Guerra Russia

Sarebbe una nuova ritirata che sa di clamorosa sconfitta, dopo la fuga da Kherson. Secondo Kiev, i segnali ci sono: i russi «si stanno preparando» a lasciare la centrale di Zaporizhzhia, sito chiave nella guerra che da mesi tiene tutti col fiato sospeso per la paura che una bomba possa far centro sull’impianto nucleare più grande d’Europa. 

A Kherson, continuano di notte e di giorno decine di raid russi, che dopo i quartieri più popolosi prendono di mira le linee elettriche, lasciando la luce a meno del 5% dei residenti. E costringendo centinaia di uomini, donne e bambini ad un tragico esodo dalla città. File di auto, camion e furgoni si allungano verso la periferia: immagini drammatiche, a sole due settimane dalle folle in festa per la fine dell’occupazione di Mosca.

Secondo Kiev, l’invasore si prepara a lanciare dal 10 dicembre una nuova «mobilitazione» segreta per rafforzare le sue truppe al fronte, e sarebbe pronto a muovere le sue unità dalla Bielorussia in Ucraina.
Il migliore alleato dell’invasore è ancora una volta l’inverno. Le previsioni sono in peggioramento con neve, pioggia e gelo al nord, nelle regioni centrali e anche a Kiev.

Per approfondire
Il racconto – Holodomor, il genocidio ucraino che ora Putin vuole replicare
Il caso – Il Cremlino inventa un anti-Prigozhin, creerà nuove brigate mercenarie
Come donare – Fondazione Specchio dei Tempi

Bono, Putin assassino, sta bullizzando popolo ucraino

«A me come agli italiani non piacciono i bulli, ecco la Russia è un paese che sta bullizzando una intera nazione e i suoi abitanti. Putin è un assassino». Lo ha detto Bono Vox, leader degli U2, ospite negli studi di Rai3 a Che Tempo che fa, presentando la sua autobiografia dal titolo ‘Surrender’. «Ho sentito prima che l’Italia manderà degli aiuti all’Ucraina e io voglio dire che credo che lo farà. Gli ucraini credono nella libertà più di noi. E per me la libertà è tutto», ha aggiunto. 

Kiev: a Kherson ripristinata 17 per cento rete elettrica

Il governatore della regione di Kherson, Yaroslav Yanushevych, ha affermato che l’alimentazione elettrica è stata ripristinata per il 17% dei consumatori domestici nella città recentemente liberata, come riporta Kiev Independent. Kherson è rimasta senza elettricità, acqua e riscaldamento per la maggior parte di novembre. Questa è la prima volta che l’alimentazione elettrica viene ripresa a Kherson dalla liberazione della città lo scorso 11 novembre. 

Metsola: negoziati possibili solo se Putin si ritira

«Putin non ha smesso né nel 2008 né nel 2014. Se non lascia il territorio noi non possiamo fare negoziati. Anche la Crimea? Se l’Ucraina dice che può negoziare, allora si può negoziare. Noi non possiamo negoziare se ci sono ucraini sotto i bombardamenti, non possiamo essere noi a decidere del loro territorio». Lo ha affermato la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, a Che tempo che fa su Rai3.

Metsola: negozieremo quando lo decidera’ Kiev

«Noi negozieremo con la Russia quando l’Ucraina deciderà che si potrà negoziare. Non possiamo noi decidere sul loro territorio. Sono loro che subiscono ogni giorno i bombardamenti». Lo ha dichiarato la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, nel suo intervento a Che tempo che fa su Rai3. 

Lukashenko: Kiev deve negoziare con Mosca senza precondizioni

Il presidente bielorusso Alexander Lukashenko ha dichiarato che Kiev sta commettendo un «errore» proponendo precondizioni per i negoziati con la Russia, sostenendo che tali precondizioni non consentono l’avvio dei negoziati. «L’errore degli ucraini, del presidente Volodymyr Zelensky, è che viola i principi classici del processo negoziale. Soprattutto quando si parla con il gigante russo. Beh, non si possono proporre condizioni in anticipo», ha detto Lukashenko durante un intervista alla tv di stato russa, come riporta la Cnn. «Siediti al tavolo dei negoziati e proponi lì tutte le condizioni. E il secondo principio è classico: i compromessi», ha detto ancora Lukashenko. 

La Lituania interrompe collaborazione con la Bielorussia

Il ministero degli Interni ha annunciato in un comunicato stampa che interromperà l’accordo di collaborazione con il ministero degli Interni della Bielorussia sottoscritto nel 1993. Il ministro degli Interni lituano Agnė Bilotaitė ha affermato che l’accordo è di fatto lettera morta da quando, nel 2020, il Presidente Aleksandr Lukashenko venne rieletto tra brogli elettorali, proteste di piazza e ripetute repressioni e incarceramenti dei manifestanti. «La Lituania», ha affermato il ministro, «non vede possibilità di collaborare con regimi nemici. La Bielorussia, stretta alleata del regime del Cremlino che sta conducendo contro la Lituania un attacco ibrido e attraverso la polizia di frontiera spinge migranti illegali in territorio lituano, non può essere e non sarà partner della Lituania nel settore degli Affari interni, né in altri settori». Nel corso degli ultimi mesi, svariati accordi di collaborazione con la Bielorussia sottoscritti nel corso degli ultimi trent’anni sono stati denunciati anche dalle vicine Lettonia ed Estonia.

Bielorussia: Lavrov, Makei era vero patriota e amico Russia

Il ministro degli Esteri bielorusso Vladimir Makei, mancato ieri a 64 anni, era «un diplomatico e uno statista eccezionale, un vero patriota che ha dedicato la sua vita a servire la patria e a difenderne gli interessi sulla scena internazionale». È quanto ha dichiarato il capo della diplomazia russa Serghei Lavrov inviando le sue condoglianze alla vedova. Makei, ha sottolineato il ministero degli Esteri di Mosca in una nota, è stato un vero amico della Russia e ha dato «un contributo unico alla promozione globale di un’ampia cooperazione bilaterale, alla costruzione dell’integrazione dello Stato dell’Unione e al rafforzamento dei legami tra i popoli fraterni di Russia e Bielorussia». «Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha inviato alla moglie del suo omologo un telegramma di condoglianze a tutti i suoi parenti e cari», si legge nel comunicato. «Vladimir Vladimirovich Makei rimarrà per sempre nei nostri cuori come un uomo dall’animo ampio e dalla profonda saggezza, un brillante professionista, un socio e un compagno leale, che si è guadagnato l’amore e il rispetto non solo dei cittadini del suo Paese, ma anche ben oltre la Bielorussia», si legge nella nota. Makei era ministro degli Esteri dal 20 agosto 2012. In precedenza, era stato a capo dell’Ufficio presidenziale bielorusso dal 2008 al 2012.

Kiev: due morti per attacchi russi nella regione di Donetsk

Le truppe russe hanno attaccato la città di Kurakhove, nella regione di Donetsk, uccidendo due civili e ferendone un altro. Lo riporta Ukrinform. «I russi hanno colpito Kurakhove con l’artiglieria. Due persone sono state uccise, un’altra è rimasta ferita, quattro case sono state danneggiate nell’attacco», ha scritto su Telegram Pavlo Kyrylenko, capo dell’amministrazione militare regionale di Donetsk.

Mamme russe russe lanciano petizione: “Basta guerra”

Un gruppo di madri di soldati russi si è unito a un’associazione di attiviste per chiedere il ritiro delle truppe di Mosca dall’Ucraina, lanciando una petizione online. La campagna, organizzata dal gruppo “Resistenza femminista russa contro la guerra”, coincide con la festa della mamma che in Russia si celebra l’ultima domenica di novembre. La petizione e’ pubblicata su Change.org e indirizzata ai parlamentari delle commissioni competenti della Duma di Stato e del Consiglio della Federazione.  «Da nove mesi va avanti la cosiddetta ‘operazione militare speciale’, che porta distruzione, dolore, sangue e lacrime», si legge nella petizione. «Tutto ciò che accade in Ucraina e in Russia preoccupa i nostri cuori. Indipendentemente da nazionalità, religione o stato sociale, noi madri della Russia siamo unite da un desiderio: vivere in pace e armonia, crescere i nostri figli in un ambiente pacifico cielo e non aver paura per il loro futuro». «In molte regioni le famiglie dei mobilitati hanno dovuto provvedere autonomamente alla raccolta dell’equipaggiamento per i propri uomini da mandare a morire, comprando tutto a proprie spese, anche i giubbotti antiproiettile. Chi provvederà alle famiglie che hanno perso i loro capifamiglia? Conosciamo la risposta – tutte queste difficoltà saranno un peso aggiuntivo sulle spalle già sovraccariche delle madri!», denuncia la petizione. 

Kiev: Mosca trasferirà truppe dalla Bielorussia

I russi si stanno preparando a trasferire unità separate delle loro truppe dalla Bielorussia ai territori occupati dell’Ucraina. Lo ha riferito lo stato maggiore delle forze armate ucraino, come riporta Ukrainska Pravda. «Il movimento del personale e dell’equipaggiamento militare del nemico continua a reclutare unità che hanno subito perdite. Si prevede che il raggruppamento delle truppe nemiche che operano nei territori temporaneamente occupati sarà rafforzato a causa del trasferimento di singole unità dal territorio della Repubblica di Bielorussia dopo aver acquisito capacità di combattimento», recita il messaggio dello Stato maggiore ucraino. 

Podolyak: attacchi contro infrastrutture non portano vantaggi al fronte, è solo fascismo

«Gli attacchi russi contro le infrastrutture dell’energia non riguardano solo la luce. Interrompono interventi chirurgici, cancellano dialisi, spengono ventilatori, non fanno arrivare autoambulanze. E questo ha implicazioni al fronte? No. È semplice fascismo del 21esimo secolo, terrore contro le città civili», ha scritto in un tweet il consigliere di Zelensky, Mikhailo Podolyak. 

Media: Shebekino a Belgorod senza corrente e acqua “dopo raid”

La città di Shebekino nella regione russa di Belgorod è rimasta parzialmente senza elettricità e acqua: secondo il governatore Vyacheslav Gladkov «in seguito al bombardamento della periferia della città, elettricità e l’approvvigionamento idrico sono parzialmente mancanti sul territorio della città». Tuttavia nessuna prova del bombardamento è stata fornita, riferiscono i media ucraini. Secondo il governatore, le compagnie energetiche hanno iniziato a collegare gli abbonati alle linee di backup. Anche le stazioni di pompaggio vengono riavviate per ripristinare l’approvvigionamento idrico. 

Freddo e attacchi russi, residenti pronti a lasciare Kherson

Gli attacchi russi sulla città liberata di Kherson e la regione circostante continuano quasi senza interruzione, tanto da spingere molti residenti alla decisione di lasciare le proprie abitazioni. Le bombe russe, infatti, oltre a mettere in pericolo le loro vite hanno colpito molte strutture critiche per l’elettricità, acqua e riscaldamento, rendendo particolarmente difficile la permanenza per gli abitanti di Kherson. Come spiegato da Galina Lugova, capo dell’amministrazione militare della città, in tutti i quartieri di Kherson sono stati allestiti treni per l’evacuazione e rifugi antiaerei con stufe, letti, kit di pronto soccorso ed estintori. «Stiamo facendo tutto ciò di cui c’è bisogno», ha spiegato Lugova. «Ci stiamo preparando per un inverno in condizioni difficili, ma faremo di tutto per mettere al sicuro le persone», ha spiegato ancora Lugova, aggiungendo che la sua più grande preoccupazione sono «i bombardamenti che si intensificano ogni giorno. Bombardamenti, bombardamenti e ancora bombardamenti».

Orban: “L’indipendenza dell’Ucraina è necessaria per la sicurezza Ue”

L’Ucraina deve rimanere uno Stato sovrano per contrastare la minaccia alla sicurezza dell’Europa proveniente dalla Russia. Lo ha dichiarato il primo ministro ungherese, Viktor Orban, in una rara ammissione dei rischi che le politiche di Mosca pongono per il Vecchio Continente. Lo riporta la testata ungherese 24.hu. Durante una riunione dell’Internazionale democratica centrista, di cui è vicepresidente, Orban ha affermato che l’Europa è “unita nei suoi obiettivi” sull’Ucraina, ma che le “opinioni divergono per quanto riguarda gli strumenti, in particolare le sanzioni”. “La cosa principale è che la Russia non rappresenti una minaccia per la sicurezza dell’Europa e per questo abbiamo bisogno di un’Ucraina sovrana”, sono state le parole del premier di Budapest. 

A Kherson, falso focolaio Covid ha evitato occupazione dell’ospedale. Lo stratagemma scelto dai medici per ostacolare i russi

L’astuzia, per combattere l’invasore e ritardare l’occupazione russa a Kherson. E’ questa la strategia che hanno scelto alcuni medici ribelli dell’ospedale Tropinka della città recentemente liberata, inventandosi un focolaio Covid per non far entrare le truppe di Mosca nella struttura. La storia è raccontata sul Wall Street Journal ed è stata rilanciata da Ukrainska Pravda. All’inizio dell’occupazione, i soldati russi si sono presentati in ospedale con la richiesta di rimuovere la bandiera ucraina, ma Leonid Remiga, primario dal 1995, si è rifiutato. “Potete spararmi se volete, ma non lo farò”, ha detto il medico. Successivamente, le forze occupanti sono tornate e volevano trasformare la struttura in un ospedale militare per i russi. Per scongiurare il tentativo, Remiga ha convinto il personale a indossare tute protettive contro il Covid-19, e ha detto ai militari che non potevano entrare a causa di un’epidemia di coronavirus. Il personale ha coperto le pareti con avvertimenti su infezioni dilaganti. Lo stratagemma ha funzionato e i soldati se ne sono andati. “Il nostro ospedale non poteva diventare un ospedale russo”, ha detto Remiga, che ha deciso di rimanere nella città anche dopo che ad aprile moglie e figli hanno lasciato Kherson. Secondo Remiga, dopo l’8 maggio, gli occupanti sono diventati molto più duri: hanno iniziato a imprigionare, torturare e uccidere i cittadini. E a giugno, i russi hanno deciso di licenziare il primario, e al suo posto hanno nominato la caposala dell’ospedale Larisa Maleta, che pur contraria agli invasori ha scelto di accettare l’incarico, ostacolando dall’interno le attività degli occupanti. Fino al 1 agosto, quando ha deciso di lasciare la città. La cardiologa Iryna Sviridova è stata nominata al suo posto ed è diventata una collaboratrice, accelerando il licenziamento dei medici e il passaggio al sistema sanitario russo. Negli ultimi giorni prima del completo ritiro dei russi da Kherson, gli occupanti sono arrivati ;;in ospedale alla ricerca di attrezzature da rubare, ma i dipendenti si sono portati a casa computer e altre attrezzature. Alla fine, i russi sono riusciti a portare via solo un microscopio e una centrifuga. L’11 novembre, con il ritiro russo, la bandiera ucraina è tornata a sventolare di nuovo sull’ospedale.

Gb posta video della consegna di missili all’Ucraina. Parte del pacchetto di aiuti di Londra. “Ruolo cruciale”

Il ministero della Difesa britannico ha pubblicato un video su Twitter che mostra l’invio di missili Brimstone 2 in Ucraina per armare le forze di Kiev. “Come parte del suo pacchetto di aiuti, il Regno Unito ha fornito alle forze armate ucraine i missili Brimstone 2, un missile a guida di precisione”, ha scritto il ministero sul social. “Questo aiuto ha svolto un ruolo cruciale nello stallo dei progressi russi”. I Brimstone 2 sono missili a guida di precisione originariamente progettati per attacchi aria-terra. Secondo il Ministero della Difesa, le forze armate ucraine li stanno usando per prendere di mira veicoli corazzati e carri armati, riporta Sky New

A Kiev anche missili Brimstone

La Gran Bretagna conferma che, nell’ambito degli aiuti all’Ucraina, sono stati forniti a Kiev anche missili di precisione Brimstone. “Questi aiuti hanno svolto un ruolo cruciale nel fare entrare in una fase di stallo l’avanzamento delle forze russe”, ha commentato il ministero della Difesa a Londra.

Sánchez: “E’ l’ora della diplomazia e della politica. La democrazia va difesa giorno dopo giorno”

“I progressi e le conquiste non sono irreversibili, e per questo dobbiamo avere ben chiaro che la democrazia va difesa giorno dopo giorno”: è uno dei messaggi espressi a Madrid da Pedro Sánchez, primo ministro spagnolo, nella giornata di chiusura dell’Internazionale Socialista, di cui è stato proclamato nuovo leader. “Siamo custodi di un’eredità unica: la nostra ideologia ha migliorato le condizioni materiali e spirituali delle sue società”, ha aggiunto. “Non ci sentiamo migliori di altri per il fatto di essere socialisti”, ha anche detto il leader spagnolo, “ma bisogna riconoscere che il socialismo, la socialdemocrazia e il laburismo rendono il mondo migliore”. L’intervento di Sánchez, che ha anche fatto un appello alla pace e al ricorso “alla diplomazia” riferendosi alla guerra in Ucraina, è stato preceduto da quello di José Luis Rodríguez Zapatero, premier tra il 2004 e il 2011 e segretario generale del Partito Socialista spagnolo tra il 2000 e il 2012. “Sánchez ha dimostrato coraggio e onestà, le cose più importanti per un socialista”, ha affermato, “il nostro dovere è sostenerlo senza condizioni”. 

Kiev: i Russi si preparano a lasciare la centrale di Zaporizhzhia

Secondo il presidente dell’agenzia nucleare ucraina Energoatom Petr Kotin ci sarebbero segnali che l’esercito russo si starebbe preparando a lasciare la centrale nucleare di Zaporizhzhia: «Nelle ultime settimane abbiamo effettivamente avuto informazioni secondo cui ci sono segnali che i russi potrebbero lasciare la centrale di Zaporizhzhia», ha detto alla tv nazionale, citato da Ukrainska Pravda. Kotin ha sottolineato che «è troppo presto per dire che l’esercito russo stia lasciando l’impianto», ma si può dire che si stanno «preparando», «c’è l’impressione che stiano facendo le valigie e rubando tutto quello che riescono a trovare». 

Kiev, stabilizzato il funzionamento del sistema energetico

Il funzionamento del sistema energetico ucraino e’ stato stabilizzato, rimane un deficit della capacita’ a livello nazionale del 20%. Lo ha annunciato il primo ministro Denys Shmyhal, come riporta Ukrinform. 

Filorussi: “Attacchi ucraini hanno danneggiato asilo a Donetsk. Cinque razzi di Kiev oggi nel centro della città”

Un asilo è stato danneggiato a Donetsk a seguito dei bombardamenti delle truppe ucraine. Lo sostiene la missione dell’autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk (Dpr) presso il Centro congiunto russo di controllo e coordinamento per le questioni relative ai crimini di guerra dell’Ucraina, secondo quanto riportato dalla Tass. “L’asilo numero 187 nella città di Donetsk è stato danneggiato”, ha scritto sul suo canale Telegram la missione, insieme a quattro condomini, un caffè e una strada. Secondo quanto riferito dalla missione della Dpr, le truppe ucraine hanno lanciato cinque razzi oggi nel centro di Donetsk.

Gallagher: “Paesi con fabbriche d’armi ci guadagnano”

“Evidentemente qualcuno guadagna, dire che sono Paesi, ci sono Paesi dove ci sono le fabbriche delle armi”. Lo dice mons. Paul Richard Gallagher, ministro degli Esteri vaticano in un’intervista ai telegiornali Mediaset. E aggiunge: “Ovviamente noi non contestiamo la giusta difesa di fronte all’aggressione, però bisogna mantenere questo difficile equilibrio di proporzione delle armi. Abbiamo già visto quanto è costata questa guerra, somme enormi ed è necessaria una solidarietà con l’Ucraina, però bisogna mantenere un certo controllo. Dobbiamo riconoscere che immense somme dedicate alle armi vengono sottratte ad altro: c’è una crisi alimentare, la crisi grano, crisi economica in molti paesi”. “Dobbiamo infine in generale a prescindere da questa guerra, chiederci sul nucleare: siamo più sicuri avendo più armi, avendo queste armi di distruzione di massa?”, si chiede mons. Gallagher.

Cremlino liquida segnali di rottura della Csto

Il Cremlino liquida i segnali di rottura della Csto (il Trattato dell’organizzazione per la sicurezza collettiva) dopo che il premier armeno Nikol Pashinyan si è rifiutato di firmare il comunicato finale del vertice dei giorni scorsi e anche di farsi fotografare accanto a Vladimir Putin nella ‘foto di famiglia’ al termine dell’incontro. “Ci sono sempre stati tentativi di disintegrare l’organizzazione. Ma ora vediamo che malgrado le contraddizioni anche fra Paesi membri questa struttura rimane molto richiesta e la risoluzione della crisi in Kazakhistan (a inizio anno, ndr) dimostrano la sua rilevanza ed efficacia”, ha affermato Dmitry Peskov. Fanno parte della Csto, di cui la Russia è il Paese più influente, anche Armenia, Bielorussia, Kazakhistan, Kirghizistan e Tagikistan.

Lukashenko: “Nessun missile russo in volo al momento dell’incidente in Polonia”

Getta benzina sul fuoco il presidente della Bielorussia Aleksandr Lukashenko che assicura che non c’erano missili russi in volo quando un missile, probabilmente ucraino, ha colpito un villaggio in Polonia uccidendo due persone. “E’ caduto vicino al nostro confine. Vediamo tutta l’Ucraina. Abbiamo abbastanza forze e mezzi per accorgerci di cosa vola”, ha affermato in una intervista alla televisione russa rilanciata dall’agenzia Tass. L’incidente, ha aggiunto, dimostra che Volodymyr Zelensky “continua questo pasticcio e lo aggrava”. 

Governatore del Donetsk ” 5 civili uccisi”

Sono 5 i civili uccisi in Ucraina nel Donetsk. Secondo il governatore dell’oblast di Donetsk Pavlo Kyrylenko, tre persone sono state uccise a Ridkodub, una a Chasiv Yar e una a Bakhmut. 

Perquisita la Cattedrale della Natività a Ivano-Frankivsk

I servizi speciali di Kiev (Sbu) hanno perquisito oggi la cattedrale della Natività, legata alla Chiesa ortodossa di Mosca, a Ivano-Frankivsk, nell’Ovest dell’Ucraina. Gli 007 hanno commentato sull’emittente pubblica Suspilne che l’operazione fa parte dell’attività di controspionaggio, per contrastare le possibili “attività sovversive dei servizi speciali russi in Ucraina”. Le indagini erano già state avviate nei giorni scorsi con le clamorose perquisizioni di alcuni siti religiosi su territorio ucraino, tra cui il Monastero delle Grotte di Kiev, il Monastero della Santissima Trinità di Koretsky e la Diocesi Sarnensko-Polyska nella regione di Rivne.

Bombardamenti russi contro Kherson. Da ieri 50 raid

Le forze russe hanno bombardato la regione di Kherson con oltre 5 raid solo questo fine settimana, denuncia il governatore militare, Yaroslav Yanushevych in un post su Telegram in cui accusa Mosca di voler colpire i civili. Una persona è morta e altre due sono rimaste ferite nei bombardamenti.

Minsk: “Gli Usa non permettono a Kiev di negoziare con Mosca”. Presidente bielorusso Lukashenko contro Washington

Gli Stati Uniti non permettono alla leadership ucraina di avviare negoziati con la Russia per porre fine alla guerra in Ucraina: lo ha detto il presidente bielorusso, Alexander Lukashenko, in un’intervista al programma ‘Mosca. Cremlino. Putin’ rispondendo alle domande del giornalista Pavel Zarubin. Lo riporta la Tass. “Se si riferisce alla leadership ucraina – ha detto Lukashenko rivolgendosi al giornalista – a loro non è permesso, di sicuro. Gli americani vogliono abbattere l’Europa in un colpo solo e poi avvicinarsi alla Cina attraverso la Russia. Naturalmente, schiacciando la Russia.

Vaticano: “Pronti a offrire un tavolo di trattative per la pace”

Sì a un tavolo di trattative in Vaticano per mettere fine alla guerra Russia-Ucraina. Lo dice mons. Paul Richard Gallagher, ‘ministro’ degli Esteri vaticano in un’intervista ai telegiornali Mediaset. “La Santa Sede e il Papa in persona – afferma Gallagher – sono sempre stati disponibili dall’inizio della guerra, dal 24 febbraio, e finora non c’è stata una risposta concreta. Nonostante ciò la Santa Sede rimane sempre a disposizione. E se fosse opportuno e necessario di offrire e mettere a disposizione questi ambienti, come abbiamo fatto storicamente anche nel passato, credo che il Santo Padre accoglierebbe molto positivamente se una domanda viene dalle due parti con tutte le buone intenzioni e con uno spirito di cercare la pace, il dialogo e soprattutto la volontà di mettere fine a questa terribile guerra”.

Nuovo esercito privato “anti-Wagner”. Così Mosca contrasta il monopolio di Prigozhin nel settore

Mosca ha nominato un nuovo “guardiano” per le carceri in Russia e nei territori dell’Ucraina occupati con il compito di creare una nuova “compagnia militare privata” per cercare di contrastare il monopolio detenuto in questo settore da Evgenij Viktorovič Prigozhin, proprietario del Gruppo Wagner, de facto l’esercito privato (PMC) di Putin. Lo riferisce l’Odessa Journal. Secondo il capo dell’intelligence della Difesa ucraina, un criminale di Horlivka vicino alla famiglia dell’ex presidente fuggitivo Viktor Yanukovych – Armen Sarkisyan – è diventato la nuova “guardia” per le carceri della Federazione Russa e dei territori ucraini occupati. L’Odessa Journal ricorda che Sarkisyan è sulla lista dei ricercati ucraini come uno degli organizzatori degli omicidi di Maidan (gli ucraini definiscono “Cento eroi celesti” i connazionali che hanno perso la vita durante le proteste antigovernative nel 2013-14). “Uno degli scopi principali della sua attività è la creazione di una nuova ‘compagnia militare privata’ – scrive l’intelligence della Difesa ucraina -. Si ipotizza che entro un tempo limitato la nuova struttura recluterà un numero significativo di ‘reclute'”. Il modello del progetto dovrebbe essere il famigerato Gruppo Wagner e le nuove forze saranno reclutate nelle carceri. Il “progetto”, commenta l’intelligence, dovrebbe rafforzare il contingente di occupazione e creare concorrenza interna tra gli eserciti privati russi. Il nuovo PMC è stato sponsorizzato dall’uomo d’affari russo-armeno Samvel Karapetyan, fedele di Putin di origine armena, uno degli sponsor dell’invasione russa in Ucraina. I servizi d’intelligence di Kiev commentano infine che una “nuova struttura è un tentativo di contrastare l’effettivo monopolio di Evgenij Viktorovič Prigozhin nel campo delle PMC in Russia”. 

Riunione Nato e visita di Macron negli Usa

Una settimana intensa che si aprirà domani con la riunione dei ministri degli Esteri della Nato in Romania, e proseguirà con la girandola di bilaterali che avrà il cancelliere tedesco Olaf Scholz, non da ultimo con il segretario generale dell’Alleanza atlantica Jens Stoltenberg. A chiudere, la visita di Stato del presidente francese Emmanuel Macron che volerà a Washington dal capo della Casa Bianca Joe Biden.

Papa: “Non stanchiamoci di dire pace per l’Ucraina”

“Non stanchiamoci di dire no alla violenza e alla guerra e sì al dialogo e alla pace, in particolare per il martoriato popolo ucraino. Ieri abbiamo ricordato la tragedia dell’Holodomor”. Lo ha detto Papa Francesco all’Angelus.

Secondo giorno a Kiev per premier belga, visita a Bucha

Secondo giorno a Kiev per il premier belga Alexander De Croo, arrivato ieri per una visita non annunciata nella capitale ucraina durante la quale ha annunciato nuovi aiuti per 37,4 milioni di euro al Paese invaso dalle truppe russe. De Croo, accompagnato dal ministro degli Esteri Hadja Lahbib, ha visitato diverse zone del Paese, tra cui Bucha, la cittadina alle porte di Kiev dove all’inizio della guerra è stato compiuto un massacro di massa dalle forze di Mosca, con quasi 500 abitanti uccisi. Il premier si è recato anche a Borodianka, cittadina che si trova sulla principale strada di accesso alla capitale ucraina, ed e’ stato fotografato accanto al murales di Banksy che mostra un bambino – con una mossa di judo – atterrare un uomo, un riferimento al presidente russo Vladimir Putin. 

Oggi in Europa 2,6 milioni di metri cubi di gas attraverso l’Ucraina

La russa Gazprom ha dichiarato che oggi spedirà 42,6 milioni di metri cubi (mcm) di gas in Europa attraverso l’Ucraina, un livello di fornitura simile a quello degli ultimi giorni.

A Odessa la guerra non ferma gli scacchi

“Odessa, come tutto il nostro Paese, vive e lotta. Nonostante tutto, non fermiamo la nostra vita: lavoriamo, studiamo, ci aiutiamo a vicenda e vinciamo”. Tra bombe e paure, nella cittadina affacciata sul Mar Nero, si continua anche a giocare a scacchi. A raccontare questa forma di resistenza sportiva è il capo della federazione scacchistica della regione ucraina, Vadym Morokhovsky, con un video sul suo profilo Facebook. “I nostri figli, come avveniva prima del conflitto, cercano di imparare e noi ci impegniamo affinché siano istruiti e in grado di pensare e riflettere. Anche nelle condizioni in cui ci troviamo. Sono sicuro che questi giorni bui passeranno, la nostra vittoria arriverà e la conoscenza acquisita da loro in questo periodo rimarrà per sempre”, spiega. Le sue riprese, tremolanti, immortalano scacchiere e orologi di gioco, sguardi concentrati e altri preoccupati. 

Tornano luce e riscaldamento in quasi tutti i quartieri di Kiev

La luce è tornata in quasi tutti i quartieri di Kiev, così come anche il riscaldamento a quattro giorni dai raid russi contro le infrastrutture ucraine, ha reso noto l’amministrazione militare della capitale ucraina precisando tuttavia che i picchi di consumo possono causare altri blackout.

Intelligence britannica: “Improbabile che Mosca conquisti l’intero Donetsk”

Le truppe russe cercano di avanzare verso le città di Pavlivka e Vuhledar nella regione di Donetsk, nell’Ucraina orientale, ma è improbabile che riescano a concentrare sufficienti forze di qualità per sfondare le difese ucraine e catturare il resto dell’Oblast controllato da Kiev: lo scrive il ministero della Difesa britannico nel suo aggiornamento quotidiano di intelligence sulla situazione nel Paese. Nel rapporto, pubblicato su Twitter, il ministero sottolinea che l’area intorno alle città di Pavlivka e Vuhledar, nel centro-sud della regione, è stata teatro di intensi combattimenti nelle ultime due settimane, anche se poco territorio è passato di mano. “Quest’area rimane fortemente contesa, probabilmente in parte perché la Russia ritiene che abbia un potenziale come trampolino di lancio per una futura grande avanzata verso nord per catturare il resto della regione di Donetsk in mano agli ucraini”, scrivono gli esperti britannici. Tuttavia, sottolineano, “è improbabile che la Russia sia in grado di concentrare sufficienti forze di qualità per ottenere una svolta operativa”. 

Sunak posta video un solidarietà all’Ucraina: “Crediamo nella libertà”

Il premier britannico Rishi Sunak ha postato un messaggio di solidarietà per l’Ucraina sul suo profilo Twitter, intitolato “Crediamo nella libertà”. Nel video allegato si sentono voci di persone ucraine che parlano di “sovranità e autodeterminazione”. “Il popolo ucraino affronta i bombardamenti di giorno e i blackout di notte, ma sappiamo che i nostri amici saranno sempre lì per aiutarci. Il Regno Unito è uno dei nostri più fedeli alleati: dà armi per la nostra battaglia, kit per tenerci al caldo e amicizia per ristorare i nostri spiriti. Sappiamo che non ci deluderanno mai mentre combattiamo per vincere questa guerra .Con il vostro aiuto, garantiremo la nostra libertà. Insieme non ci tireremo mai indietro, insieme saremo forti, insieme proteggeremo l’Ucraina e le libertà che tutti amiamo così tanto”.

Vescovo Kiev: gli attacchi mostrano che Russia non vuole il dialogo

I negoziati «li ha sollecitati anche il Papa. Ma la prima condizione dovrebbe essere un ‘cessate il fuoco’: basta bombe sulle città e sugli snodi strategici. Gli attacchi senza sosta mostrano che la Russia non vuole il dialogo». Lo afferma il vescovo latino di Kiev-Zhytomyr, il salesiano mons. Vitaliy Krivitsky, in un’intervista ad Avvenire. “Giustamente Giovanni Paolo II condannava un certo ‘pacifismo ingenuo’ – sottolinea il presule -. Non è accettabile che una parte del territorio ucraino sia consegnato a Mosca. E il Cremlino ci minaccia con l’atomica anche attaccando la centrale nucleare di Zaporizhzhia che, quindi, rischia di trasformarsi in una bomba atomica”. Mons. Krivitsky ritiene “che Mosca non gradisca le parole forti del Papa contro questo conflitto. E i cristiani ucraini sentono il Pontefice al loro fianco. Tuttavia certa informazione ha cercato di mettere in evidenza solo alcune espressioni o gesti di Francesco che hanno creato sconcerto: dalla croce condivisa fra una donna ucraina e una russa durante la Via Crucis alle parole su Daria Dugina, la figlia dell’ideologo di Putin uccisa ad agosto e definita una ‘povera ragazza’. Chi ascolta ogni giorno il Papa sa da che parte sta e che cosa pensa. E conosce tutto il bene che compie per il popolo ucraino. Allontanarci dal Pontefice significa fare l’interesse del nemico», dice. 

Ucraina. Gb: strupro in guerra è grave come l’uso delle armi chimiche

Il ministro degli Esteri britannico, James Cleverly, ha avvertito che lo stupro in guerra è una grave violazione del diritto internazionale come l’uso di armi chimiche. Il capo della diplomazia ha parlato in un’intervista al Sunday Times alla vigilia della conferenza internazionale che si terrà a Londra sulla violenza sessuale nei conflitti. Al summit parteciperanno oltre 50 ministri da tutto il mondo, insieme a 50 sopravvissuti da una ventina di Paesi: tra di loro, il premio Nobel per la Pace Nadia Murad, giovane yazidi divenuta un’instancabile attivista dopo essere stata tenuta prigioniera dei terroristi dell’Isis come schiave sessuale. Lo stupro è «un atto assolutamente ripugnante eppure stiamo vedendo che in Ucraina e in altre parti del mondo questo è ancora usato come arma di guerra. Dobbiamo assicurarci che i comandanti militari capiscano che è inaccettabile quanto l’uso di armi chimiche o l’uccisione o l’abuso di prigionieri di guerra», ha affermato Cleverly. 

I civili di Kherson fuggono dai bombardamenti russi

E’ cominciata la grande fuga di civili ucraini da Kherson, per sfuggire ai bombardamenti indiscriminati dei russi comntro i civili, ennesimo crimine di guerra, poche settimane dopo che l’esercito ucraino ha riconquistato la città meridionale. Associated Press riferisce che una fila di camion, furgoni e auto – alcuni dei quali trainavano rimorchi o trasportavano animali domestici e altri effetti personali – si estendeva per un chilometro o più alla periferia di Kherson sabato.

Ucraina: sale a 851 bilancio bambini feriti da inizio guerra

E’ salito a 851 il numero dei bambini rimasti feriti dall’inizio della guerra in Ucraina: lo rende noto la Procura generale di Kiev aggiungendo che il bilancio dei minorenni uccisi è rimasto invariato a quota 440. Lo riporta Ukrinform. «Fino alla mattina del 27 novembre 2022, oltre 1.291 bambini sono stati colpiti in Ucraina a causa dell’aggressione armata della Federazione Russa. Secondo le informazioni ufficiali delle Procure dei minori, 440 bambini sono stati uccisi e più di 851 sono stati feriti», ha scritto la Procura generale su Telegram.

Missili russi nel sud Governatore, colpita infrastruttura dei trasporti a Kryvyi Rih

Le forze russe hanno sparato due missili contro un’infrastruttura del settore dei trasporti a Kryvyi Rih, nella regione di Dnipropetrovsk, nell’Ucraina meridionale: lo ha reso noto su Telegram il capo dell’amministrazione militare regionale, Valentyn Reznichenko, come riporta Ukrinform. «Kryvyi Rih è stata colpita. Due missili russi hanno colpito una infrastruttura dei trasporti», ha scritto Reznichenko, che ha parlato di danni.

Kiev: Mosca prepara nuova ‘mobilitazione’ segreta

 La Russia sta preparando la prossima “mobilitazione” segreta per rafforzare le sue truppe al fronte nella guerra contro l’Ucraina: lo scrive lo Stato Maggiore delle Forze Armate ucraine in un post pubblicato su Facebook, come riporta Unian. La cosiddetta “mobilitazione” dovrebbe essere effettuata sia in Russia, sia nei territori occupati dell’Ucraina. «Nella Federazione Russa e nei territori temporaneamente occupati dell’Ucraina, sono in corso i preparativi per condurre, dal 10 dicembre di quest’anno, la prossima ondata di mobilitazione segreta nei ranghi delle forze di occupazione russe», afferma lo Stato Maggiore. Intanto, Mosca continua a raggruppare le truppe per rafforzare le sue divisioni e unità nelle direzioni di Lyman, Avdiivka e Novopavlivka. Nella giornata di ieri, le unità ucraine hanno respinto gli attacchi russi nelle aree degli insediamenti di Stelmakhivka nella regione di Lugansk e di Bilogorivka, Marinka, Spirne e Verkhniokamyanske nel Donetsk.

L’Institute for Study of War: il ritmo operazioni al fronte aumenterà a breve, con il calo delle temperature e il congelamento del terreno

 Il ritmo delle operazioni lungo la linea del fronte in Ucraina è rallentato negli ultimi giorni a causa del peggioramento delle condizioni meteorologiche, ma è probabile che riprenda nelle prossime settimane con il calo delle temperature e il congelamento del terreno in tutto il teatro: lo scrive nel suo rapporto odierno sull’Ucraina l’Istituto americano per lo studio della guerra (Isw). Secondo i rapporti ucraini e russi provenienti dalle aree critiche del fronte nell’Ucraina orientale e meridionale – tra cui Svatove, Bakhmut e Vugledar – le operazioni su entrambi i lati sono attualmente ostacolate da forti piogge e fango, affermano gli esperti dell’istituto. Tuttavia, la prevista diminuzione della temperatura in tutta l’Ucraina la prossima settimana porterà probabilmente al congelamento del terreno e accelererà il ritmo delle ostilità, poiché la mobilità di entrambe le parti aumenterà.

Secondo il Ministero della Difesa Uk, le scorte di missili di Putin sono ormai esaurite

Secondo il Ministero della Difesa, la Russia sta sparando contro obiettivi ucraini missili da crociera obsoleti e privati delle testate nucleari perché le scorte di Vladimir Putin sono ormai esaurite. Un aggiornamento dell’intelligence del Ministero della Difesa britannico di sabato ha affermato che le disperate improvvisazioni delle forze in lotta del presidente russo “difficilmente raggiungeranno effetti affidabili”.

Nato, Finlandia: governo pronto per l’ingresso a dicembre

Il ministro degli Esteri finlandese, Pekka Haavisto, ha annunciato che «il governo è pronto a presentare il progetto di legge per l’ingresso nella Nato a dicembre». Secondo il ministro infatti la «legge potrà essere pronta anche prima che la Turchia e l’Ungheria ratifichino l’adesione della Finlandia alla Nato». In questo modo, il governo intende rispondere alle sollecitazioni arrivate il 24 novembre dal presidente Saul Niinisto che ha dichiarato di ritenere «opportuno che l’approvazione del Trattato dell’Alleanza Atlantica sia presentata al Parlamento, indipendentemente dalle ratificazioni mancanti, perché c’è la volontà di approvare l’accordo non appena ce ne siano le condizioni».

Zelensky avverte gli ucraini: black out serali se aumentano i consumi

Il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, ha avvertito i suoi connazionali che se ci sarà un aumento dei consumi elettrici sarà necessario interrompere la distribuzione di corrente la sera. Nel suo discorso serale, Zelensky ha ricordato che la cosa principale è continuare a risparmiare energia, anche se la distribuzione è migliorata rispetto ai giorni scorsi e i disagi hanno riguardato la metà delle case della vigilia. «A Kiev e in 14 regioni ci sono ancora restrizioni per più di 100 mila abbonati in ciascuna delle regioni. Se il consumo aumenta la sera, il numero di disconnessioni potrebbe aumentare. Ciò dimostra ancora una volta quanto sia importante ora risparmiare energia e consumarla razionalmente», ha spiegato.

Kiev: nella capitale blackout per non più di 5 ore

Le interruzioni di corrente a Kiev saranno limitate a 5 ore alla volta. Lo ha affermato la più grande compagnia energetica privata ucraina Dtek, come riporta Kiev Independent. La compagnia ha affermato che, a partire dal oggi, le interruzioni di corrente a Kiev non dureranno più di 5 ore per qualsiasi consumatore.

Kiev: bombe su siti nucleari hanno danneggiato 2 generatori

I bombardamenti russi di mercoledì hanno interrotto l’alimentazione di tre centrali nucleari ucraine, «tutti i meccanismi di sicurezza hanno funzionato ma due generatori sono stati danneggiati ritardando il riavvio di due reattori: i ripetuti arresti causati dagli attacchi possono avere un impatto grave sulla sicurezza nucleare e sull’approvvigionamento energetico». Lo riporta il Guardian citando il presidente della compagnia nucleare ucraina Energoatom Petro Kotin. «Qualsiasi uso dello scram (arresto d’emergenza di un reattore) può causare un incidente», ha detto all’Observer Oleh Korikov, ispettore capo della sicurezza nucleare.

Kherson sotto attacco continuo: 5 raid russi in 7 giorni

L’esercito russo ha bombardato oggi la città meridionale di Kherson per cinque volte, un civile è rimasto ucciso: lo riferisce il capo dell’amministrazione militare della città Halyna Luhova, come riporta Ukrinform. Dal 20 al 26 novembre sono stati registrati 80 attacchi a Kherson, 16 persone sono state uccise e altre 35 sono rimaste ferite, tra cui un bambino. In totale nella regione 32 civili sono morti sotto le bombe russe, ha aggiunto Luhova. 

Guerra Russia-Ucraina, madri russe lanciano una petizione contro la guerra. Freddo e bombe, residenti pronti a lasciare Kherson