Erdogan: «A giorni colloqui con Putin e Zelensky per il grano». Incendio all’impianto chimico Azot

di Francesco Battistini, Lorenzo Cremonesi, Paolo Foschi e Redazione Online

Le notizie di domenica 12 giugno sulla guerra, in diretta. Le previsioni sul campo da parte di un funzionario della Difesa americana citato dal Washington Post. Von der Leyen a Kiev: «Noi siamo al vostro fianco». Kiev: nei primi 100 giorni uccisi 10mila soldati

Questa diretta è stata chiusa. A questo link trovate tutte le notizie di oggi in diretta sulla guerra

• La guerra in Ucraina è arrivata al 109esimo giorno.
Von der Leyen è tornata a Kiev: «L’Europa è al vostro fianco». L’Unione europea dovrebbe presto garantire all’Ucraina lo status di Paese candidato.
• Zelensky: «Il Donbass tiene duro. I russi si pentiranno di quanto fatto». Nella giornata di ieri, Kiev ha però ufficializzato che nei primi 100 giorni di guerra sono stati uccisi almeno 10 mila dei suoi soldati.
• La Cina nega di avere mai fornito «supporto materiale» alla Russia. Ma continua a condannare le sanzioni occidentali: «Non risolveranno il problema».
• Biden: «Avvisai Zelensky della guerra ma lui non ci ascoltò», la replica: «Chiedemmo sanzioni preventive». Ecco cosa si sono detti

• Kiev e il dilemma delle munizioni: quelle sovietiche stanno finendo (ma quelle occidentali non arrivano). Il punto militare

• Ambasciata russa, nessuna illegalità su acquisto biglietto aereo a Salvini per Mosca

Ore 04:57 – Severodonetsk, Kiev teme attacco massiccio entro 48 ore

«La Russia vuole isolare completamente Severodonetsk» e l’Ucraina teme un massiccio attacco «per prendere la città» entro 48 ore. Lo afferma il governatore ucraino della regione di Lugansk, Serguii Gaidai. «La situazione a Severodonetsk è estremamente difficile». «Il nemico ha concentrato la maggior parte dei suoi sforzi nella regione settentrionale di Lugansk», dove «usa l’artiglieria su larga scala e, sfortunatamente, ha un vantaggio di 10 a uno», ha spiegato su Facebook Valeri Zalouzhny, il comandante capo dell’esercito ucraino. «Continuiamo a mantenere le nostre posizioni», ha comunque assicurato, affermando che «ogni metro di terra ucraina è coperto di sangue – ma non solo il nostro, ma anche quello dell’occupante».

Ore 02:53 – Il 15enne Andriy: ecco come con il mio drone ho fermato i tank russi

Come Davide contro Golia. Con un piccolo drone contro le colonne di mezzi corazzati russi. Un quindicenne e il padre contro l’esercito di Mosca. È la straordinaria storia raccontata dal giornalista John Leicester per l’agenzia Ap. Gli ucraini Andriy Pokrasa, 15 anni, e suo padre, Stanislav, nei primi giorni dell’invasione russa, sono fra i tanti esempi di come la popolazione locale abbia contribuito alla resistenza con mezzi di fortuna o utilizzando droni acquistati in precedenza per tutt’altri fini. I due, quando hanno sentito avvicinarsi le colonne delle truppe nemiche, hanno lanciato in aria il loro piccolo drone, hanno scattato foto a volo d’uccello della colonna corazzata in movimento verso Kiev e ne hanno individuato le coordinate, inviando rapidamente le preziose informazioni all’esercito ucraino. In pochi minuti, batterie di artiglieria hanno colpito le forze d’invasione, con effetti devastanti. (Qui l’articolo completo)

Ore 02:28 – Amnesty International: abbiamo le prove dei crimini di guerra dei russi

Amnesty International accusa la Russia di crimini di guerra in Ucraina, affermando che centinaia di civili sono morti a Kharkiv in attacchi effettuati con bombe a grappolo. L’Ong per i diritti umani afferma di aver trovato prove che dimostrano che in almeno sette attacchi ai quartieri della seconda città più grande dell’Ucraina nordorientale le forze russe hanno utilizzato bombe di tipo 9N210 e 9N235 e mine a frammentazione, due categorie di armi vietate dai trattati internazionali. In un ultimo rapporto intitolato `Chiunque può morire in qualsiasi momento´, Amnesty spiega come le forze russe abbiano ucciso e causato immensi danni bombardando incessantemente le aree residenziali di Kharkiv dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina il 24 febbraio. «Le persone sono state uccise nelle loro case e nelle strade, nei campi da gioco e nei cimiteri, mentre aspettavano in fila per gli aiuti umanitari o facevano la spesa per cibo e medicine», afferma Donatella Rovera, ricercatrice su crisi e conflitti presso Amnesty. «L’uso ripetuto di munizioni a grappolo ampiamente vietate è scioccante e dimostra un completo disprezzo per le vite dei civili», aggiunge. Sebbene la Russia non sia firmataria né della Convenzione sulle munizioni a grappolo né di quella sulle mine antiuomo, il diritto umanitario internazionale – sottolinea Amnesty – vieta gli attacchi e l’uso di armi che per loro natura colpiscono indiscriminatamente e costituiscono un crimine di guerra.

Ore 02:14 – Ancora 500 civili all’interno dello stabilimento Azot

Sono ancora circa 500 i civili che rimangono all’interno dell’impianto chimico Azot a Severodonetsk, secondo le autorità locali citate dal Kiev Independent. Il governatore dell’oblast ucraino estremorientale di Lugansk, Serhiy Haidai, spiega che tra queste persone ci sono circa 40 bambini. Due giorni fa bombardamenti russi sulla fabbrica hanno provocato la perdita di tonnellate di petrolio e lo scoppio di un violento incendio. I civili hanno iniziato successivamente a lasciare l’impianto, in cui si sono rifugiate circa 800 persone compresi militari.

Ore 01:45 – Il viaggio del premier Draghi tra Israele e Turchia

Esiste un filo rosso fra il viaggio in Algeria di due mesi fa, quello che farà ad Ankara ad inizio di luglio e la visita che comincia oggi a Gerusalemme. Gli spostamenti di Mario Draghi in un triangolo che ha come baricentro il Mediterraneo sono tutti punteggiati dalla necessità di sganciarsi in modo definitivo, e il più velocemente possibile, dal gas russo. L’agenda della visita del premier, che vedrà sia le autorità israeliane che palestinesi, avrà al centro le relazioni bilaterali fra Italia e Israele, diversi punti di confronto sulla guerra in Ucraina, ma il dossier del gas non sarà secondario. È infatti molto probabile, secondo fonti vicine al dossier, che il progetto da 6 miliardi per costruire il gasdotto sottomarino EastMed possa essere alla fine abbandonato. Interessa all’Italia come all’Ue, potrà pompare a regime 10 miliardi di metri cubi di gas dal secondo giacimento del Mediterraneo, il Leviathan, a 130 km dalla città di Haifa, ma non piace agli americani, è troppo costoso, e potrebbe avere alternative geopolitiche migliori: collegare il giacimento via terra sino ai gasdotti algerini, oppure dirottarlo sull’Europa attraverso la Turchia, opzione più difficile dal punto di vista politico, visto che il giacimento è al centro di conflitti e rivendicazioni contrapposte fra greci, ciprioti e turchi, ma di cui si discute. (Qui l’articolo completo dell’inviato Marco Galluzzo)

Ore 01:41 – Nel Donbass la guerra elettronica dei russi ha «accecato» gli ucraini

I piccoli droni mandati in ricognizione cadono. Le immagini dei loro video sono «torbide». Le comunicazioni radio non funzionano. È impossibile avvistare una colonna di tank che avanza, complicato impartire ordini e riceverli. I soldati sono «ciechi» e «sordi», mentre sulle loro teste sta per rovesciarsi l’inferno. Sono le conseguenze sul campo di battaglia della guerra elettronica, che colpisce comunicazioni e sistemi di guida, l’artiglieria, i caccia, i droni o i missili cruise. Mosca, nell’ora X dell’invasione, ha sferrato un’ampia azione cyber
che però è stata «incassata» con conseguenze minori da Kiev. Nelle settimane successive i russi ne hanno fatto un uso moderato, forse perché non volevano esporre più di tanto i propri sistemi, temevano che alcuni dei mezzi potessero cadere in mano nemica. In effetti gli ucraini hanno catturato — secondo l’Associated Press che ha dedicato un’analisi a questo fronte — un Krasukha 4 (concepito per interferire su segnali satellitari e radar) e un Borisoglebsk 2, esemplare tra i più avanzati, studiato in chiave anti-drone. (Qui l’articolo completo di Andrea Marinelli e Guido Olimpio)

Ore 01:35 – I Radicali: Draghi convochi Salvini per chiarimenti sui rapporti con Mosca

«Non occorre essere oppositori intransigenti di Putin come lo sono stati per 23 anni i Radicali Italiani per accorgersi che la vera minaccia alla sicurezza nazionale, qui ed ora, non sono gli immigrati come ama ripetere Matteo Salvini ma i suoi legami poco trasparenti con la Russia». Così in una nota Massimiliano Iervolino, Igor Boni e Giulio Manfredi, segretario, presidente e membro di giunta di Radicali Italiani. «Ricapitolando: Matteo Salvini – ricordano – firma nel 2017 a Mosca un accordo di collaborazione fra Lega e `Russia Unita´, che è ancora formalmente in vigore; Matteo Salvini incontra a più riprese l’ambasciatore russo in Italia dopo l’aggressione della Russia all’Ucraina, senza avvisare il governo Draghi di cui fanno parte ministri leghisti in possesso di dati sensibili». E ancora:«Salvini tenta di andare a Mosca, senza avvisare il governo, e dà l’incarico di comprare i biglietti del viaggio all’ambasciata russa, infischiandosene delle sanzioni dell’Unione Europea alla Russia. La polemica sui rimborsi del viaggio è ridicola; la vera questione è che se non vi fossero state fughe di notizie, Salvini sarebbe effettivamente volato a Mosca, compromettendo sia l’unità d’azione del governo Draghi sia l’unità d’azione dell’Unione Europea nei confronti di Mosca. Chiediamo al premier Draghi di convocare Salvini per chiarimenti. Ma chiediamo anche agli esponenti della Lega di prendere posizione pubblicamente (non nei corridoi) contro l’operato vergognoso del loro segretario di partito; è nel loro interesse, perché ogni passo falso di Salvini sono migliaia di voti leghisti che passano a Giorgia Meloni».

Ore 01:17 – Pronti i mezzi corazzati tedeschi per Kiev, ma manca l’ok di Berlino

I primi mezzi corazzati Marder sono già pronti, ma manca l’ok del governo tedesco alla consegna all’Ucraina: lo afferma il produttore di armi Rheinmetall, citato dal quotidiano Bild. L’amministratore delegato della Rheinmetall, Armin Papperger, ha dichiarato a Bild che l’azienda sta riparando circa 100 veicoli Marder e che alcuni di questi sono già utilizzabili. Tuttavia – sottolinea Papperger – spetta a Berlino decidere dove spedirli. Sulla questione è intervenuto anche l’ambasciatore ucraino in Germania, Andriy Melnyk, che su Twitter ha tuonato: «Perché rifiutate all’esercito ucraino questi Marder, mentre l’Ucraina sta sanguinando nel Donbass davanti ai vostri occhi?». Il cancelliere tedesco Olaf Scholz, ricorda il Kyiv Independent, è stato accusato di aver bloccato le forniture di armi all’Ucraina e non una sola arma pesante è stata fornita finora dalla Germania a Kiev.

Ore 22:42 – Media, russi attaccano centrale termoelettrica a Donetsk

Le forze russe hanno attaccato la centrale termoelettrica ucraina Vuhledar a Donetsk, secondo il quotidiano locale ucraino Novosti Donbassa. Lo riporta il Guardian. Nei video pubblicati online, si possono vedere pennacchi di fumo nero che escono dalla centrale elettrica, una delle strutture più alte dell’Ucraina. L’impianto è controllato dalle forze armate ucraine. Le forze russe occupano la città di Svitlodarsk, a circa cinque chilometri dallo stabilimento.

Ore 20:42 – Governatore Luhansk: «Ancora 500 civili in impianto Azot di Severodonetsk»

«Sul territorio dello stabilimento di Azot a Severodonetsk restano circa cinquecento civili, di cui quaranta bambini». Lo comunica su Telegram il governatore della regione di Luhansk, Sergei Haidai, spiegando le difficoltà legate all’evacuazione delle persone dalla città del Donbass duramente attaccata dalle forze russe, che a Severodonetsk oggi hanno distrutto un altro dei tre ponti che collegano la città al resto della regione. Il terzo, «che è stato tutto il giorno sotto il fuoco nemico, è vecchio e ad alto rischio di crollo», sottolinea il governatore, ribadendo che «non c’è evacuazione da Severodonetsk. L’unico modo per uscire dalla città è percorrere il ponte sopravvissuto, ma è estremamente pericoloso». Per questo l’amministrazione regionale sta «lavorando con la vicepremier Iryna Vereshchuk» per organizzare un’evacuazione. «Ci auguriamo che sia possibile un’uscita organizzata dalla città, ma per questo dobbiamo ottenere garanzie di sicurezza», conclude Haidai.

Ore 18:59 – Erdogan: «La prossima settimana parlerò di grano con Putin e Zelensky»

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha annunciato un colloquio, la prossima settimana, con il presidente russo Vladimir Putin e con l’omologo ucraino Volodymyr Zelensky sull’apertura di corridoi per l’esportazione del grano. «Parleremo la prossima settimana di quali passi fare, sia con Putin che con Zelensky», ha detto Erdogan, secondo l’agenzia Anadolu.

Ore 17:09 – Filorussi, non daremo assalto a impianto Azot

Le forze russe e alleate separatiste nella regione di Luhansk, in Ucraina, non hanno in programma di dare l’assalto all’impianto chimico Azot a Sieverodonetsk, dove le truppe ucraine stanno resistendo. Lo ha dichiarato un funzionario separatista, secondo Interfax, sottolineando che i negoziati con i soldati di Kiev per ora non hanno portato a un accordo.

«Non ci sono piani per assaltare Azot. La fabbrica è assediata. Le truppe ucraine che rimarranno lì saranno costrette ad arrendersi», ha detto il politico filorusso, escludendo che ai combattenti sia concesso un corridoio sicuro per ricongiungersi all’esercito, come era stato richiesto.

Secondo il governatore dell’Oblast, Sergey Gaidai, sino fion a 800 i civili, tra cui bambini, che hanno trovato rifugio nei bunker sotterranei di Azot. I bombardamenti russi hanno causato un grande incendio nell’impianto, senza causare vittime, mentre secondo quanto riferito in precedenza parte dei civili è riuscita a lasciare la centrale.

Ore 15:29 – Kiev: attivati due corridoi terrestri per esportare il grano

L’Ucraina ha creato due corridoi terrestri attraverso la Polonia e la Romania per esportare il grano: lo ha detto il viceministro degli esteri di Kiev, Dmytro Senik. Il ministro, citato dal Guardian, ha ribadito che la sicurezza alimentare globale è a rischio perché l’invasione russa dell’Ucraina ha fermato le esportazioni di grano ucraino dal Mar Nero. L’Ucraina – ha proseguito Senik – è anche in trattativa con gli stati baltici per aggiungere un terzo corridoio per le esportazioni alimentari.

Ore 15:07 – Zelensky: «Siamo a 108 giorni di guerra e il Donbass resiste»

Vi ricordate come in Russia, all’inizio di maggio, speravano di conquistare tutto il Donbass? Siamo a 108 giorni di guerra, siamo a giugno e il Donbass resiste». È quanto afferma Volodymyr Zelensky, in un messaggio video in cui si dice orgoglioso delle truppe ucraine che stanno resistendo all’avanzata russa nel Donbass.

Ore 15:01 – Ex militare britannico ucciso in combattimento a Severodonetsk

Un ex soldato britannico è morto combattendo contro le forze russe a Severodonetsk, in Ucraina. Lo ha annunciato la sua stessa famiglia, come riporta Sky News. Jordan Gatley aveva lasciato l’esercito britannico a marzo ed era volato in Ucraina per schierarsi a fianco delle truppe di Kiev. Il padre dell’ex militare, Dean Gatley, ha scritto su Facebook di aver ricevuto la notizia il 10 giugno. Gatley, secondo quanto riferito dal genitore, non solo combatteva ma, «col suo team» addestrava anche le forze ucraine.

Ore 14:53 – Draghi in Israele: sul tavolo energia, Ucraina e antisemitismo

Domani inizierà la prima visita in Medio Oriente di Mario Draghi come presidente del Consiglio. La missione a Gerusalemme precede altri importanti impegni internazionali delle prossime settimane, tra cui i Summit G7 e Nato e la visita ad Ankara. Al centro degli incontri con le massime istituzioni israeliane ci saranno il rafforzamento delle relazioni bilaterali, la situazione in Ucraina e la sicurezza alimentare con la necessità di scongiurare la crisi in atto, i temi energetici, il processo di pace israelo-palestinese e l’antisemitismo, riporta in una nota di background Palazzo Chigi.

Ore 14:42 – Comandante Azov: «Molti corpi dei nostri ancora a Mariupol»

Confermando che i corpi di circa 220 difensori di Azovstal sono stati consegnati nel recente scambio con i russi, un comandante del reggimento Azov afferma che «altrettanti corpi» ancora rimangono a Mariupol. «Continuano i negoziati per altri scambi, per permettere di riportare a casa altri corpi — afferma Maksym Zhorin in un video su Telegram — tutti i corpi devono essere restituiti e questo è qualcosa su cui lavoreremo».

Ore 14:41 – Kiev: «La Russia ha tentato di far esplodere oleodotto nell’est»

La Russia ha tentato di danneggiare l’oleodotto di Druzhba, nell’est dell’Ucraina, quando ieri tre esplosioni si sono verificate vicino al villaggio di Gulivka, nella regione di Bryansk, a circa 40 chilometri dal confine. Lo ha riferito Ukrainska Pravda, citando a sua volta Meduza. Le esplosioni hanno colpito parti annesse della conduttura, che non è stata danneggiata. I media precisano che l’oleodotto è chiuso dal 24 febbraio, ma all’interno si trova carburante.

Ore 14:35 – Il viceministro degli Esteri ucraino: «Il grano esportato attraverso Polonia e Romania»

L’Ucraina ha stabilito due percorsi per l’esportazione del grano, uno attraverso la Polonia ed uno attraverso la Romania, per cercare di scongiurare la crisi alimentare provocata dal blocco delle esportazioni dai porti dell’Ucraina. Lo ha dichiarato il vice ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Senik. Il governo ucraino è in negoziati con i Paesi baltici per la creazione di un terzo corridoio per l’esportazione del grano, ha aggiunto Senik.

Ore 13:47 – Mosca: «Entro oggi la spiaggia Mariupol sarà del tutto sminata»

La spiaggia di Mariuopl, la città-martire nel Sud dell’Ucraina, sarà completamente bonificata dalle mine entro la fine della giornata di oggi e sarà garantita la sicurezza della navigazione in prossimità del porto, che secondo fonti russe era già stato sminato nelle ultime settimane. Lo ha annunciato un rappresenta del ministero della Difesa russo, durante una visita in città di un gruppo di giornalisti, come riporta la Tv dell’esercito russo Zvezda. «La Federazione Russa non sta creando nessuno ostacolo al passaggio delle navi», aveva detto mercoledì il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov ad Ankara, evitando di menzionare che l’Armata — oltre a fermare le rotte commerciali nel Mar Nero — ha distrutto il porto di Mariupol e bloccato quello di Odessa e Mykolaiv.

Questo blocco marittimo imposto dai russi sta facendo marcire nei porti ucraini grano e altri prodotti agricoli (23 milioni di tonnellate, ma potrebbero diventare 75 entro l’autunno dice Zelensky), innescando una crisi alimentare globale che colpisce in particolare sui Paesi più poveri dell’Africa e del Medio Oriente. In questa partita, però, Mosca recita la parte della vittima, sostenendo che il blocco sia causato dalle sanzioni occidentali e dalle migliaia di mine galleggianti seminate dagli ucraini lungo la costa per impedire un attacco anfibio su Odessa. «La palla è nel loro campo», ha detto il ministro russo. Peccato che, ha replicato il viceministro dell’Economia ucraino Taras Kachka, il problema non sono le mine — fondamentali per proteggere Odessa: gli ucraini non si fidano — ma le navi da guerra russe che ostacolano le esportazioni.

La battaglia navale e commerciale del Mar Nero si combatte sulle mine.

Ore 13:46 – Londra: «A Severodonetsk i russi hanno bisogno di nuove truppe»

La Russia sta usando la sua superiorità in forze e artiglieria per impadronirsi gradualmente del territorio di Severdonetsk, in Donbass. Lo rileva l’ultimo bollettino dell’intelligence militare britannica, secondo cui Mosca «continua a cercare di avere più unità di combattimento da schierare in Ucraina. Nelle ultime settimane, ha probabilmente iniziato a prepararsi a schierare il terzo battaglione di alcune formazioni da combattimento». La maggior parte delle brigate, fa notare Londra, normalmente impegna in operazioni contemporanee solo un massimo di due dei propri tre battaglioni. «I terzi battaglioni all’interno delle brigate spesso non hanno un organico completo: la Russia dovrà probabilmente fare affidamento su nuove reclute o riservisti per schierare queste unità in Ucraina», avverte il ministero della Difesa britannico. Schierare tutti e tre i loro battaglioni contemporaneamente ridurrà probabilmente la capacità a lungo termine delle formazioni di rigenerare la potenza di combattimento dopo le operazioni, conclude il bollettino.

Ore 13:21 – Vasto incendio nell’impianto chimico Azot dopo i raid russi

I bombardamenti russi hanno causato un enorme incendio all’impianto chimico di Azot, nella città ucraina di Severodonetsk, dove infuriano combattimenti «ininterrotti». Lo ha dichiarato il governatore dell’Oblast, Sergey Gaidai, secondo la Bbc. Gaidai ha detto alla tv ucraina che l’incendio di sabato è iniziato dopo una perdita di decine di tonnellate di petrolio dai radiatori danneggiati. Funzionari ucraini hanno stimato che fino a 800 civili si nascondano nei rifugi antiaerei sotterranei dello stabilimento. Gaidai ha descritto la situazione come «difficile, ma sotto controllo».

Ore 13:14 – Il governatore di Lugansk: «I russi hanno distrutto un altro ponte a Severodonetsk»

Le forze russe hanno distrutto un secondo ponte che collegava Severodonetsk a Lysychansk e ne stanno bombardando un terzo. Lo rende noto il governatore dela regione di Luhansk, Serhiy Haidai. Il 22 maggio scorso i russi hanno distrutto il ponte Pavlograd tra Severodonetsk e Lysychansk. «Vogliono completamente isolare la città, togliendoci la possibilità di far uscire le persone o far entrare rifornimenti di munizioni e rinforzi», ha detto Haidai descrivendo la situazione molto difficile, ma precisando che finora i russi non sono riusciti ad entrare nella città.

Ore 13:10 – Putin: «La giornata della Russia ci riempie di orgoglio»

Vladimir Putin si è congratulato con i concittadini in occasione della Giornata della Russia e li ha invitati a essere uniti. Parlando alla cerimonia di assegnazione dei vincitori del Premio di Stato, il leader del Cremlino ha osservato che la Giornata della Russia riempie di orgoglio «per la storia del Paese e la fiducia nel futuro. Oggi siamo particolarmente consapevoli — ha detto — di quanto sia importante per la Patria, per la nostra società, per il nostro popolo essere uniti». Secondo Putin, questa unità, devozione alla patria e responsabilità per essa sono state lasciate in eredità dagli antenati. «Sappiamo quale grande potere hanno queste tradizioni secolari, questi valori morali, questi fondamenti spirituali. Sono nate e si sono rafforzate nel corso della storia millenaria della Russia. E oggi uniscono il nostro popolo multinazionale».

Ore 13:08 – Ucraina: «Uccisi oltre 32 mila soldati russi da inizio conflitto»

Le Forze armate dell’Ucraina hanno ucciso 32.150 soldati russi dall’inizio del conflitto ad oggi, ha reso noto lo Stato maggiore ucraino attraverso Facebook. Sempre secondo i dati di Kiev, fino ad ora sono stati distrutti 1.430 carri armati di Mosca, 3.484 veicoli corazzati, 715 sistemi di artiglieria, 97 sistemi di difesa aerea e 212 aerei da combattimento, oltre a 178 elicotteri.

Ore 13:00 – Usa: Mosca conquisterà tutto Lugansk «in settimane»

È probabile che la Russia si impadronirà di tutto la regione di Lugansk nelle prossime settimane, ha detto una fonte anonima dell’amministrazione Biden al Washington Post. Le città ucraine di Severodonetsk e Lysychansk, nell’Oblast di Lugansk, sono sempre più sotto pressione e potrebbero cadere nelle mani delle forze russe entro una settimana, ha aggiunto la fonte.

Ore 12:15 – Salvini: «Il viaggio a Mosca pagato dalla Lega»

«Il viaggio è stato pagato dalla Lega, io non ho dei rubli e non posso fare il biglietto aereo pagando con quella moneta», ha detto il leader della Lega Matteo Salvini prima di votare a Milano, incalzato dai cronisti sul viaggio che doveva fare a Mosca. «Ho lavorato e sto lavorando per la pace a testa alta a nostre spese, economiche e politiche — ha aggiunto — e lo farò ancora nei prossimi giorni». Poi se qualcuno «fa insinuazioni strane su questioni economiche — ha continuato — ne parleranno gli avvocati perché ci metto la faccia e il portafoglio».

Ore 11:33 – Mosca: «A Ternopil distrutto magazzino armi Usa e Ue»

Nella regione di Ternopil, nell’Ovest dell’Ucraina, le forze armate russe hanno distrutto, utilizzando missili da crociera Kalibr, un grande magazzino che conteneva sistemi anticarro e antiaerei portatili forniti a Kiev da Stati Uniti e dai Paesi Ue, ha annunciato il portavoce del ministero della Difesa russo, il tenente generale Igor Konashenkov. L’esercito russo sostiene di avere ucciso almeno 320 militari ucraini nei bombardamenti effettuati nelle ultime ore. Il portavoce dell’esercito ha parlato di 248 obiettivi ucraini colpiti dai missili e dall’artiglieria russa.

Ore 10:55 – Ucraina: attacco missilistico russo nell’ovest, 22 feriti

Un missile lanciato dalle forze russe ha colpito la regione occidentale ucraina di Ternopil: 22 persone sono rimaste ferite, tra cui un bambino di 12 anni. Lo ha fatto sapere il capo dell’amministrazione regionale, Volodymyr Trush, secondo Ukrainska Pravda. Nessuna persona è in pericolo di vita. Trush ha aggiunto che il missile ha colpito una conduttura di gas, che è stata subito disattivata.

Ore 10:51 – Salvini sui viaggi a Mosca: «Aggiornerò Mattarella e Draghi»

«Per la pace metto tutto me stesso, farò ancora di più di quanto fatto sino a ieri, aggiornandone il presidente Draghi e Mattarella e chiunque deve avere aggiornamenti perché la pace merita tutto», ha affermato questa mattina Matteo Salvini, leader della Lega, a margine del suo voto al seggio a Milano per il referendum, affrontando la polemiche sui suoi viaggi a Mosca .«Ho lavorato e sto continuando a lavorare per la pace a testa alta a nostre spese economiche e politiche e lo farò ancora nei prossimi giorni e continuerò a farlo, ci metto la faccia e il portafoglio, mi interessa fermare la guerra e mi faccio carico di qualsiasi attacco e critica, di qualsiasi genere, anzi non mi fermo, nei prossimi giorni accelererò».

Ore 10:30 – Berlusconi: «Se io fossi stato presidente sarei andato da Putin»

« Ho pensato che se io fossi stato Presidente della Repubblica, sarei potuto andare e ripetere con Putin quello che ho fatto nel 2008», ha detto questa mattina Silvio Berlusconi, parlando a margine del suo voto a Milano per i referendum, presso il seggio di via Ruffini. Poi, intervenendo sulla questione del mancato viaggio di Salvini a Mosca, ha aggiunto: «Mi sembra che sia una polemica del tutto inutile e senza senso. Come tante cose che fanno addosso a noi che sono senza senso».

Berlusconi rompe il silenzio elettorale e attacca giudici e Quirinale: «Gli arresti in Sicilia? La giustizia politicizzata non è morta». Qui l’articolo sulle dichiarazioni del leader di Forza Italia.

Ore 10:28 – Blinken: «I cittadini russi hanno diritto di vivere senza repressione»

«A nome degli Stati Uniti d’America, esprimo il mio augurio per un futuro più pacifico e aperto per il popolo russo mentre commemora la Giornata della Russia», «i cittadini russi, come la gente di tutto il mondo, meritano di vivere la propria vita libera dalla repressione e di poter esercitare i propri diritti umani e le proprie libertà fondamentali senza timore di ritorsioni. Ciò include la possibilità di esprimere le proprie opinioni e partecipare pacificamente alle attività civili e politiche nel proprio paese». Lo ha dichiarato il segretario di Stato statunitense, Antony Blinken, secondo una nota del dipartimento di Stato, in occasione della festa nazionale russa. «Purtroppo, questa non è la realtà nella Russia di oggi», ha aggiunto. «Il Cremlino ha intensificato la sua repressione contro la società civile e i media indipendenti. Troppi cittadini russi sono dietro le sbarre per il “crimine” di dire la verità al potere sulle azioni del loro governo. Questa repressione interna si sta verificando mentre il Cremlino sta conducendo una guerra non provocata e ingiustificata contro uno stato sovrano e vicino».

Ore 10:22 – Von der Leyen: «Su Kiev il Consiglio europeo sia unito su una scelta storica»

In merito alla concessione dello status di candidato Ue all’Ucraina «la sfida è uscire dal consiglio europeo con una posizione unitaria che rifletta la grandezza di queste storiche decisioni». Lo ha detto la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen parlando con un gruppo di media internazionali, dopo essere rientrata da Kiev con un treno notturno nell’Est della Polonia. «Il mio auspicio è che guardando indietro, in questi ultimi venti anni, possiamo dire di aver preso la giusta decisione» mostrando «di non essere timidi e con una mentalità chiusa», ha aggiunto. «L’Ucraina ha raggiunto molti dei suoi obiettivi in questi dieci anni e molti altri devono essere ancora raggiunti. Il nostro parere riflettere tutto questo con grande attenzione. Il percorso verso l’adesione all’Ue è noto a tutti», ha sottolineato. «È basato sul merito».

Ore 10:13 – I McDonald’s russi ribattezzati «Delizioso. E basta»

I ristoranti in Russia che appartenevano al gruppo McDonald’s (che dopo oltre 30 anni di presenza ha abbandonato la Federazione russa, in risposta all’invasione in Ucraina) si chiameranno «Vkousno i tochka» (Delizioso. E basta). Il nome è stato scelto dal nuovo proprietario russo. Il titolare dell’azienda, Alexandre Govor, ha anche assicurato che le 51 mila persone che lavoravano per McDonald’s manterranno il loro posto di lavoro.

Ore 10:06 – Procuratore generale dell’Ucraina: uccisi 287 bambini, 508 feriti

Secondo l’ufficio del Procuratore generale di Kiev, la guerra della Russia ha ucciso 287 bambini in Ucraina dal 24 febbraio. Secondo la stessa, scrive il Kyiv Independent, i bambini feriti sono stati 508. Numeri che, precisano dallo stesso ufficio, sono destinati a crescere in quanto non comprendono le zone sotto il controllo russo e quelle dove i combattimenti sono al momento in corso.

Ore 9:44 – Ucraina: servono anche protesi, sono raddoppiati i pazienti mutilati

Se i militari ucraini chiedono armi all’Occidente, in un centro per la riabilitazione di mutilati a Dnipro, quello che si attendono sono le protesi, visto che ormai hanno un numero di pazienti doppio rispetto a prima della guerra. «Prima ne arrivavano tra 70 e 80 al mese. Ora fino a 200 o 250, con una significativa tendenza al rialzo», racconta Oleksiy Shtanko, direttore dell’istituto nella città, dove arrivano molti dei feriti dal fronte. L’aiuto esterno è essenziale «in questi tempi difficili», aggiunge, osservando un paio di pazienti fare esercizi per imparare a camminare con le protesi. Al centro arrivano pazienti di ogni genere, dai bambini piccolissimi agli anziani, con mutilazioni minori e più gravi, e le richieste variano, da quelle per motivi estetici a quelle più complesse con l’intelligenza artificiale. Chiunque può presentarsi previa richiesta tramite il servizio pubblico della Protezione Sociale, e ricevere assistenza gratuita, sia per la realizzazione della protesi che per la permanenza durante la riabilitazione. Al centro arrivano aiuti, «ma — osserva Shtanko— mi piacerebbe vederne di più, visto il numero di richieste che riceviamo in questo momento».

Ore 9:36 – Di Maio: «L’Africa esposta per la guerra ucraina, confermo il nostro impegno»

«Oggi il Continente africano è particolarmente esposto alle conseguenze dell’aggressione russa all’Ucraina, i cui effetti in termini di scarsità di grano, farina, fertilizzanti, risorse energetiche si sono già fatti sentire sulle economie e sul debito dei Paesi africani. La riunione che l’Italia ha organizzato lo scorso 8 giugno, insieme con la Fao, conferma il nostro impegno per aiutare i Paesi del Nord Africa e del Mediterraneo a rafforzare la loro filiera alimentare ed evitare crisi alimentari future in una area geografica di importanza strategica per il nostro Paese». Lo ha dichiarato il ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale Luigi Di Maio, in una lettera pubblicata sul quotidiano Avvenire.

Ore 09:22 – Steinmeier critica Schroeder per i legami con la Russia

Il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier critica l’ex cancelliere Gerhard Schröder per i suoi legami con la Russia. «Il coinvolgimento di Schroeder con le società energetiche russe ha aperto a degli interrogativi sul nostro Paese, soprattutto da parte dei nostri vicini orientali», ha detto Steinmeier che ha lavorato a stretto contatto con l’ex cancelliere, e collega di partito, guidando il suo ufficio di cancelliera tra il 1999 e il 2005. «Per 15 anni abbiamo fatto insieme lo stesso cammino, ma da 17 anni io sto facendo un mio cammino politico senza di lui», ha aggiunto poi il presidente, riconoscendo il precedente legame con Schroeder ma rivendicando la sua attuale autonoma. «In questo periodo Schroeder ha assunto delle decisioni personali che ci hanno diviso». Schroeder si è recentemente dimesso dalla sua posizione di supervisore del board di Rosneft ed ha rifiutato la nomina a quello di Gazprom. L’ex cancelliere aveva anche posizioni di rilievo in seno a Nord Stream e Nord Stream 2, gli oleodotti che collegano Germania e Russia attraverso il Mar Baltico. A maggio la commissione bilancio del Parlamento tedesco ha deciso di revocare una serie di privilegi all’ex cancelliere, compreso l’ufficio al Bundestag.

Ore 09:11 – Zelensky: «Sono certo che presto riceveremo risposta sull’ingresso nell’Ue»

«Sono certo che presto riceveremo una risposta, questa decisione può rafforzare non solo il nostro Stato, ma anche l’intera Unione». Lo ha detto in un videomessaggio il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, in relazione alla candidatura di Kiev per entrare nalla Ue. Dopo la visita della Von der Leyen, Zelensky ha aggiunto che «ci saranno molti altri colloqui ugualmente importanti e, spero, fruttuosi con i leader europei la prossima settimana». Parlando poi dei combattimenti, il presidente ha aggiunto che «stiamo gradualmente liberando il territorio della regione di Kherson».

Ore 09:02 – Kiev «controlla impianto Azot a Severodonetsk»

Serhiy Haidai, il governatore della regione di Lugansk, ha assicurato su Telegram che l’Ucraina mantiene tuttora il controllo dell’impianto chimico Azot a Severdonetsk, dove ci sarebbero centinaia di civili. Rodion Miroshnik, che rappresenta le autorità di occupazione russe a Lugansk, ha sostenuto sabato che i civili hanno cominciato a lasciare lo stabilimento e aggiunto che quelli che rimangono sono «ostaggi». Nei rifugi antiaerei sotterranei dell’impianto, ci sarebbero circa 200 dipendenti dello stabilimento e 800 civili.

Ore 08:48 – Secondo Kiev, l’assalto a Severodonetsk continua «senza successo»

Lo stato maggiore dell’esercito ucraino ha chiarito che i russi stanno effettuando assalti «senza successo» contro Sievierdonetsk nel Donbass, sottolineando che i soldati ucraini hanno anche respinto l’esercito di Mosca vicino a Vrubivka, Mykolaiv e Vassylivka. Secondo il governatore di Lugansk, Serhiy Haidai, la situazione rimane molto difficile nel villaggio di Toshkivka, alla periferia nord-occidentale di Severdonetsk; ma le forze ucraine hanno bloccato con successo l’avanzata russa vicino a Popasna.

Ore 08:24 – Chi andrà a San Pietroburgo?

Tra pochi giorni, San Pietroburgo ospiterà il suo tradizionale Forum economico internazionale, lo Spief.

Quest’anno, il Forum avrà un’importanza particolare — perché potrebbe rappresentare, plasticamente, quali Stati restano al fianco di Mosca, in questo frangente.

Nella giornata di ieri, gli Stati Uniti hanno ufficialmente annunciato che boicotteranno l’appuntamento, e hanno «chiesto a governi e aziende di aderire al nostro boicottaggio, per inviare un chiaro messaggio alla Russia — non c’è possibilità di mandare avanti gli affari come se nulla fosse».

Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, non si è però mostrato turbato, spiegando all’agenzia Tass che al Forum «ci saranno diversi leader stranieri». «Per non dare più lavoro agli ambasciatori americani, non annuncerò nulla ora», ha ironizzato, «ma ci aspettiamo una sessione plenaria molto, molto interessante».

Il presidente russo, Vladimir Putin, parteciperà il 17 giugno alla sessione plenaria del Forum che si terrà dal 15 al 18 giugno.

Il titolo scelto dallo Spief, quest’anno, ha una valenza programmatica: «Nuovo mondo – Nuove opportunità».

Ore 08:00 – Lo stato dei combattimenti, ad ora

A che punto è la situazione sul campo, in queste ore?
Punto per punto:
• La controffensiva a Kherson
Zelensky ha detto che l’esercito ucraino sta procedendo alla graduale liberazione di territori nella regione di Kherson — con alcuni successi registrati anche a Zaporizhzhia.
• La caduta di Severodonetsk
Sembra ormai vicina: il governatore ucraino della regione di Luhansk, Gaidai, ha ammesso che le forze russe controllano ormai gran parte della città, anche se non l’impianto chimico Azot. In quell’impianto si troverebbero centinaia di militari ucraini e altre centinaia di civili – che secondo il separatista Rodion Miroshnik sarebbero «tenuti ostaggio». La situazione si avvicina, in qualche modo, a quella vista all’Azovstal di Mariupol. A Sud-Est di Severodonetsk, l’esercito ucraino avrebbe respinto diverse offensive da parte dei russi.
• La provincia di Donetsk
Secondo l’agenzia russa Ria, ci sarebbe stata una violenta esplosione ad Avdiivka, città sede di un’altra fabbrica chimica. Non ci sono però, ad ora, conferme indipendenti.
• I morti, e i feriti
Nella giornata di ieri, Kiev ha riconosciuto che almeno 10mila dei suoi soldati sono morti dall’inizio della guerra. Un consigliere del presidente ucraino Zelensky ha detto che «tra i 200 e 300» soldati muoiono ogni giorno, ora — una stima che continua a crescere. Il Kiyv Independent ha dato conto ieri della costruzione, da parte dei russi, di un nuovo ospedale da campo per far fronte all’enorme numero di feriti. Si troverebbe a Shebekino, nella regione di Belgorod.

Ore 07:50 – Lo scandalo dell’Osce: «Ha abbandonato lo staff ucraino nelle mani russe»

L’Osce — Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa — è incaricata, da mezzo secolo, di monitorare i conflitti in giro per il mondo. Ma quello di cui è accusata — secondo il racconto di Francesco Battistini — rischia di rappresentare uno scandalo in grado di scuoterne le fondamenta.

«La sera del 24 febbraio», scrive Battistini, citando un’accurata inchiesta condotta da Politico, «diciotto ore dopo l’attacco di Putin, la segretaria generale Helga Schmid ordinò l’evacuazione immediata dei 966 funzionari sparsi per i 24 oblast dell’Ucraina. E lo fece nel caos più totale, “abbandonando al loro destino” i 478 impiegati dello staff locale.

Presi alla sprovvista dall’attacco, i 488 osservatori internazionali organizzarono in tutta fretta le carovane d’auto per raggiungere i confini, destinazione Polonia, Romania o Moldova, senza portare con sé gli ucraini che per otto anni avevano fatto loro da autisti, traduttori, contabili, addetti alle pulizie.

“State in luoghi sicuri e auguri”, la sola email inviata il 25 febbraio, ore 22.40, allo staff locale: “Conosco — scrisse un responsabile di Donetsk — la sensazione d’incertezza che provoca in voi la decisione dell’Osce d’evacuare temporaneamente. Voglio rassicurarvi: stiamo facendo il possibile per dare risposte alle vostre domande”.

Le risposte non arrivarono mai. Semplicemente, il personale ucraino fu lasciato solo. E finì nelle mani dei russi, accusato di tradimento o d’essere al servizio un’organizzazione internazionale che a Mosca considerano, suppergiù, un covo di spie».

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Ore 07:43 – Le entrate record della Russia, e i «conti di guerra» di Putin

Qual è lo stato dell’economia russa, in questo momento?

La risposta è estremamente complicata: in primis dall’assenza di trasparenza da parte del regime di Mosca.

Ma in questo articolo Federico Fubini prova a capire «quali strade prenda il tesoro di Mosca»: e la risposta è, per l’Occidente, inquietante.

Anzitutto, una premessa: «Le banche russe libere dalle sanzioni in gran parte non applicano gli standard di contabilità internazionali (Ifrs), dunque sarebbero in grado di gestire fondi neri in valuta estera. E Catherine Belton ne «Gli uomini di Putin» (La Nave di Teseo) documenta come questa pratica sia corrente nella Russia di Putin».

Ma in mancanza di prove certe, «non restano che i dati dei conti pubblici, in sé ricchi di sorprese. Il ministero delle Finanze di Mosca rende nota fin qui l’esecuzione del bilancio nei primi quattro mesi dell’anno, inclusi i primi due mesi di guerra e di sanzioni. Non sembrano affatto i numeri di un’economia che, secondo il Fondo monetario internazionale, nel 2022 si ridurrà di quasi un decimo.

Solo nei primi quattro mesi dell’anno le entrate del bilancio russo aumentano del 34% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, dell’equivalente di 43,8 miliardi di euro (il 3,3% del prodotto lordo del Paese)».

Com’è possibile? «La chiave è alla riga 12 del foglio excel presente sul sito del ministero delle Finanze di Mosca, relativo alle “informazioni operative sul volume delle entrate”: quella sul gettito da petrolio e gas (in gran parte, tasse sull’estrazione e prelievi sull’export). Nei primi quattro mesi del 2022 questa voce cresce del 90% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, con un balzo sul 2021 equivalente a 27 miliardi di euro. Se Mosca riuscisse a mantenere lo stesso ritmo durante tutto il bilancio in corso — ipotesi non irrealistica, dato l’impatto ritardato delle sanzioni europee sul petrolio — le entrate in più basterebbero a finanziare quasi tutta la spesa militare e dell’apparato repressivo da circa 100 miliardi di euro per il 2023».

«Grazie al gas e al petrolio rincarati a causa della sua stessa guerra, in altri termini, Putin oggi ha molti mezzi in più. “L’Europa sta pagando per la nostra morte”, commenta la deputata ucraina Yulia Klymenko».

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Ore 07:16 – I russi «meritano una vita senza repressione»

I cittadini russi «meritano una vita senza repressione», e la guerra scatenata da Putin contro l’Ucraina li sta «derubando di un futuro migliore».

A sostenerlo – con dichiarazioni che non mancheranno di far scattare la reazione di Mosca – è il segretario di Stato degli Usa, Antony Blinken.

Le parole di Blinken sono arrivate in occasione della Festa nazionale della Federazione russa, che si celebra oggi, 12 giugno.

I russi, ha scritto Blinken in una nota del ministero degli Esteri Usa, «meritano di vivere senza repressione e di poter esercitare i loro diritti umani e le libertà fondamentali senza timore di ritorsioni. Purtroppo, questa non è la realtà nella Russia di oggi. Il governo russo sta tentando di tenere i suoi cittadini all’oscuro delle atrocità che sta commettendo contro il popolo ucraino, e la guerra del Cremlino ha lasciato la Russia isolata a livello internazionale e sta derubando i cittadini russi della possibilità di costruire un futuro migliore in armonia con i loro vicini».

Ore 06:52 – Kim Jong-un (Corea del Nord): «Pieno sostegno a Putin»

Il leader nordcoreano Kim Jong-un ha confermato le relazioni amichevoli tra la Corea del Nord e la Russia. E ha ribadito il pieno sostegno al presidente russo Vladimir Putin, a dispetto della condanna internazionale per la sua invasione ai danni dell’Ucraina. Il popolo russo ha «ottenuto grandi successi nel portare a termine la giusta causa di difesa della dignità e della sicurezza del proprio Paese, affrontando ogni sorta di sfide e difficoltà – ha affermato Kim in un messaggio a Putin per il Russia Day, nel resoconto dell’agenzia ufficiale Kcna -. Il popolo coreano offre loro pieno sostegno e incoraggiamento». L’apparente riferimento di Kim all’attacco non provocato contro l’Ucraina come una «giusta causa» per difendere la sicurezza della Russia è l’ultimo segnale che rimarca gli stretti legami bilaterali tra i due Paesi.

Ore 06:20 – Cina: «Mai fornito supporto materiale alla Russia»

La conferma: impegno per i colloqui di pace E la precisazione: nessun aiuto materiale alla Russia. Così la Cina torna sul tema delicato del conflitto tra Kiev e Mosca, precisando di non aver mai fornito alcun supporto materiale alla Russia nella guerra. Lo ha detto il ministro della Difesa, Wei Fenghe, parlando al vertice sulla sicurezza dello Shangri-La Dialogue di Singapore, aggiungendo che Pechino ha sostenuto i colloqui di pace e si è opposta alla fornitura di armi, mostrando pieno scetticismo sull’efficacia delle sanzioni. «Qual è la causa principale della crisi? Chi è la mente di tutto? Chi perde di più? E chi può guadagnare di più? Chi sta promuovendo la pace e chi sta aggiungendo benzina sul fuoco? Penso che tutti conosciamo le risposte», ha proseguito senza articolare la posizione cinese.

Un conflitto o una guerra «sono l’ultima cosa che la Cina vorrebbe vedere in Ucraina. Allo stesso tempo, non crediamo che la massima pressione o sanzioni possano risolvere il problema», ha aggiunto Wei, osservando che, al contrario, potrebbero «causare ancora più tensioni e peggiorare ulteriormente il problema». Pechino, che ha «sempre sostenuto» il dialogo tra la Russia e l’Ucraina, spera che gli Usa e la Nato tengano colloqui con Mosca «per creare le condizioni di un cessate il fuoco più rapido», ha osservato il ministro.

Ore 06:16 – Kiev e il dilemma delle munizioni: quelle sovietiche stanno finendo

(Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Sembra di essere tornati all’inizio dell’operazione militare «speciale» di Vladimir Putin, quando i russi avanzavano — seppur lentamente — mentre gli ucraini erano in difficoltà e sostenevano di non avere abbastanza armi. Tre mesi e mezzo più tardi, il fronte è molto più ristretto — la battaglia feroce è limitata all’area di Severodonetsk — e i due schieramenti portano avanti una guerra d’attrito, che ha fiaccato le truppe, combattuta a colpi d’artiglieria. In questo campo l’Armata sovrasta la resistenza: i russi sparano 50/60 mila colpi al giorno, e martellano gli obiettivi militari e civili senza fare troppa distinzione. «Sparano così tanto che non sentiamo la nostra», ha detto nei giorni scorsi un soldato della resistenza dislocato a Bakhmut. Gli ucraini ne sparano 5/6 mila, dice il capo dell’intelligence militare di Kiev Vadym Skibitsky, ma hanno quasi finito le munizioni per i sistemi di concezione sovietica. «Le abbiamo usate quasi tutte», ha detto, una carenza che gli ucraini non nascondono, anche per dare un messaggio d’urgenza agli Alleati, e che sottolineano contemporaneamente sia il New York Times che il Washington Post. Probabilmente non per caso.
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Ore 06:14 – Usa: «In poche settimane la Russia controllerà Luhansk»

La notizia arriva dagli Usa. E in particolare dai media americani. «È probabile che la Russia è probabile acquisisca il controllo dell’intera regione del Luhansk in Ucraina nel giro di poche settimane». Lo afferma un funzionario della Difesa americana, citato dal Washington Post. Le città di Severodonetsk e Lysychansk sono già sotto forte pressione e potrebbero cadere sotto il peso delle forze russe in una settimana, riferisce il funzionario Usa secondo il quale i progressi della Russia stanno arrivando a un costo pesante per il suo esercito in termini di morti e feriti.

Ore 06:12 – Zelensky: «Tenerci fuori dall’Ue va contro l’Europa»

Nuovo appello all’Unione Europea del presidente dell’Ucraina. E nuove critiche ai Paesi scettici. «Tenere l’Ucraina fuori dall’Ue va contro la stessa Europa», ha detto Volodymyr Zelensky, che nel suo ultimo video-messaggio attacca chi «ancora è scettico» su questo. Ieri «è iniziata la fase conclusiva della grande maratona diplomatica che dovrebbe concludersi tra una settimana e mezzo – afferma Zelensky -. E in questa maratona siamo davvero insieme all’Unione Europea, in una squadra: e questa squadra deve vincere. Sono certo che presto riceveremo una risposta sullo status di candidato per l’Ucraina. Sono convinto che questa decisione possa rafforzare non solo il nostro Stato, ma anche l’intera Ue».

Ore 06:10 – Riaprono gli ex McDonald’s in Russia, nuovo nome e marchio

Avranno un nuovo nome e un nuovo marchio. Ma di fatto sono gli ex McDonald’s. Un mese dopo la chiusura a causa della guerra in Ucraina e dell’abbandono della multinazionale americana, riaprono i fast food ex McDonald’s in Russia. La catena che ha rilevato i ristoranti, Sistema Pbo, riaprirà i primi 15 negozi, con un nuovo marchio e un nuovo nome. Il brand rappresenta un cerchio e due linee, mentre il nome non è ancora stato annunciato. «Lo sfondo verde del logo simboleggia la qualità dei prodotti e del servizio a cui i nostri ospiti sono abituati», ha detto all’agenzia Tass un portavoce di Sistema Pbo. Secondo il quotidiano Izvestia, Sistema Pbo ha presentato otto potenziali nomi per la nuova catena a Rospatent, l’agenzia governativa russa responsabile della proprietà intellettuale. Tra questi, «Tot Samyi», che si traduce in «lo stesso» e «Svobodnaya Kassa» che significa «cassa disponibile».

Ore 06:09 – Abramovich ha trasferito milioni ai figli poco prima sanzioni

Roman Abramovich ha trasferito centinaia di milioni di dollari di asset ai suoi figli nei giorni precedenti all’entrata in vigore delle sanzioni. Lo riporta il New York Post citando un analista dell’Fbi, Alan Fowler. Poco prima che scattassero le sanzioni contro la Russia per l’invasione dell’Ucraina, l `oligarca ha reso i figli beneficiari della Europa Settlement Trust, fondo con base a Cipro che controlla le società di comodo a cui fanno capo gli aerei, gli yacht, l’elicottero e altri asset di Abramovich.

Ore 06:06 – Zelensky: «Il Donbass tiene duro. I russi si pentiranno di quanto fatto»

«Il Donbass tiene duro», ha rassicurato Volodymyr Zelensky. E «dobbiamo fare di tutto per far pentire gli occupanti di aver fatto tutto questo, e renderli responsabili di ogni omicidio e di ogni colpo all’Ucraina», ha poi aggiunto il presidente ucraino in un video messaggio postato su Telegram, sottolineando che all’inizio di maggio la Russia sperava di occupare l’intero Donbass e che a giugno, al 108 giorno di guerra, il Donbass resiste. «Le perdite subite dagli occupanti, anche in quest’area, sono molto significative», aggiunge Zelensky.

Ore 06:04 – Von der Leyen: l’Europa è al vostro fianco

L’Ucraina è sul binario giusto per abbracciare l’Europa. E lo è a prescindere dall’invasione russa. Ursula von der Leyen, a due mesi di distanza dal suo esordio a Kiev, è torna nella capitale ucraina e, nel quartier generale di Volodymyr Zelensky, sparge ottimismo in vista dell’attesissimo parere della Commissione Ue sulla concessione. Una partita cruciale per Kiev ma che resta in salita. Senza il sì unanime del vertice europeo a nulla o quasi varrà la raccomandazione di Palazzo Berlaymont. «Questo è il momento decisivo, noi aspettiamo il sì dell’Ue», è il messaggio che Zelensky recapita ai 27 Paesi membri.

È stato un viaggio lampo quello di von der Leyen in terra ucraina. Un viaggio non condito né da visite simboliche – come quella che fece a Bucha a inizio aprile – né da annunci in pompa magna. La guerra ucraina vive un momento interlocutorio e anche il sostegno dell’Ue dopo oltre tre mesi di sanzioni e aiuti finanziari e militari, va ristrutturato. Assieme alla candidatura Ue dell’Ucraina, l’altro grande dossier sul tavolo dell’incontro tra Zelensky e la numero uno dell’esecutivo europeo è stato quello della ricostruzione. «Vogliamo creare una road map molto chiara», ha sottolineato von der Leyen nel corso della dichiarazione congiunta con Zelensky dal compund presidenziale.

Ore 06:02 – Botta e risposta fra Biden e Zelensky

(Giuseppe Sarcina) Con una delle sue uscite a sorpresa, Joe Biden ripercorre la fase che precedette la guerra in Ucraina. «Il presidente Volodymyr Zelensky non volle ascoltare i nostri avvertimenti», ha detto il leader della Casa Bianca, partecipando, venerdì 9 giugno, a un evento organizzato dal partito democratico a Los Angeles. «Lo so che molti pensavano che stessi esagerando, ma io sapevo di avere informazioni solide per prevedere l’imminente aggressione di Putin. Non c’era alcun dubbio, ma Zelensky, così come molti altri, non volle ascoltare».

Ore 06:00 – Ambasciata russa, nessuna illegalità su acquisto biglietto aereo a Salvini

L’ambasciata russa in Italia ha affermato che non c’è stata alcuna azione «illegale» in merito agli aspetti organizzativi del mancato viaggio del senatore Matteo Salvini a Mosca
. «Poiché, a causa delle sanzioni dell’Ue, sono stati sospesi i voli diretti sulla rotta Roma-Mosca, si è reso necessario per la delegazione italiana l’acquisto di biglietti aerei per un volo Aeroflot da Istanbul a Mosca. A causa delle sanzioni in vigore nei confronti di questa compagnia aerea, è difficoltoso acquistare i biglietti per i suoi voli dal territorio dell’Unione Europea. L’Ambasciata ha assistito Matteo Salvini e le persone che lo accompagnavano nell’acquisto dei biglietti aerei di cui avevano bisogno in rubli tramite un’agenzia di viaggi russa», ha affermato l’ambasciata in una nota. «In quanto il viaggio di Matteo Salvini a Mosca non è avvenuto per motivi ben noti, alla fine ci è stato restituito l’equivalente della cifra spesa per l’acquisto dei biglietti aerei in euro (con rispettivi documenti comprovanti)», ha precisato l’ambasciata.

12 giugno 2022 (modifica il 13 giugno 2022 | 06:01)



Erdogan: «A giorni colloqui con Putin e Zelensky per il grano». Incendio all’impianto chimico Azot