La programmazione di Fuori Orario dall’11 al 17 settembre

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SCUOLA DI CINEMA SENTIERI SELVAGGI: APERTE LE ISCRIZIONI ANNO 2022-23


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Domenica 11 settembre dalle 1.05 alle 6.00

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15 BORSE DI STUDIO DELLA SCUOLA SENTIERI SELVAGGI

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Fuori Orario cose (mai) viste

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SCUOLA DI SCENEGGIATURA: LA SPECIALIZZAZIONE

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di Ghezzi Baglivi Di Pace Esposito Fina Francia Luciani Turigliatto

presenta

RAGGIUNSERO IL TRAGHETTO – FUORI ORARIO VENEZIA 79 (6) 

APPUNTI PER UN FILM SULL’INDIA

(Italia, 1967/1968,  b/n, dur., 33’)

Regia: Pier Paolo Pasolini

Girato nel dicembre 1967, faceva parte della puntata numero 194 della trasmissione TV7 e come tale andò in onda il 5 luglio 1968 (gli altri due servizi che componevano la puntata erano: I vip di Sergio Giordani e La spia in fabbrica di Luigi Turolla).

Il 18 agosto 1968 fu proiettato alla Mostra del cinema di Venezia insieme al film TEOREMA.

Girato tra Bombay, Nuova Delhi, Uttar Pradesh e Rajastan. Alle prese con un paese che uscito dalla colonizzazione inglese si sta aprendo alle diverse e contradditorie forme di progresso, Pasolini si confronta con la nuova terribile povertà delle metropoli e con la emergente classe dirigente; anche in questo caso la sua riflessione si concentra sulle categorie di sviluppo, progresso e sopravvivenza del mito.

FUORI ORARIO VENT’ANNI PRIMA – IL VIAGGIO DI PAOLO VI IN INDIA

(Italia, 1968, b/n, dur.,167′)

A cura di: Ciro Giorgini

Riprese girate dalla RAI durante il viaggio di Paolo VI in India nel dicembre 1964 ritrovate da Ciro Giorgini, mandate in onda integralmente per la prima volta da Fuori Orario nel 1998. 

L’occasione del viaggio fu l’invito dell’arcivescovo di Bombay, il cardinale Gracias, a partecipare al XXXVIII Congresso eucaristico internazionale che si sarebbe svolto in quella terra all’inizio del mese di dicembre.

“Ho ancora nella mente e negli occhi la scena commovente del pomeriggio del 2 dicembre 1964: una folla immensa (più di quattro milioni di persone) assiepata lungo la strada, dall’aeroporto alla sede del Congresso, mi dava l’impressione di una muraglia di teste e di corpi stretti in un unico gesto di saluto e di accoglienza gioiosa all’illustre pellegrino. Nel cuore del Papa c’era la perenne preoccupazione per la pace, la giustizia, la fratellanza dell’umanità intera, e in particolare per questo popolo, per le «sterminate genti dell’India immensa e con esse quelle dell’Asia intera».

Nel radiomessaggio per il Natale di quell’anno il Papa ricordò ancora con meraviglia e gratitudine quella gente «non cattolica, ma cortese, aperta, avida di uno sguardo e di una parola dell’esotico visitatore romano, quale noi eravamo». Continuando, espresse la sua stima per quelle folle nelle quali «abbiamo visto un’umanità degnissima, connaturata con le sue tradizioni culturali millenarie, non tutte cristiane, no, ma profondamente spirituali e sotto molti aspetti buone e gentili, antichissime e giovani insieme, oggi sveglie e rivolte verso qualche cosa che lo stesso portentoso progresso moderno non può dare e forse può impedire». (Monsignor Pasquale Macchi, segretario personale di Papa Paolo VI)

L’INDIA VISTA DA ROSSELLINI (Puntate 1, 2, 3, 4, 5)

(Italia 1959, b/n’, dur., totale 125’)

Regia: Roberto Rossellini

Reportage realizzato da Roberto Rossellini in India tra il 1957 e il 1958 e trasmesse in dieci puntate nell’ambito de “I viaggi del Telegiornale” tra gennaio e marzo del 1959. Ben prima dei Beatles e dei poeti Beat, Rossellini svela i segreti del continente in mutazione dopo la liberazione dai coloni inglesi. Nella notte le prime tre puntate: India senza miti; Bombay, la porta dell’India; Architettura e costumi a Bombay.

 

Venerdì 16 settembre dalle 1.20 alle 6.00

SI SALVI CHI PUÒ – LA VITA NON SI SCAMPA (9)

a cura di Fulvio Baglivi e Roberto Turigliatto

OTTO ORE NON SONO UN GIORNO                  

Episodio 1: Jochen e Marion

Episodio 2: Nonna  e Gregor

(Acht Stunden sind kein Tag, Germania, 1972-1973, col., dur., totale 204’, v. o. sott., it.)

Regia e sceneggiatura: Rainer Werner Fassbinder

Con: Gottfried John, Hanna Schygulla, Luise Ulrich, Werner Finck, Anita Bücher, Wolfried Lier, Christine Oesterlein, Renate Roland, Kurt Raab, Irm Hermann, Margit Carstensen, Ulli Lommel, Eva Mattes  

La serie Otto ore non sono un giorno, prodotta dalla Westdeutscher Rundfunk e andata in onda tra il 1972 e il 1973, ha fatto la storia della televisione tedesca. Il tentativo di Fassbinder di reinterpretare  un genere popolare come la serie fu un grande successo di pubblico. Dimenticate per decenni,  le 5 puntate sono diventate di nuovo disponibili dopo il restauro promosso dalla Rainer Werner Fassbinder Foundation  con la collaborazione  del Museum of Modern Art di New York. Si tratta della grande riscoperta di una delle opere più originali del geniale regista tedesco, di cui Fuori Orario aveva presentato in passato l’altra grande produzione televisiva, Berlin Alexanderplatz.

La versione restaurata è stata presentata in prima mondiale al Festival di Berlino del 2017.

Le vicende della famiglia Kruger scorrono in parallelo con le traversie lavorative dei suoi singoli membri, in particolare quelle di Jochen, operaio meccanico in una fabbrica. Le storie d’amore di diversi personaggi nascono, crescono e muoiono nel corso della serie intrecciandosi alle relazioni che si stabiliscono tra gli operai e i padroni nelle fabbriche. Lo svolgersi della vita quotidiana si apre alla discussione delle questioni sociali più acute: i trasporti pubblici gratuiti, l’alto prezzo degli affitti, la cogestione dell’impresa, la solidarietà tra gli operai, l’educazione autoritaria, la carenza di asili, i pregiudizi nei confronti degli immigrati, il doppio fardello lavorativo delle donne … Fassbinder intendeva creare un’alternativa non solo al “mondo perfetto” delle finzioni televisive ma anche al genere dei documentari politici.

Il film è il frutto di un anno di ricerca nelle fabbriche e di discussione coi lavoratori e si avvale della partecipazione di molti degli attori e dei collaboratori abituali del regista.. La serie fu un successo di pubblico ma fu  aspramente criticata non solo  dai critici conservatori ma anche  da quelli di sinistra, che rimproveravano al regista di non aver considerato  il ruolo del sindacato. La serie era prevista  in otto episodi ma malgrado il successo Günther Rohrbach,  direttore della programmazione della Rete, lo interruppe dopo il quinto episodio.

Dichiarò Fassbinder: “Tutti i film e i drammi che ho scritto erano indirizzati a un pubblico intellettuale. Nei confronti di questo si può benissimo essere pessimisti e lasciare che un film si concluda nell’impotenza. Un intellettuale è libero di lavorare sul problema con i suoi strumenti culturali. Nel caso del pubblico più largo, che era quello della mia serie televisiva, sarebbe stato reazionario e pressoché criminale dare un’immagine disperata del mondo. Il primo compito è di tentare di renderli più forti dicendo loro: ‘Voi avete ancora delle possibilità: Voi potete fare uso della vostra potenza, perché l’oppressore dipende da voi. Che cosa è un padrone senza operai? Nulla. Ma si può senza dubbio pensare a un operaio senza padrone’. E se io ho fatto qualcosa che per la prima volta lascia la speranza, è stato fondamentalmente a partire da questa idea. E non si ha diritto di fare altrimenti con un pubblico di venticinque milioni di persone medie”.

SOGNI E BISOGNI – Prologo: Amore cieco
(Italia, 1984, col., dur., 52′)
Regia: Sergio Citti

Con: Giulietta Masina, Hector Alterio, Jacques Dufilho, Paolo Villaggio
Film TV in 10 episodi più un prologo trasmesso dalla RAI a partire dal 6 ottobre 1985.

Un uomo insignificante si innamora di una ragazza ed inizia a corteggiarla ma non si rende conto che è cieca.

SOGNI E BISOGNI – Il ritorno di guerriero
(Id., Italia, 1984, col., dur., 30′)
Regia: Sergio Citti

Con: Maurizio Nichetti, Daria Nicolodi, Asia Argento, Alessandro Haber

Film TV in 10 episodi più un prologo trasmesso dalla RAI a partire dal 6 ottobre 1985.

Guerriero torna dopo dieci anni di lavoro all’estero dalla figlia (che non ha mai conosciuto) e dalla moglie che nel frattempo si è risposata con il misterioso Perotti e l’ha dichiarato defunto.

 

Sabato 17 settembre dalle 1.05 alle 6.30

SI SALVI CHI PUÒ – LA VITA NON SI SCAMPA (9)

a cura di Fulvio Baglivi e Roberto Turigliatto

OTTO ORE NON SONO UN GIORNO                  

Episodio 3: Franz e Ernst

Episodio 4: Harald e Monika

Episodio 5: Irmgard e Rolf

(Acht Stunden sind kein Tag, Germania, 1972-1973, col., dur., totale 278′, v. o. sott., it.)

Regia e sceneggiatura: Rainer Werner Fassbinder

Con: Gottfried John, Hanna Schygulla, Luise Ulrich, Werner Finck, Anita Bücher, Wolfried Lier, Christine Oesterlein, Renate Roland, Kurt Raab, Irm Hermann, Margit Carstensen, Ulli Lommel, Eva Mattes,

La serie Otto ore non sono un giorno, prodotta dalla Westdeutscher Rundfunk e andata in onda tra il 1972 e il 1973, ha fatto la storia della televisione tedesca. Il tentativo di Fassbinder di reinterpretare un genere popolare come la serie fu un grande successo di pubblico. Dimenticate per decenni,  le 5 puntate sono diventate di nuovo disponibili dopo il restauro promosso dalla Rainer Werner Fassbinder Foundation  con la collaborazione  del Museum of Modern Art di New York. Si tratta della grande riscoperta di una delle opere più originali del geniale regista tedesco, di cui Fuori Orario aveva presentato in passato l’altra grande produzione televisiva, Berlin Alexanderplatz.

La versione restaurata è stata presentata in prima mondiale al Festival di Berlino del 2017.

Le vicende della famiglia Kruger scorrono in parallelo con le traversie lavorative dei suoi singoli membri, in particolare quelle di Jochen, operaio meccanico in una fabbrica. Le storie d’amore nascono, crescono e muoiono nel corso della serie intrecciandosi alle relazioni che si stabiliscono tra gli operai e i padroni nelle fabbriche. Lo svolgersi della vita quotidiana si apre alla discussione delle questioni sociali più acute: i trasporti pubblici gratuiti, l’alto prezzo degli affitti, la cogestione dell’impresa, la solidarietà tra gli operai, l’educazione autoritaria, la carenza di asili, i pregiudizi nei confronti degli immigrati, il doppio fardello lavorativo delle donne… Fassbinder intendeva creare un’alternativa non solo al “mondo perfetto” delle finzioni televisive ma anche al genere dei documentari politici.

Il film è il frutto di un anno di ricerca nelle fabbriche e di discussione coi lavoratori e si avvale della partecipazione di molti degli attori e dei collaboratori abituali del regista.. La serie fu un successo di pubblico ma fu  aspramente criticata non solo  dai critici conservatori ma anche  da quelli di sinistra, che rimproveravano al regista di non aver considerato  il ruolo del sindacato. La serie era prevista  in otto episodi   ma malgrado il successo Günther Rohrbach,  direttore della programmazione della Rete, lo interruppe dopo il quinto episodio.

Dichiarò Fassbinder: Tutti i film e i drammi che ho scritto erano indirizzati a un pubblico intellettuale. Nei confronti di questo si può benissimo essere pessimisti e lasciare che un film si concluda nell’impotenza. Un intellettuale è libero di lavorare sul problema con i suoi strumenti culturali. Nel caso del pubblico più largo, che era quello della mia serie televisiva, sarebbe stato reazionario e pressoché criminale dare un’immagine disperata del mondo. Il primo compito è di tentare di renderli più forti dicendo loro: ‘Voi avete ancora delle possibilità: Voi potete fare uso della vostra potenza, perché l’oppressore dipende da voi. Che cosa è un padrone senza operai? Nulla. Ma si può senza dubbio pensare a un operaio senza padrone’. E se io ho fatto qualcosa che per la prima volta lascia la speranza, è stato fondamentalmente a partire da questa idea. E non si ha diritto di fare altrimenti con un pubblico di venticinque milioni di persone medie”.

SOGNI E BISOGNI – Micio micio
(Italia, 1984, col., dur., 36′)
Regia: Sergio Citti

Con: Gigi Proietti, Andrea Ferreol

Film TV in 10 episodi più un prologo trasmesso dalla RAI a partire dal 6 ottobre 1985.

Pompeo è uno sfasciacarrozze grezzo, buzzurro e assolutamente impassibile alle donne che cercano continuamente di sedurlo. Proprietario di un gatto bianco e nero pubblica un annuncio su un giornale per farlo accoppiare. Trova una ricca aristocratica che è l’esatto opposto di lui: elegante, raffinata e colta. Tuttavia i gatti non si accoppiano e i due provano a portarli al tramonto sulla spiaggia per creare una situazione romantica. Al chiaro di luna pian piano i due si confidano delle loro passate esperienze amorose e… perdono i gatti!

SOGNI E BISOGNI – La morte porta consiglio
(Id., Italia, 1984, col., dur., 23’)

Regia: Sergio Citti

Con: Marina Confalone, Pietro Tordi.

Film TV in 10 episodi più un prologo trasmesso dalla RAI a partire dal 6 ottobre 1985.

Una donna di mezza età, Teresa, è al capezzale del padre morente in un letto di un ospedale. La donna gli strappa la promessa che alla sua morte le darà i numeri del lotto in sogno. Subito la prima notte, la figlia vaga nel sogno alla ricerca del padre che trova prima immedesimato in un bambino e poi nell’adulto intento sempre e comunque a far giochi da bimbo. Nonostante l’insistenza della figlia, il padre non è disposto a darle i numeri (che afferma tuttavia di conoscere) per come l’ha trattato male durante gli ultimi anni di vita e soprattutto per la pessima sepoltura datagli. Le dice inoltre che se vuole i numeri deve redimersi e fargli una tomba bellissima in luogo di quella scarna e insulsa che ha ora. Per dar comunque prova della sua fede gli concede un solo numero estratto che effettivamente esce a patto che però lei giochi solo 100 lire. Nel sogno successivo la figlia accetta l’impegno del padre: lei si vende la casa e con i soldi fa una tomba stupenda al padre che in cambio le darà un terno secco….

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TUTTA LA 79A MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA NELLE CORRISPONDENZE DEGLI INVIATI DI SENTIERI SELVAGGI

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La programmazione di Fuori Orario dall’11 al 17 settembre