6 mostre d’arte da non perdere per break d’autunno in giro per l’Italia

Un classico amato da tutti come Van Gogh, della buona fotografia di reportage, ma anche Pop art e avanguardie: 6 mostre da visitare in Italia.

“Più si studia l’arte e meno ci interessa la natura”. Questa frase detta da Oscar Wilde (che visse tra metà e fine Ottocento) oggi sembra attualissima: impossibile non pensare a ciò che è accaduto recentemente per ben due volte in famosi musei europei a opera di attivisti climatici. Colpire capolavori d’arte per denunciare ciò che non si sta facendo per combattere e limitare la crisi climatica e ambientale, a molti fa storcere il naso. Forse è per via della dicotomia proposta: quella tra arte e natura appunto, di cui parlava anche Wilde, parecchio tempo fa. In molti dicono che senza l’arte tantissimi vivono bene lo stesso, che, in fondo, le forme d’arte sono inutili, non necessarie per la sopravvivenza. Non come l’aria (pulita), l’acqua e ciò che ci circonda nell’ambiente. Continuiamo a credere che anche l’arte sia indispensabile per un’esistenza ricca di senso, stimoli e bellezza. Anche per questo, vi consigliamo 6 mostre in giro per il paese per godere dei benefici effetti che, da sempre, ogni forma d’arte ha sull’uomo.

Le mostre per noi imperdibili nei prossimi mesi in Italia

Una selezione di esposizioni in giro per il paese che accontentino tutti i gusti: due grandi fotografi, uno straniero e una talentuosa donna italiana, le avanguardie pittoriche che hanno cambiato la storia dell’arte ma anche dei “classici” amati universalmente. Ogni mostra è anche l’occasione per visitare le città italiane e i nostri musei.

Lisetta Carmi. Suonare forte, fino al 22 gennaio 2023 – Gallerie d’Italia, Torino

Una donna e una artista straordinaria Lisetta Carmi: pianista e fotografa, la sua vita e la sua carriera sono frutto di una grande determinazione e di un carattere indomito. Morta quest’estate all’età di 98 anni ha lasciato scatti indimenticabili sia per qualità che per ciò che rappresentano e hanno immortalato. Celeberrimo il suo reportage nei caruggi di Genova che ritraeva i travestiti o quello che denunciava le condizioni di lavoro dei camalli sempre nella città portuale, sua luogo di nascita. Chi, negli anni Sessanta avrebbe mai osato fare tanto? Una donna. Destinata alla carriera musicale, studiò infatti per anni il pianoforte raggiungendo livelli prestigiosi, decise a un tratto di cambiare totalmente vita e di dedicarsi al racconto fotografico. Il perché è anch’esso un racconto stupendo da scoprire. Questa mostra alle Gallerie d’Italia di Torino racconta tutto questo e un pezzo del nostro paese e del mondo da lei girato: oltre 150 foto scattate tra gli anni Sessanta e Settanta, oltre a un prezioso contributo video creato per l’occasione da Alice Rohrwacher. Molto bella la scelta di far raccontare da dei video con protagonista la stessa Lisetta le sue opere e la sua vita. Chi non la conosce, si innamorerà di questa donna volitiva. Chi ne apprezza già l’arte, avrà una bella occasione per godere dei suoi scatti. La mostra è chiusa il lunedì, il biglietto costa 10 euro e permette anche di visitare tutte le splendide Gallerie.

Italsider, Genova, 1964 ca. © Lisetta Carmi – Martini & Ronchetti

Keith Haring. Radiant vision, fino al 29 gennaio 2023 – Reggia di Monza. Orangerie, Monza

È alla sua ultima tappa questa mostra: prima di arrivare alla Reggia di Monza è stata nel Missouri, a New York, in Florida e in Pennsylvania. Vien da pensare quindi che non si possa perdere, se la pop art è nelle vostre corde, ovvio. 100 le opere esposte che vogliono essere un tributo al lavoro di quest’artista morto precocemente ma che nonostante questo è stato forse uno se non il più importante degli anni Ottanta. Quel che forse ogni tanto si dimentica di Haring è ciò lo muoveva: era infatti un appassionato sostenitore della giustizia sociale e si è sempre dedicato ai giovani di tutto il mondo, sostenendo la loro salute e i loro diritti e supportando al contempo il loro sviluppo creativo. 

Chi non lo conosce e ha solo un’idea superficiale del suo lavoro, tratta dalle sue linee semplici e dai colori sgargianti, ha con Radiant vision l’opportunità di andare oltre e di tentare di capire un genio, morto a soli 31 anni che probabilmente avrebbe potuto dare ancora molto al mondo dell’arte. A Monza vedrete anche Medusa head, la più grande stampa mai realizzata da Haring, lunga più di due metri e alta quasi un metro e mezzo. L’opera è la rivisitazione del mito di Medusa, una donna alata i cui capelli erano composti da serpenti in grado di trasformare gli astanti in pietra. Più d’uno sostiene che in realtà fosse l’Aids che aveva ucciso molti suoi amici e che poi portò via anche lui. La mostra è chiusa il lunedì e il biglietto costa 14 euro.

Keith Haring
Aiutato dall’amico artista Juan Dubose, Keith Haring dipinge un murale alla East Houston Street e The Bowery. L’installazione è il primo grande lavoro pubblico di Haring su larga scala. Estate 1982

Robert Capa. L’Opera 1932-1954, fino al 29 gennaio 2023 – Palazzo Roverella, Rovigo

Robert Capa è vissuto solo 41 anni. È morto facendo il suo lavoro. Si dice fosse davvero temerario: e infatti in Indocina documentando senza remore l’ennesimo conflitto posò il piede sulla mina che lo fece saltare in aria. Un fotografo di guerra quindi, il più grande forse. Alcuni suoi scatti sono ormai divenuti storici e i suoi bianco e nero che sembrano frame cinematografici sono tra i più riconoscibili. Forse è proprio questa caratteristica a renderli tanto speciali, unici. Sono foto ma sembrano in movimento. A Palazzo Revoltella di Rovigo che da tempo ormai ci regala splendide mostre fotografiche, 366 fotografie selezionate dagli archivi dell’agenzia Magnum Photos (che proprio Capa fondò insieme a Henri Cartier-Bresson, David “Chim” Seymour e George Rodger e William Vandivert) ripercorrono le tappe principali della sua carriera, dando il giusto spazio a un fotografo che ha incarnato la storia della fotografia del Novecento.
Perchè visitare l’ennesima mostra su questo artista? Perchè ogni si scopre qualche aspetto della sua capacità fotografica e della sua vita, avventurosa e per nulla banale. Capa non fu solo un reporter di guerra ma anche un uomo di mondo che conobbe alcuni tra i personaggi più noti dei suoi anni: scrittori, pittori, attori, politici che spesso ritrasse dimostrando di essere un artista completo e poliedrico. La mostra è aperta ogni giorno e il biglietto costa 6 euro.

Robert Capa mostra Rovigo
Italia. Near Troina. August, 1943. Sicilian peasant telling an American officer which way the Germans had gone. ©Robert Capa © International Center of Photography / Magnum Photos

Kandinsky e le Avanguardie. Punto, linea e superficie, fino al 21 febbraio 2023 – Centro culturale Candiani, Mestre

Un nome molto noto, quello di Kandinsky, e un movimento da scoprire meglio, perché complesso quello delle Avanguardie. Per unire le due cose basta fare tappa a Mestre e visitare questa mostra che attraverso oltre 40 capolavori fra dipinti, opere su carta e sculture, racconta l’affascinante viaggio dell’arte astratta dalla sua nascita al nostro contemporaneo. Punto, linea e superficie è anche il titolo di un celebre libro scritto da Wassily Kandinsky nel 1926, testo capitale della moderna teoria dell’arte. Perché è così importante questo testo? Dalla ricerca del maestro russo prende avvio l’arte astratta del XX secolo. Non poco dunque. Ricordiamo infatti che Wassily Kandinsky, russo, fu uno dei precursori e fondatori della pittura astratta e un teorico attento dell’arte. Al Centro culturale Candiani però non troverete solo le sue opere ma anche quelle, tra gli altri di Paul Klee, Jean Arp, Joan Mirò, Karel Appel, Mark Tobey, Emilio Vedova, Mirko Basaldella e molti altri. A testimonianza che dai primi anni Venti il movimento avanguardista poi si diffuse e sviluppò in tutto il mondo e in diverse “forme”: surrealismo, astrazione e minimalismo. Bello vederle tutte qui. La mostra è chiusa lunedì ed è a ingresso gratuito.

Kandisky Wassily Zig Zag
Wassily Kandinsky Zig zag bianchi, 1922 1686 Ca’ Pesaro- Galleria Internazionale d’Arte Moderna, acquisto alla Biennale, 1950

I Macchiaioli, fino al 26 febbraio 2023 – Palazzo Blu, Pisa 

Cosa sappiamo dei Macchiaioli? Forse non molto, sicuramente non abbastanza. Ma hanno dato vita a una delle più originali avanguardie nell’Europa della seconda metà del XIX secolo. E meritano questa imponente mostra a Pisa, in Toscana, maggior centro della loro attività. Una retrospettiva di oltre 120 opere, per lo più capolavori provenienti da collezioni private, solitamente inaccessibili, e da importanti istituzioni museali. Si espressero dal 1856 al 1875 senza mai però riuscire ad avere mai quella visibilità internazionale che forse avrebbero dovuto avere. E questo soprattutto perché erano anche gli anni dell’Impressionismo francese, non un movimento qualunque. Il termine “Macchiaioli” fu coniato nel 1862 da un recensore della Gazzetta del Popolo, che così definì quei pittori che intorno al 1855 avevano dato origine a un rinnovamento in chiave antiaccademica della pittura italiana in senso realista. L’accezione ovviamente era dispregiativa e giocava su un particolare doppio senso: darsi alla macchia infatti, significa agire furtivamente, illegalmente. I Macchiaioli amano la luce e dipingono la realtà loro contemporanea, nella semplicità degli scenari naturali di cui avevano diretta esperienza e soprattutto raccontano attraverso le pennellate valori universali che anche oggi risultano così attuali. Una bella occasione per ammirare i più grandi esponenti di questo movimento e vederli lì dove sono stati ispirati. La mostra è aperta tutti i giorni, anche il lunedì, il biglietto costa 12 euro.

Pisa mostra Macchiaioli
Fattor, Lega che dipinge sugli scogli. Collezione privata

Van Gogh, fino al 26 marzo 2023 – Palazzo Bonaparte, Roma

Le opere che vedrete esposte a Palazzo Bonaparte di Roma — quaranta tra dipinti e disegni — sono forse un perfetto e meraviglioso spot per il museo da cui provengono, il Kröller-Müller, una sede espositiva spettacolare all’interno di un parco nazionale olandese che ospita novantuno dipinti e centottanta disegni acquistati da Helene Kröller-Müller e suo marito che tutt’oggi formano la seconda più grande collezione al mondo di Van Gogh. È soprattutto grazie a questa donna e al suo gusto (ben guidato dal pedagogo dell’arte H.P. Bremmer) che il tormentato pittore olandese venne apprezzato e conosciuto poi in tutto il mondo. Prima di ogni altro infatti, seppe apprezzare Vincent, a cui si sentì legata riconoscendo nella sua arte la sua stessa spiritualità personale e non dogmatica.

Vincent Van Gogh
Vincent Van Gogh Natura morta con un piatto di cipolle Arles, inizio gennaio 1889 Olio su tela, 49,5×64,4 cm © Kröller-Müller Museum, Otterlo, The Netherlands

In mostra troverete tanti i lavori su carta che raramente si ha l’occasione di vedere: non storcete il naso perché preferite le tele, ma cercate di apprezzarne il tratto unico. I capolavori di Van Gogh nel viaggio dai Paesi bassi a Roma sono stati “accompagnati” da altri sei pezzi forti della collezione, risalenti a epoche diverse: capolavori di Lucas Cranach il Vecchio, Henri Fantin-Latour, Pierre-Auguste Renoir, FlorisVerster, Paul Gauguin e Pablo Picasso.
Qui è bene venire perché si sa, Van Gogh piace a tutti. Poi però pensate seriamente a un viaggio al nord per godere del Kröller-Müller. La mostra è aperta tutti i giorni e il biglietto costa 19, 50 euro.

 

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