si sviluppa il percorso espositivo, si animano dei progetti degli artisti e fotografi, in cui si fondono l’arcaico e l’iper-futuro, interpretando il nostro tempo e invitando a riflettere sui temi della salvaguardia ambientale e climatica, e sulle ricadute culturali, politiche e sociali innescate. In particolare, Fiumefreddo Photo Festival sceglie il tema “MIDWAY: between past and future”, con l’intento di esprimere nuove ed inedite visioni nelle quali si incontrano passato e futuro, tradizione e innovazione, globale e locale. Nella lista degli autori selezionati: l’artista ecuadoriano-israeliano Misha Vallejo Prut (con la mostra “Secret Sarayaku”), il fotografo documentarista Marco Zorzanello (che espone “Tourism in the climate change era”), i fotografi Gabriele Cecconi (con il progetto “TiàWùK”) e Giacomo d’Orlando (con la mostra “Nemo’s Garden”), Fabian Albertini, artista italiana residente tra Reggio Emilia e Rio de Janeiro (espone “Controlled Lives”), l’artista multidisciplinare Alex Urso (presenta “Past Continuous”) o ancora Bianca Maldini, fotografa emergente (con il progetto espositivo “Una volta qualcuno mi disse”). Il festival è ideato e promosso dall’Associazione Pensiero Paesaggio, con la direzione artistica e curatoriale di Teodora Malavenda.

www.fiumefreddophotofestival.it

fiumefreddo photo festival bianca maldini

Fiumefreddo Photo Festival: Bianca Maldini

Anna Catalano

11) ElasetesalE, Chiaramonte Gulfi (Ragusa)

“ElasetesalE” è un’installazione site specific open air che punta l’attenzione sull’acqua, intesa come un bene primario da non sprecare. L’ha concepita il designer Giuseppe Arezzi per un piccolo albergo nella campagna ragusana, N’orma, utilizzando delle bottiglie senza fondo in vetro verde, che erano state fatte realizzare, anni prima, dai proprietari della dimora per l’ospitalità, Andreina Iebole e Maurizio Di Gregorio, per un progetto mai attuato. “ElasetesalE” è un’opera palindroma, bifronte e quasi circolare, costituita da una linea, lunga 15,55 metri, di 102 bottiglie poste l’una dentro l’altra e appoggiate orizzontalmente su esili cavalletti in ferro. All’interno dei recipienti in vetro scorre l’acqua fino a confluire in un grande imbuto posto a terra, che la raccoglie per immetterla di nuovo nel circuito, evitando ogni dispersione. Il tutto è attivato da un rubinetto a margherita rosso collegato all’impianto idrico. L’installazione connette la bottiglia, oggetto anonimo e perfetto, al paesaggio agricolo e alle costruzioni rurali di quel territorio, ora divenute albergo. “Cruda nella sua autenticità, l’opera è immersa pienamente nel contesto senza essere infatuata del passato e della tradizione più prevedibile. Riconoscibile per chi vive questi luoghi e anche per chi li scopre. Contemporanea nella sua essenza. Nella sua intrinseca contraddizione, qui è la bottiglia che versa il liquido nell’imbuto e non viceversa così da restituirlo alla terra che ne è fonte e sorgente”, spiega il designer che affida a “ElasetesalE” un altro messaggio: la siccità sul pianeta farà salire la sete, e l’arsura non è solamente la mancanza di acqua: è la scarsità di conoscenza e di rispetto per l’ambiente che abitiamo.

www.giuseppearezzi.com

elasetesale, giuseppe arezzi x n'orma  2022

ElasetesalE, Giuseppe Arezzi x N’orma – 2022

Natale Leontini

L’agenda delle mostre all’aperto da vedere in tutta Italia prima di fare rientro in città