Bob Dylan in mostra al MAXXI di Roma con la ballata di musica, poesia e arti visive

Hey, Mr. Tambourine Man, play a song for me – Bob Dylan, Mr. Tambourine Man (1964)

Da oltre sei decenni, Mr. Tambourine Man, il “venditore di sogni” (“stupefacenti”) dello slang newyorchese, suona canzoni per tutti, con la sterminata produzione artistica di Bob Dylan. Forte del carisma visionario di un vero “artista del trapezio”, capace di usare una chitarra, l’armonica a bocca e la penna tagliente, insieme al riff che segna e la poesia che scava, per indicare la direzione, aprendo (anche a calci) la mente e il cuore d’intere generazioni. Pronto ad attraversare e rinnovare le arterie del folk, del rock e del pop, con la semplicità diretta e affascinate del blues, la spiritualità del gospel e la poesia dell’arte che disintegra limiti e confini, con la grinta raffinata e la melodia orecchiabile di testi profondi, enigmatici e potenti. Un talento capace di rinnovarsi, divincolandosi da integralismi e consuetudini dure a morire, definizioni e cliché, anche tra “culturale” e “mainstream”.

Lo stesso vale per premi prestigiosi, come il Pulitzer alla carriera (2008) e il primo Premio Nobel per la letteratura (2016) assegnato a un cantautore (tra i tanti ricevuti), o l’aura da leggenda vivente, idolo delle folle e icona della musica, che vanno strette al suo spirito libero, perché alzano muri e creano distanze, rendendo prigioniero di ruoli chi è fuori dal gioco. La ballata di Bob Dylan, al contrario, è ancora protagonista di giochi, tour, libri e retrospettive che attraversano le strade secondarie del mondo e le arti visive, con quello che appartiene a tutti. Negli spazi dinamici e sghembi della Galleria 5 del MAXXI di Roma, anche con la prima tappa europea di Bob Dylan. Retrospectrum. Un lungo viaggio on the road, con le arti visive che continuano a dare ritmo a musica e parole della sua produzione, dal Minnesota dei primi passi e disegni, al paesaggio scultoreo del presente, realizzato durante la pandemia.

Bob Dylan. Retrospectrum, dissolvenza frame video, Installazione Bob Dylan. Retrospectrum, Galleria 5 MAXXI Roma (15/12/2022)

© Simona Marani

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Dylan. Retrospectrum, installazione Galleria 5 MAXXI, Roma (15/12/2022) 

© Simona Marani

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Dylan. Retrospectrum, installazione Galleria 5 MAXXI, Roma

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Dylan. Retrospectrum, frame video, installazione Galleria 5 MAXXI, Roma

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Dylan. Retrospectrum, installazione Galleria 5 MAXXI, Roma

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Il Museo nazionale delle arti del XXI secolo di Roma, accoglie il materiale video e la selezione di disegni, dipinti, acquarelli e sculture di Retrospectrum, lungo un percorso espositivo e installativo, aperto come una sorta di bar (punto d’incontro, ristoro e riflessione), lungo la strada attraversata dalla produzione artistica di Dylan. Gli stessi luoghi affollati di solitaria e hopperiana memoria che hanno ospitato le sue performance musicali, ispirato testi, dato corpo e atmosfere alle opere d’arte che costellano le otto sezioni espositive.

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Installazione Bob Dylan. Retrospectrum, Galleria 5 MAXXI Roma (15/12/2022)

© Simona Marani

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Installazione Bob Dylan. Retrospectrum, Galleria 5 MAXXI Roma (15/12/2022)

© Simona Marani

Sezioni diverse ma complementari, concepite per annullare confini e distanze, anche tra quello che si incontra lungo le strade sconfinate e i grattacieli di The Drawn Blank, il paesaggio americano di The Beaten Path, i dipinti ispirati alla fotografia e al cinema di Deep Focus, dalle copertine di riviste come Playboy, Rolling Stone e Life di Revisionist, nel cuore di New Orleans, o sugli sgabelli che sostengono simboli e illusioni nelle sculture d’Ironworks.

susan tyrrell nel film fat city di john huston del 1972, frame video, installazione bob dylan retrospectrum maxxi151222

Susan Tyrrell nel film Fat City di John Huston del 1972, Deep Focus, Installazione Bob Dylan – Retrospectrum – MAXXI(15/12/22)

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Bob Dylan, “One Too Many”, acrilico su tela, collezione privata, Deep Focus, installazione Bob Dylan. Retrospectrum, Galleria 5 MAXXI Roma (15/12/2022)

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Deep Focus, Dylan. Retrospectrum, installazione Galleria 5 MAXXI, Roma

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Deep Focus, Life, Installazione Bob Dylan. Retrospectrum, Galleria 5 MAXXI Roma (15/12/2022)

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Il progetto espositivo più completo dedicato finora alle arti visive di Dylan, arriva a Roma con la curatela di Shai Baitel, direttore artistico del Modern Art Museum (MAM) di Shanghai, da cui è partito questo viaggio nel 2019, toccando il Patricia and Phillip Frost Art Museum di Miami nel 2021. Si avventura lungo il pavimento inclinato e i riflessi delle grandi vetrate dello spazio modulare della galleria cinque. Aperto a diverse prospettive, quanto la capacità di Dylan di scatenare emozioni e percezioni, complesse e sfuggenti, ricorrendo a diversi registri creativi ed espressivi.

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The Beaten Path, Dylan. Retrospectrum, installazione Galleria 5 MAXXI, Roma

© Simona Marani

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The Beaten Path, Dylan. Retrospectrum, installazione Galleria 5 MAXXI, Roma’

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Writings & Drawings

«Mi sono seduto al tavolo, ho tirato fuori carta e matita e ho disegnato qualunque cosa fosse a portata di mano. Mi sentivo come se stessi mettendo ordine nel caos intorno».

Il viaggio on the road riparte dai primi disegni a grafite (Early Works) realizzati negli anni Settanta «per rinfrescare una mente stanca». Disegni inclusi nella raccolta dei testi delle sue canzoni di Writings & Drawings nel 1972, nella versione aggiornata delle Lyrics pubblicata nel 1985, come sulle copertine degli album Planet waves (1974), Infidels (1983), Empire Burlesque (1985). Un frammento propedeutico agli schizzi a matita, carboncino e penna di The Drawn Blank, realizzati tra il 1989 e il 1992, durante la sua tournée in America, Europa e Asia. Archetipo di tutti i suoi successivi lavori, entrati autorevolmente nel circuito internazionale dell’arte, con pubblicazioni ed esposizioni. Ancora di più per i nuovi dialoghi e percezioni tra musica e arte visiva, condensati nei disegni a grafite della sezione Mondo Scripto (già pubblicati in un volume nel 2020), che accompagnano i testi (spesso rivisitati) delle sue canzoni più celebri, tra l’umo bruciato di Chimes of Freedom, il Napoleone sconfitto di Like a Rolling Stone, o il venditore ambulante di Visions of Johanna.

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Subterranean Homesick Blues, Video, MONDO SCRIPTO. Installazione Bob Dylan. Retrospectrum, Galleria 5 MAXXI Roma (15/12/2022)

© Simona Marani

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Subterranean Homesick Blues Series, MONDO SCRIPTO. Installazione Bob Dylan. Retrospectrum, Galleria 5 MAXXI Roma (15/12/2022)

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Subterranean Homesick Blues

    «Attento ragazzo… impara a ballare, vestiti, fatti benedire». Anche Subterranean Homesick Blues, nata con il parlato veloce, le rime incalzanti e i giochi di parole di una canzone del ’65 (dell’album della cosiddetta “trilogia elettrica”), arriva in mostra con quello che forse resta il primo video musicale della storia. L’approccio provocatorio di Bob Dylan, anticipando di qualche decennio lo stile hip hop, continua a lasciar cadere a ritmo di musica i fogli con il testo, scritti la sera prima da un gruppo di amici che conta anche il poeta della Beat Generation Allen Ginsberg. Ben visibile per tutta la durata del video. Nel 2018, trovando nuove connessioni a musica, parole e arti visive, Dylan ha anche riscritto le parole del testo sui 64 cartelli di Subterranean Homesick Blues Series, allestita sulla parete di fianco allo schermo della sezione Mondo Scripto e donata alla collazione del MAXXI.

    When I Paint My Masterpiece

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    Bob Dylan, When I Paint My Masterpiece (2020) Installazione Bob Dylan. Retrospectrum, Galleria 5 MAXXI Roma (15/12/2022)

    © Simona Marani

    «Oh, le strade di Roma sono piene di rovine… Oh, le ore che ho passato nel Colosseo evitando leoni e buttando via tempo». La capitale italiana, amata da Dylan e cantata sulle note di When I Paint My Masterpiece, si avventura lungo la scalinata deserta di Trinità dei Monti a piazza di Spagna, nell’omonimo dipinto esposto nel passaggio tra sezioni e selezioni, epoche e linguaggi, insieme all’artista americano che vagabonda per l’Europa e ha un appuntamento a Roma con una «nipote di Botticelli» che promette di stargli vicino quando lui dipingerà il suo capolavoro.

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    Bob Dylan, Sunset, Monument Valley (2019), Installazione Bob Dylan. Retrospectrum, Galleria 5 MAXXI Roma (15/12/2022)

    © Simona Marani

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    Bob Dylan, Endless Highway, 2015-2016, Installazione Bob Dylan. Retrospectrum, Galleria 5 MAXXI Roma (15/12/2022)

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    Bob Dylan, Red Sunset (2019), installazione Bob Dylan. Retrospectrum, Galleria 5 MAXXI Roma (15/12/2022)

    © Simona Marani

    On the road

    Credo che la chiave del futuro sia nei resti del passato. Che bisogna padroneggiare gli idiomi del proprio tempo prima di poter avere un’identità nel presente. Il vostro passato inizia il giorno in cui siete nati e ignorarlo significa privarvi di chi siete veramente“.

    Approfittando del crocevia della sezione The Beaten Path, dedicata alle «vestigia del passato che racchiudono la chiave del futuro», si possono seguire strade secondarie e tutte le prospettive possibili, offerte dalle esplorazioni pittoriche di Dylan. Iniziate forse anche prima di imparare a usare i colori a olio, alla fine degli anni settanta, con il pittore Bruce Doorfman, vicino di casa a Woodstock. Sicuramente dopo il corso di pittura di Norman Raeben a New York «per fare consapevolmente quello che facevo inconsapevolmente».

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    The Drawn Blank, Installazione Bob Dylan – Retrospectrum – MAXXI, Roma

    © Simona Marani

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    New Orleans, Installazione Bob Dylan – Retrospectrum – MAXXI, Roma

    © Simona Marani

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    New Orleans, Installazione Bob Dylan – Retrospectrum – MAXXI, Roma

    © Simona Marani

    Ben documentata dalle tele dipinte ispirandosi a Marc Chagall (soprattutto dopo la mostra vista al Guggenheim di New York nel 1968), per l’autoritratto sulla copertina del suo album Self Portrait, o il ritratto di musicista per la copertina di un numero della rivista Sing Out. Senza contare tutti i riferimenti pittorici che costellano la sua poetica musicale, dal testo di Positively Van Gogh (1966), alla Monna Lisa di Visions of Johanna (1966), dal Michelangelo di Jokerman (1983), al ritratto protagonista del dialogo di Highlands (1997).

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    Ironworks, Installazione Bob Dylan. Retrospectrum, Galleria 5 MAXXI Roma (15/12/2022) 

    © Simona Marani

    ironworks, installazione bob dylan retrospectrum, galleria 5 maxxi roma 15122022

    Ironworks, Installazione Bob Dylan. Retrospectrum, Galleria 5 MAXXI Roma (15/12/2022) 

    © Simona Marani

    Lasciandosi guidare dalla cromia dell’indaco che abbracciano le opere di The Drawn Blank e Revisionist, dal rosso di una città del cuore come New Orleans, o le sfumature viola di Deep focus, si torna sempre allo stesso punto ma da prospettive differenti. Stessa cosa per il ferro del passato industriale americano e dell’infanzia di Dylan a “Iron Range”, recuperato e assembrato per dar vita a cancelli, paraventi e complementi d’arredo funzionali, nella sezione dinamica di Ironworks, all’entrata/uscita della galleria e di questo viaggio con la ballata di musica, poesia e arti visive di Bob Dylan. Condensata anche nel 17º volume della pluripremiata Bootleg Series di Bob Dylan, Fragments: Time Out of Mind Sessions 1996-1997 (Columbia Records / Legacy Recordings), cofanetto d’archivio con incisioni in studio e performance dal vivo, disponibile dal 27 gennaio 2023.

    How to: Bob Dylan. Retrospectrum, MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo, Roma (16 dicembre 2022 – 30 aprile 2023) – www.maxxi.art/events/bob-dylan-retrospectrum

Bob Dylan in mostra al MAXXI di Roma con la ballata di musica, poesia e arti visive